Capitolo 12 - Brutti sogni.

1.7K 128 4
                                    

Isa era già partita. Quella settimana era passata in fretta, e Roman mi aveva scritto che voleva restare un altra settimana in Russia.
Alcuni ragazzi erano tornati dalle proprie vacanze per iniziare a studiare per l'inizio del secondo semestre.
Ed era quello che dovevo iniziare a fare io.
In quella settinama  non avevo aperto libro, con Isa eravamo andate a fare shopping, e altre cose che si fanno fra amiche.
Già mi mancava.
Mi sentivo sola in quella stanza che in questo momento sembrava immensa.
Mi guardai intorno girando su me stessa e chiusi un attimo gli occhi.
Era come se il profumo di Mike fosse l'unica cosa che mi dava calore in quel momento.

Ma io mi chiedevo perché Mike era sempre al centro dei miei pensieri. Non ci parlavamo più, e non era nemmeno qui.
Sospirai portando le mani sul viso, senza accorgermi che la porta si era richiusa alle mie spalle.
Delle mani si posarono sui miei fianchi. Sussultai emettendo un grido per lo spavento.
Voltandomi, cercando qualcosa per difendermi, notai solo dopo che la figura davanti a me, era quella di Mike.
"Sei impazzito?" Gli sbottai contro.
Lui rise: "Non potevo non spaventarti, eri così presa dai tuoi pensieri che dovevo per forza." Rise.
Quel sorriso.
Finalmente avevo avuto l'occasione di vederlo anche io.
"Dovevi vedere la tua faccia!"  Continuò ancora più divertito dalla scena.

Scossi la testa, portando le mani sulle tempie.
"Sei il solito. Quasi quasi stavo bene sola"
Si gettò sul letto, mettendo le mani sul suo addome, e guardadomi.
Non aveva tolto le scarpe, e nemmeno il giubotto.
"Tanto lo so che ti sono mancato" disse con un sorriso stampato sul volto.
Mi domandavo perché fosse così contento, e perché mi stesse trattando così bene.
"Si. Credici" sbuffai.
Andai a sedermi sulla scrivania e iniziai a studiare non badando alla presenza di Mike.

Quando finii di studiare erano le 19:00 p.m, ed i respiri profondi di Mike erano l'unico rumore a spezzare il silenzio nella stanza.
Mi avvicinai al suo letto e lo osservai attentamente. Era dolce quando dormiva, e le linee del suo viso erano rilassate.
"Devi ancora guardarmi?" Domandò aprendo un occhio.
Sobbalzai, e arrossì violentemente.
"Io..io non.."
Aprì entrambi gli occhi e mi sorrise.
"Sai che sei buffa quando inizi a balbettare?"
"Io non balbetto!" Esclamai sedendomi sul letto.
Lui rise.
"Almeno credo.." sussurrai fra me.

Mike si alzò dal letto e stiracchiò il suo corpo. Intravidi un lambo di pelle della sua pancia a causa delle sue braccia in aria.
Stropicciò gli occhi e si avvicinò alla porta. Prima di uscire si voltò verso di me, guardandomi per un lungo minuto.
"Hai fame?" Domandò.
"Un po'.." ammisi arricciando il naso.
"Andiamo"
Mi alzai e presi il giubotto, la borsa, le chiavi e lo raggiunsi.
Appena aprimmo la porta davanti a noi c'era Lizzie. Gettò le braccia attorno al collo di Mike, stringendolo a sé. Lo baciò sulle labbra, facendo finta che io non ci fossi. Mike cercò di allontanarla, ma sembrò inutile. Quel gesto mi aveva infastidita. Oltrepassai Lizzie e me ne andai lasciando Mike davanti alla porta insieme a lei.

Non avrebbe dovuto darmi fastidio, eravamo solo compagni di stanza, e mi aveva chiesto di andare a cena insieme, non significava nulla. Non mi aveva invitata ad uscire.
Mi ero seduta nella panchina del parco e stavo mangiando un panino mentre guardavo un gruppetto di ragazzi parlottare fra loro, scherzare ed ecc..
Due di loro si voltarono verso di me e si dissero qualcosa nell'orecchio.
Non diedi importanza e finii di mangiare immersa nei miei pensieri.

Si avvicinarono a me, prendendo posto accanto a me. Uno a destra, e l'altro a sinistra.
"Come mai sola soletta?" Domandò il ragazzo seduto a destra.
"Di certo non lo dico ad uno sconosciuto." Riposi con noncuranza.
Lui rise, e l'amico lo seguì, ridendo anche lui.
"Nervosetta la ragazza, non trovi?" Si rivolse al ragazzo seduto a sinistra, che aveva iniziato a toccarmi il braccio.
Un brivido percorse la mia pelle, facendomi irrigidire. Scostai violentemente il mio braccio dal suo tocco, recuperando velocemente la borsa per tornare ai dormitori.

Mi sentii afferrare il braccio e farmi tornar seduta sul posto, in modo brusco.
"Stiamo solo parlando, piccola" continuò il ragazzo che mi aveva toccata sul braccio, accarezzandomi il viso.
"Tieni giù le mani" gli dissi scostandomi ancora una volta.
"Se avete finito, lei viene con me!"
Ci voltammo tutti e tre e Mike era in piedi dietro il ragazzo che mi aveva toccata.
Quello che era seduto alla mia destra iniziò a ridere, scuotendo la testa.
"Amico che problemi hai?"
"Quelli che darò a te e al tuo amico se non la lasciate in pace."
Mike parlava con tono duro, deciso. Non aveva paura di affrontare due ragazzi in contemporanea.

Mi alzai correndo verso Mike. Mise un braccio attorno alle mie spalle e prima di andarcene, guardò per l'ultima volta i due ragazzi, lanciando loro un occhiataccia.
"Ti hanno fatto qualcosa?" Domandò guardandomi.
Stavamo camminando almeno a 10 cm di distanza. Io guardavo le mie scarpe. Scossi la testa, incapace di parlare.
La paura aveva preso il sopravvento, risvegliando tutto il mio passato.
"Perché te ne sei andata via in quel modo prima?" Chiese fermandosi.
Io continuavo a camminare. Mi accorsi solo dopo che lui non lo stava facendo più.
Alzai lo sguardo verso di lui.
"Cosa?"
Si avvicinò a passi svelti prendendo il mio viso fra le mani.
"Ti hanno fatto qualcosa?" Domandò ancora una volta. Sembrava..preoccupato.
"No, Mike. Voglio solo tornare in camera e andare a dormire." Mi scostai e ripresi a camminare.

Si sentiva solo il rumore dei miei passi, Mike era ancora fermo nel punto in cui lo avevo lasciato.
Solo dopo iniziò a camminare anche lui.
In silenzio tornammo nel dormitorio, immersi nei nostri pensieri.
Quando arrivammo in stanza, andai in bagno per fare una doccia e cambiarmi.
Mi misi a letto e mi addormentai.

"Sta ferma!" Mi urlava contro, tendendo le mie braccia salde dietro la schiena.
Cercavo di dileguarmi, ma la sua presa sui miei polsi era più forte.
Continuavo a piangere, cercando di urlare, ma sembrava tutto inutile.
Mi mollò uno schiaffo facendomi arrivare contro il pavimento.
Si avvicinò a passi svelti, prendendo i miei capelli fra le mani, e tirandoli.
"Lasciami..ti prego.." supplicai piangendo, con la voce che sembrava non esserci.
Parlavo appena, la gola mi faceva male a causa di tutti gli urli che avevo fatto.
"Dov'è mia madre?" Domandai prendendo quel poco di coraggio che mi restava.
"Non sono affari tuoi!" Rispose in modo brusco, posando gli occhi iniettati di sangue, su di me.
Mi prese allo stesso modo di prima, ma facendomi più male, stringendo di più i miei polsi.

"Lasciami..lasciami" non mi ero accorta che stessi urlando nel sonno.
Mi svegliai di soprassalto, respirando affannosamente.
Mike era accanto a me, mi accarezzava la fronte, guardandomi con aria preoccupata.
Mi prese fra le braccia e mi culló.
Singhiozzai fino a che non mi addormentai di nuovo, ma stavolta, c'era lui a proteggermi.

Nota Autrice: Buon pomeriggio! Eccovi il capitolo, cosa ne pensate?
Sono felicissima che la storia venga seguita e apprezzata, per me è molto importante.
Detto questo, volevo avvisarvi che forse domani non potrò aggiornare a causa di problemi miei personali, ma, vi prometto, che mi farò perdonare.
Un bacio e commentate. :*

A Lonely Night. ||Mike Bird||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora