Capitolo 13 - Segreti.

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"Alessandra.." la voce di Mike alle mie spalle mi fece risvegliare dai miei pensieri.
Mi voltai ed era in piedi dietro di me, con le mani in tasca e l'aria preoccupata.
"Si?"
Venne a sedersi di fronte a me, e mi guardò negli occhi prima di iniziare a parlare.
Erano passati due giorni da quando avevo fatto quel sogno, e a causa della vergogna che sentivo, avevo cercato in tutti i modi di evitare di guardare e parlare con Mike. Ma a quanto pare, per lui non era lo stesso.
Non volevo che mi chiedesse cosa avessi sognato da avermi scossa così tanto.
"Perché non mi rivolgi più la parola?"
Cercava il mio sguardo, e fui costretta ad incontrarlo, per quell'attimo.

"Scusami ho avuto altro per la testa.." mi giustificai tornando a guardare il mio libro.
"Lo sai che non sai mentire?" Continuò lui.
Perché non mi lasciava in pace? Non volevo parlare con nessuno, tanto meno con lui.
"Senti Mike devo studiare, ti dispiace se ne parliamo un altra volta?"
"Io ne voglio parlare adesso!" Sbottò lui, con un tono duro.
"Ed io no! Adesso vado, ci vediamo."
Feci per alzarmi, ma lui mi precedette parandosi davanti a me.
Ero a pochi centimetri dal suo corpo.
"Cosa c'è che non va?" Prese il mio mento fra le mani, e voltó il mio viso facendo incrociare i nostri sguardi.

Ci fu un lungo silenzio in cui le uniche parole che uscivano in quel momento, erano quelle dei nostri sguardi.
Il mio cuore batteva forte, lei mie mani iniziarono a tremare, e mi chiedevo il perché fosse così interessato a come stessi interiormente. Da quando era iniziato il college il nostro rapporto aveva degli alti e bassi. Chiamarlo rapporto era già tanto.
Sapevo solo che, in quel momento, volevo stringermi a lui.
Come quella notte..

"Alessandra! Eccoti! È un ora che ti cerco." Sussultai alla voce di Roman che se ne stava dietro Mike, con le braccia incrociate sul petto.
Mike si spostò voltandosi verso il mio amico. Si scambiarono due sguardi non proprio amichevoli.
Presi parola, allontanandomi da Mike.
"Si, scusami.." dissi dopo aver raggiunto il biondo accanto a me: "Non avevo visto il tuo messaggio" mentii.
Roman capì subito la situazione, e fortunatamente, mi assecondó, cingendo le mie spalle.
"Tranquilla! Andiamo a studiare per il compito che ci aspetta domani?"
Annuii, guardando Mike per l'ultima volta.
Non aveva preso bene l'interruzione, ed ero sicura che non si sarebbe arresi facilmente.
Avrebbe continuato ad insistere finché non gli avrei raccontato tutto.

So che incredibile da dire, ma quello che avevo capito di lui era che, se voleva qualcosa, se la prendeva senza secondi fini.
Quando io e Roman fummo lontano dalla mensa, mi voltai per vedere se Mike fosse ancora lì.
"Se fossi in te farei ancora finta di niente, e non mi volterei a guardarlo"
"Eh?" Arrossii.
"Insomma, se ti volti fai capire che lo stai cercando!" Mi rimproverò Roman.
"Scusa.."
Scosse la testa; "Tranquilla." Sorrise; "Piuttosto mi spieghi perché era così vicino?"
"Beh..è una lunga storia.." abbassai lo sguardo, sentendo il mio corpo irrigidirsi.

"Se non vuoi parlarne, non insisto. L'importante è che tu stia bene" si fermò a guardarmi anche lui.
Perché facevano tutti la stessa cosa quel giorno? Insomma, stavo bene!
"Roman andiamo? Dai, sto bene. Davvero!"
Fece una smorfia e arricciò il naso, poco convinto da quello che avevo detto.
"D'accordo, se lo dici tu." Mi raggiunse e andammo in camera sua.
Per fortuna non mi chiese più nulla di quella situazione, cambiando totalmente discorso, raccontandomi delle sue due settimane passate in Russia.
Mi raccontò di aver conosciuto un ragazzo di nome Ricky, sembrava obsoleto come nome, mi ricordava il nome di un cane, e quando glielo dissi, mi fulminò con gli occhi.
Risi per l'espressione che aveva assunto.

"Vuoi smettere di ridere?!" Protestò lui, voltandosi offeso.
Portai una mano sulle labbra nascondendo la risata, e cercai di parlare.
"Dai che.." fu inutile il mio sforzo di trattenermi perché tornai a ridere come prima.
Roman prese il cuscino dal suo letto e lo lanciò sul mio viso, facendomi arrivare, per poco, col sedere sul pavimento.
"Non puoi prendermi in giro se ho creduto che fosse gay!" Sbuffò alzando le braccia, per poi sbatterle sulle cosce: "La mia amica me lo aveva assicurato ed io ci ho provato!"
"Non eri quello che era pazzo d'amore per Ethan?"

Al sentire pronunciare quel nome, Roman si voltò e portò le dita alle labbra, iniziando a mordersi le unghie.
"Pft.. Perché mi devi ricordare Ethan?"
"Perché sei tu che sei tornato e hai iniziato a parlare di questo Ricky?"
"Si ma.." si fermò un attimo a pensare; "questo non ti dà il diritto di parlarmi di quel nano."
"Roman.."
"Cosa?"
"Fai così perché non ti ha ancora scritto, vero?"
Nei suoi occhi calò un velo di tristezza, che cercò di nascondere subito venendosi a sedere accanto a me, sul letto vuoto.
"Sai cosa? Quando ami qualcuno, lo ami e basta. Lo ami se ti ignora, lo ami se ti dimostra di tenerci a te. Continui ad amarlo se non ti scrive, e lo ami ancora di più se lo fa. Puoi allontanarti quanto vuoi, ma nel tuo cuore sai che lui non si allontanerà mai. Resterai con il pensiero costante di sapere ciò che fa, con chi è,  se almeno occupi un po' di spazio nel suo cuore,  nei suoi pensieri.." mentre diceva tutto questo, guardava le sue mani, torturandosi le dita.

Rimasi in silenzio senza sapere cosa rispondere. Non avevo mai sentito parlare cosi Roman. O, almeno, non aveva mai parlato così di qualcuno a cui tiene.
Era sempre un ragazzo forte, scherzoso, e vederlo così vulnerabile mi fece avere un tuffo al cuore di tristezza.
Presi le sue mani e iniziai ad accarezzare le sue nocche. Alzò lo sguardo verso di me e vidi i suoi occhi lucidi.

Aprii le braccia accogliendolo, e stringendolo forte, accarezzando la sua schiena per calmarlo.
"Dai, voglio vedere il mio Roman scherzoso." Cercai di tirarlo sù.
Mi guardò: "Lo sai che fai pena a consolare le persone?" Sul suo viso comparve un ghigno divertito, e ciò mi fece ridere.
"Prego eh! Almeno ci ho provato!" Mi finsi offesa, continuando a ridere.
Le due ore che passammo insieme furono piene di racconti sulle nostre vancanze, e dell'arrivo di Isa della settimana scorsa, lasciando Ethan e Mike fuori dai nostri discorsi.

N/A: Eccovi il capitolo, so che avevo detto che non avrei aggiornato ma, non potevo lasciare le mie lettrici con la suspense.
Cosa ne pensate?

A Lonely Night. ||Mike Bird||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora