Capitolo 15 - Stupida.

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Negli ultimi giorni sentivo la tensione crescermi lungo il corpo. Non capivo nemmeno io quale fosse il motivo. Mi chiedevo spesso se si trattasse per ciò che era successo tre  giorni fa con Mike.
Non era più rientrato in camera, e non si era visto nemmeno in giro per la scuola. Era come se fosse sparito nel nulla!
Roman si accorse del mio silenzio, e dopo che il professore si voltò,  lui cercò  di attirare la mia attenzione.
"Si può sapere cos'hai?" Domandò esasperato a causa del mio comportamento.
Smisi di fare i scarabocchi sul quaderno, e alzai lo sguardo verso di lui, fingendo di non sapere di cosa stesse parlando.

"Nulla. Cosa dovrei avere?" Risposi con poco interesse.
"Da quando Mike è sparito, sei intrattabile!"
"Non è vero!" Alzai la voce, facendo rumore con la matita.
Tutti, compreso il professore, si voltarono verso di noi. Arrossii, sentendo tutti quegli sguardi su di me.
"Scusi Prof, ma Alessandra mi stava spiegando una cosa sull'esercizio ed io continuo ad insistere che non fosse in quel modo, e si è un po' innervosita." Spiegò Roman, prendendo le mie difese.
Per fortuna il professore gli credette e continuò la spiegazione.

Roman invece continuò ad insistere sul farmi parlare, ottenendo risultati negativi, e risposte acide.
Mi dispiaceva un casino trattarlo in quel modo, ma non sapevo nemmeno io quale fosse il motivo di tutta quella negatività che avevo in corpo.
Sbuffò stanco di insistere, e la smise, evitandomi per il resto delle lezioni.
Mi sentii in colpa per le ultime ore di lezione per aver trattato male Roman.
Non sapevo se parlargli adesso o lasciar perdere. Avevo timore ad una sua reazione negativa nei miei confronti, e che mi avrebbe mandata a quel paese per essere stata acida, quando lui, invece, voleva solo aiutarmi.

"Roman.." lo chiamai prima che uscisse dall'aula senza di me.
Si voltò e aspettò che aprissi bocca. Non sapevo cosa dire, e lui si voltò, uscendo dalla classe.
Misi la borsa in spalla, e lo cercai di fermarlo di nuovo. Ma per mia sfortuna, non era più in giro.
Il senso di colpa mi invase ancora di più, e decisi di andare in camera e posare tutto lì, e uscire un po' per fare una passeggiata e smetterla di pensare a Mike, al modo in cui avevo trattato Roman, a come mi sentivo dentro di me. Insomma, volevo solo rilassarmi almeno per un po', senza avere nessuno che mi mettesse ancora di più sotto pressione.

Afferrai la mia borsa e ciò che mi serviva e uscii dalla stanza a passo svelto, evitando di andare contro le persone che venivano nella mia direzione, per dirigersi nelle rispettive camere.
In quel momento mi sentivo l'unica persona vivente al mondo, come se tutti gli altri fossero dei fantasmi, e tutto fosse in bianco e nero.
I fantasmi del mio passato che mi fissavano, alcuni mi seguivano, mentre altri sembravano ferirmi senza che riuscissi a sentire il contatto sulla pelle, ma solo dentro di me.
Un forte senso di vuoto mi invase, insieme alla paura di ricadere in quel passato con cui avevo lottato duramente per uscire.

Mi trovavo fra le strade della città, senza accorgermi che mi ero allontanata tanto dal college, e la strada per arrivarci era tanta. Sospirai,  e continuai a camminare invana, senza sapere esattamente dove stessi andando. Il venticello che soffiava prima, si fece più freddo, facendomi rabbrividire.
Mi strinsi nel mio cappotto,  cercando di darmi più calore possibile, e mi fermai un attimo per vedere dove fossi.
Non conoscevo la strada in cui ero, e decisi di camminare indietro per riprendere lo stesso percorso fatto all'andata.

Sembrava che mi trovassi in un labirinto, e di fronte a me apparvero tre strade, e non seppi quale prendere.
Ero sicura di essermi persa!
Sospirai sentendo un nodo formarsi nel mio petto. Volevo piangere, urlare, e mi maledicevo per essere uscita dal college incoscente da ciò che stavo per fare. Adesso non sapevo come tornare indietro.
Presi il cellulare nella borsa e provai a chiamare Roman.
Fortunatamente squillava, e sperai che non evitasse la chiamata e che potesse trovare un modo per aiutarmi.
Ma fu tutto il contrario, la rifiutò.
D'altronde dovevo aspettarmelo, lo avevo trattato malissimo, perché avrebbe dovut aiutarmi?

Riprovai a chiamarlo, e questa volta, per fortuna rispose. Ma non bene..
"Roman mi sono persa!" Dissi con voce tremante.
Lui sembrò non farci caso alla mia preoccupazione: "Per ritornare nella tua camera? Basta che fili dritto! Adesso ciao."
"Roman no, aspett.." aveva chiuso la chiamata.
Mi sentivo una stupida, ed era tutta colpa mia!

Presi la strada a sinistra e mi incamminai sperando che fosse quella giusta. In questo momento le uniche braccia che avrei voluto sentire erano quelle di Mike. Avrei voluto che ci fosse lui, come l'altra notte, a proteggermi.

N/A: Buongiorno!
Eccovi un bel capitolo tutto per voi.
Cosa ne pensate?
Secondo voi cosa succederà? Mike si accorgerà dell'assenza di Alessandra?

A Lonely Night. ||Mike Bird||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora