Era sudata e aveva il fiato corto. Si poggiò al muro ,cercando di respirare regolarmente. Come previsto ,quella notte non aveva chiuso occhio e per sfogare un po' la tensione, decise di andare correre per le vie buie della città. Mancavano solo due ore alla sua partenza e aveva paura, temeva potesse avere un attacco di panico.
Non riusciva a gestire le emozioni, esplodeva in un pianto senza fine ,ogni volta che si fermava a pensare ad Edoardo in pericolo.
Guardò le case attorno a se, tutte le luci erano spente , la gente dormiva tranquilla. Sembrava che fosse l'unica ad essere agitata e con i nervi a mille.
Tornò a casa ,trovando Edoardo intento a fare la valigia. Buttava dentro cose alla rinfusa e imprecava contro alcuni oggetti. Lo guardò e pensò che avrebbe potuto avere anche lui una vita normale e serena, come la maggior parte dei suoi coetanei.
<Bea!> Urlò facendola tornare alla realtà. <Mi passi la divisa?> Annuì e prese la divisa nell'armadio ,mentre si sfilava la maglia e il pantalone del pigiama.
La indossò guardandosi alla specchio ,aggiustandosi poi le medagliette appese alla giacca. <Possiamo andare.> Da quando era entrata in casa ,non aveva detto una parola, sapeva per certo che se avesse parlato, sarebbe scoppiata in un pianto senza fine.
In macchina nessuno dei due osò fiatare, si sentivano solo i loro respiri regolari e la pioggia che batteva forte sull'auto. Parcheggiarono nella base militare e Edoardo le aprì lo sportello, per poi prendere la valigia dal cofano.
Era arrivato il momento. Intorno a loro ,le famiglie erano disperate per la partenza dei loro uomini, e come sospettava scoppiò a piangere non riuscendo più a trattenersi. <Non posso partire vedendoti piangere.> L’ abbracciò lasciandole un bacio sulla fronte. <Se solo potesse servire a farti restare.>
<Devo partire, sai che non posso tirarmi indietro. Passerei dei guai.>
Sospirò e si staccò da lui, asciugandosi gli occhi. <Devo andare.> Le baciò le labbra. <Aspettami.>
<Ti aspetterò sempre!> Lo vide allontanarsi, andar via e salire sull'autobus con tutti gli altri. La salutò con la mano e lo osservò scomparire, con un tristezza mai provata.
Si sentì vuota, inutile. Non poteva credere che avrebbe passato cinque mesi, senza vederlo. Non sapeva se ci sarebbe riuscita.
<È la prima volta che qualcuno accompagna Edoardo.> Guardò la donna che si trovava accanto a se, con sguardo interrogativo. <Perdonami, non mi sono presentata.> Allungò la mano verso di lei e la strinse. <Sono Antonella, la moglie di Jonathan.>
<Piacere, Beatrice.>
<Si ,so chi sei.> Sorrise imbarazzata ,spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. <Ascolta , non voglio illuderti. Sappi che ogni giorno che passerà ,sarà sempre più duro e l'unica cosa che potrai fare ,sarà sperare e pregare tanto.>_________________
Dopo il buio dell'aereo militare, vide finalmente la luce del sole e la terra sotto i piedi. Realizzò, che era arrivato all'inferno. Il caldo era terrificante, l'umidità assurda, le strade deserte erano piene di polvere. Non c'era anima viva. Poche erano le persone rimaste fedeli alla propria terra, tutto il resto se n’era andato via e a parer suo, avevano fatto la cosa migliore. Appena arrivati si diressero all’accampamento e sentì la necessità di disegnare, aveva bisogno di sfogarsi. Dallo zaino prese un blocco architetto e una matita numero 3. Tracciò quattro linee chiare sul foglio ,e usò tutta la sua concentrazione, per ricordare anche i più minimi dettagli.
Gli occhi, il naso, le labbra, i capelli e quell'espressione tanto dolce quanto minacciosa. Beatrice era come una creatura mitologica, un qualcosa che non credeva esistesse davvero.
Era stata in grado, di fargli esternare sentimenti a lui sconosciuti. Grazie a lei aveva scoperto, che anche lui aveva un cuore e che anche lui era in grado di amare.
L’aveva fatto sentire a suo agio, mentre le raccontava del suo passato. Non aveva provato vergogna o schifo, come di solito succedeva quando si raccontava.
Le aveva aperto le porte di casa, anche quando la conosceva appena e poco dopo le aveva praticamente spalancato quelle del suo cuore.
Per la prima volta aveva fatto l'amore rendendosi conto, che era molto meglio del sesso, più coinvolgente , più passionale.
Guardò il disegno sul foglio e subito vide la sua figura davanti se. Sospirò, lasciandosi cadere di schiena sul letto ,con il foglio al petto.
<Capitano.>
<Johnny. > Salutò il suo migliore amico con una pacca sulla spalla ,e occupò la branda affianco alla sua.
<Ho chiesto a tua moglie di stare accanto a Beatrice.> Confessò con un filo di voce.
<Me l'ha detto, diventeranno ottime amiche.> Antonella, la moglie di Jonathan era una donna d'oro, un anno più piccola di lui, ma molto più grande mentalmente.
<Lo spero.> Conservò il disegno nello zaino e accese una sigaretta, sperando che nessuno lo vedesse.
<Poi con il bambino passerà un po' di tempo, sarà una distrazione per lei.>
<Mi sono rotto il cazzo di questa vita Jhonny.>
<Non dirlo a me. Perderò anche il primo compleanno di mio figlio.> Annuì soltanto, non poteva immaginare in che stato potesse trovarsi quella povera donna. <Dopo questa missione ho chiuso…definitivamente.> Sgranò gli occhi incredulo. <Ma se era il tuo sogno, fin da bambino.>
<Edo le cose sono cambiate. Ho una moglie, un figlio, una famiglia da portare avanti. Ho delle responsabilità enormi adesso. Non posso lasciare Antonella ,da sola con Federico per sempre. E se non dovessi tornare? Se non dovessi farcela?>
Gli chiese, ma era una domanda senza risposta. Ogni volta che partivano, promettevano a se stessi di riportare il culo a casa, promettevano alle famiglie di riuscire a sopravvivere.
Prima d'ora non l’aveva mai promesso a nessuno, solo a se stesso, ma adesso anche lui aveva una responsabilità, anche lui aveva qualcuno da proteggere e non era la sua patria. Aveva una ragazza che amava e che lo aspettava a casa.
Come Jonathan, anche lui voleva una famiglia, anche lui desiderava dei figli con tutto se stesso. E li avrebbe avuti. Aveva promesso.
Ogni promessa era un debito e lui con lei. Doveva riuscire a tornare a casa sano e salvo. Ad ogni costo.
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Ti Prometto Una Vita - In Revisione
Romansa[...] [...] con sguardo perso rispose Due ragazzi che vi faranno innamorare della vita. Edoardo e Beatrice , reclute di un viaggio che non avrebbero mai voluto affrontare. Un cuore pronto a esplodere dalla rabbia e un altro pieno di paura e delus...