Capitolo 43

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Capitolo scritto con Deny-princess

(CAPITOLO NUOVO)

BEATRICE

Nei giorni che susseguirono, le giornate di Beatrice divennero abitudinarie. Alloggiava ancora da Gianluca, quasi sempre Aurora era lì insieme a lei e mai come allora sentiva di essere un peso, un pezzo di arredamento del quale non ci si può sbarazzare causa del suo valore affettivo, ma che in realtà ritieni orrendo e inutile.

Probabilmente era solo una sua supposizione, si sentiva così ovunque e in qualsiasi circostanza.
Tutti i giorni, andava a fare colazione al bar del ristorante dove aveva lavorato fino a poco tempo prima, riusciva a staccare la spina per un po’, incontrando vecchi clienti e i suoi ex datori di lavoro  <Beatrice, come stai?> Sentì una voce alla sue spalle, mentre preparava un caffè, si voltò immediatamente riconoscendola <Ciao.> La madre di Edoardo sedeva al bancone del bar, non si era accorta neppure del suo ingresso all’interno del locale. <Possiamo parlare?> Chiese gentilmente, anche lei sembrava diversa, più gentile e cauta,  vi scorse un tratto di umanità che non aveva mai percepito prima d’allora.
Uscirono dal ristorante, decidendo di camminare un po'. Faceva freddo, non riusciva a stare ferma, era tesa e turbata. <Sto bene> Affermò Bea ,riferendosi alla domanda che la donna le aveva posto poco prima.
<Beh…> si fermò Cristina osservandola da capo a piedi <Non vorrei offenderti, ma non sembri in gran forma.> Ripresero a passeggiare, silenzi lunghi e imbarazzanti riempivano lo spazio tra loro. <Sono solo un po’ stanca, non mi fermo mai. L’università mi stressa molto, inoltre ora sto vivendo con i miei fratelli, il che non è facile> Cristina le passò una mano sulla schiena per confortarla e stranamente, le fece piacere, avvertì quel calore che ultimamente le mancava tanto. <Aurora mi ha raccontato… cosa è successo con Edoardo. Mi dispiace tanto, mio figlio non è un ragazzo facile, ti aveva avvisata.> Sganciò la bomba, senza preavviso. <Edoardo è una persona meravigliosa>  la interruppe subito, non le passò per la mente neanche per un secondo l’idea di criticarlo, soprattutto davanti alla persona che l’aveva sempre fatto , non voleva che confermasse le sue tesi su di lui.

<Per me non è mai stato un peso, sono stata io a voler conoscere ogni sua sfumatura, sono certa che se non fossi stata così testarda, avrebbe nascosto tutto per il mio bene, non si sarebbe mai mostrato per quello che è, non ha mai voluto ferirmi. E dovrebbe essere fiera, del fatto che è ancora vivo dopo tutto quello che ha passato. Da solo!>
Nonostante gli ultimi avvenimenti , Bea non lo avrebbe mai tradito in quel modo, lo amava è vero, ma se lo meritava. Si sentì in dovere di proteggerlo nonostante tutto, lo avrebbe fatto con chiunque. <Ti ama tanto, questo lo devo ammettere. L’ho visto felice accanto a te. Ma non credi che mi incolpi già abbastanza da sola? ....> abbassò la testa guardando il marciapiede ,si vergognava e anche se sembrava brutto pensarlo , si sarebbe proprio dovuta vergognare. <E dimmi…gli è piaciuto il regalo?>
L’album delle fotografie, fotografie che ritraevano la vita di Edoardo in alcuni scatti. <Non lo confesserebbe mai, ma ti garantisco che gli è piaciuto parecchio.>
Ripensò ad Edoardo, e a quanto fossero felici prima dell’incidente ,si sentì mancare la terra sotto i piedi, un abisso di malinconia. D’istinto si toccò la pancia ,pensando alla felicità che avrebbe riportato nella sua vita nel sapere che aspettava suo figlio , ma era troppo tardi.
Aveva imparato che alcune scelte si prendevano contro ogni volere, senza considerare le conseguenze, se non fosse così, vivere una vita serena diventerebbe impossibile.

Ormai si sentiva lontana dalla sua vita, come se non le appartenesse più, come se quel corpo non fosse il suo, era rimasto indietro, fermo nei bei ricordi.
Aveva imparato a convivere con la solitudine, una lesione nell’anima che ti scavava dentro senza chiedere il permesso, lasciando un vuoto profondo difficile da colmare.
Come una tazza andata in frantumi, i vari pezzi si incollano alla perfezione e all’apparenza sembrerà sempre una semplice tazza, ma le crepe non riusciranno a trattenerne il liquido, facendo riversare tutto il contenuto sul pavimento, mostrando come quella tazza non potrà mai più ritornare allo stato originale. Si sentiva proprio così, rotta , fragile, pronta ad esplodere da ogni crepa.

Ti Prometto Una Vita - In RevisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora