"Chi sei?!" Continua imperterrito il ragazzo.
Ma perchè urla in quesro modo? Non c'è bisogno di essere così cafone!
Mi prendo un attimo per guardarlo. Cazzo. Ha i capelli biondo cenere, lievemente mossi e più corti ai lati. Il naso dritto e le labbra carnose. Gli occhi sono davvero unici, verdi, con delle pagliuzze castane, molto profondi. Wow. Indossa abiti semplici ma alla moda. È molto alto, almeno 1,90 , ma è anche muscoloso, a quanto sembra.
Il ragazzo mi schiocca le dita davanti agli occhi, come per svegliarmi. Merda, credo di essere rimasta a fissarlo! Così non va...
"Hey! Non c'è bisogno di urlare! Io sono Catherine, ma tutti mi chiamano Cat, e sto disfacendo i bagagli" rispondo, ovvia.
"E perchè li disfai qui?"
Mi viene da ridere. Devo essere seria, dannazione! Solo che proprio non ci riesco...sono fatta così!
"Perchè questa è la mia camera?" Rispondo. Anche questo era ovvio. Questo ragazzo deve essere un po' lento.
"No, ti sbagli, è la MIA camera" marca la voce sulla parola mia.
Ma cos'è questo atteggiamento strafottente? Hai sbagliato persona, caro.
Ma non ho voglia di mettermi a litigare, visto che sono arrivata da così poco tempo.
"Senti, mi è stata assegnata questa camera meno di un'ora fa. Vedi che ho la chiave? Come avrei fatto ad entrare, altrimenti?"
Lui sbuffa.
"Bè, qui non puoi stare. È la mia stanza e ci sto solo io."
Cosa? Sta scherzando, vero? Io sono buona e cara, ma non tollero questo atteggiamento strafottente, dal momento che neanche mi conosce.
"Non credo proprio. Sono iscritta in questo campus anche io e se mi hanno assegnato questa stanza è perchè evidentemente ho anche io il diritto di starci." Gli dico e non mi preoccupo del mio tono severo, fisto che lui è più che cafone.
"Non me me frega un cazzo. Qui c'ero prima io e quindi ora te ne vai. Non mi interessa dove andrai"
"Senti, è evidente che se mi hanno assegnato questa camera c'è stato un errore, ma non mi sembra così grave, anzi, è una situazione del tutto risolvibile. Quindi, invece di fare lo stronzo con una persona che neanche conosci, avresti potuto cercare di risolvere il problema invece di crearmene altri."
Quasi urlo, ma gli sta bene. Lui rimane a bocca aperta per la mia risposta. Evidente non se l'aspettava. Io non sono mai la prima a male qualcuno, ma se qualcuno lo fa con me rispondo per le rime.
Non gli do tempo di controbbatere e me me vado sbattendo la porta, diretta verso la segreteria. Fa davvero caldo e devo rifarmi tutta la strada sotto il sole cocente un'altra volta!
È vero, volevo prendere il tutto con ottimismo, ma con quello che mi sta succedendo è impossibile, cazzo! Sembra che capitino tutte a me.
Rientro in segreteria. La donna mi lancia uno sguardo incuriosito.
"Mi scusi, ma credo proprio ci sia stato un errore con l'assegnazione della mia camera"
Lei mi guara perplessa.
"Strano. Come mai?"
"Bè, ci ho trovato un ragazzo maleducato e sbraitante che insiste nel dire che quella è la sua camera" dico com sarcasmo.
La segretaria si concede una risata, forse per il mio tono o la mia espressione.
"Sono mortificata! Errori del genere nell'assegnazione delle camere sono molto rari! Ora cercherò un'altra camera da assegnarle, va bene?"
"Certo. Gentilissima." Le rispondo.
Lei guarda lo schermo del computer per una decina di minuti, poi mi rivolge uno sguardo rassegnato.
"Mi dispiace. Sembrerà incredibile, ma non ho nessuna camera dove spostarla"
Sento il mio corpo raggelarsi.
"Come?" Chiedo, incredula.
"Non posso proprio spostarla da nessuna parte. È tutto pieno. Ma non può neanche restare lì...ora chiamo il preside e sentiamo cosa ha da dirci, va bene?"
"Si, per favore"
No, no, no.
Va bene trasferirmi. Va bene non vedere più i miei genitori nè i miei amici. Va bene tutto, ma non dividere la camera con quello.
La segretaria parla al telefono. Non riesco a seguire molto della conversazione, purtroppo. Poco dopo, chiude la chiamata.
"Mi dispiace, il preside ha detto che non ha altre possibilità se non restare dove è. Mi dispiace."
"Okay...ne è sicura? Non ci sono proprio altre possibilità?"
Lei scuote la testa, dispiaciuta.
"Okay..va bene" rispondo sconsolata.
Non mi va di creare problemi a questa donna così gentile, nè ad altri. Se proprio non si può fare nulla...va bene. Non posso neanche cambiare campus, ormai. Non farei in tempo per l'inizio delle lezioni e poi i miei genitori hanno pagato per tutto.
"Scusi, potrebbe avvertire i miei genitori?" Chiedo alla segretaria.
"Certo, nessun problema. Li chiamo subito"
"E potrebbe anche dare la notizia al ragazzo della stanza? Non ci tengo a dirglielo io" faccio una smorfia.
Lei mi sorride, comprensiva.
" Va bene, cara. Sai come si chiama?"
Io scuoto la testa. Non si è nemmeno presentato, quel cafone.
"Ah...ora controllo sul computer, allora. Puoi dirmi il numero della stanza?"
"C8"
" Ah eccolo...Ethan Davis"
Poi sorride.
"Perchè ride, mi scusi?" Le chiedo, curiosa.
"Perchè lo conosco. Ora capisco perchè vuole cambiare stanza"
"Già.."
Ci sorridiamo a vicenda. Lei comprensiva, io felice di essere compresa.
"Bè, ora lo faccio chiamare"
"Va bene, la ringrazio tanto. Scusi per il disturbo"
"Si figuri, signorina"
Le sorrido e poi mi avvio verso la porta.
Che incubo.
Ethan💫💣💙
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Otherwise Equal
RomanceCat, appena arrivata in un college di Los Angeles, scopre di essere stata smistata nel dormitorio maschile per errore. È lì che conoscerà Ethan, tanto bello quanto impossibile. Il brutto carattere di entrambi li porterà a scontrarsi continuamente, m...