Capitolo 4 - Feste nel weekend.

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"Alessandra" sentì urlare il mio nome da una voce stridula.
Mi voltai ed era Roman.
Stava correndo verso di me, mi fermai ad aspettarlo.
Quando fu vicino si piegò sulle ginocchia e prese respiri lunghi.
"Roman, da quant'è che corri?"
"Da quando sei entrata dalla porta"
Spalancai gli occhi. "E sei già stanco?"
"Hei, per caso noti il fisico scolpito di quei bei manzi lì?" Indicò un gruppo di giocatori di football.
Ma qualcosa mi fece venire un dubbio..
Oppure era solo una mia impressione..
Risi. "Perdonami"
"Si, sei perdonata!" Rise anche lui.
Dopo che prese fiato ci incamminammo verso l'aula di storia. Di nuovo insieme!

"Questa sera c'è una festa nei dormitori quelli dei ricconi" disse. "Precisamente in quello in cui ci sta Ethan Miller"
Osservandolo riuscì a vedere i suoi occhi illuminarsi dopo aver pronunciato quel nome.
"Ethan Miller?"
"Si! Oddio, è con noi in classe? Cioè, capisco che sia basso, ma non accorgersi di lui è praticamente impossibile!" Sembrò offendersi.
"Credimi non ho guardato nessuno in classe. Descrivilo, magari mi ricordo.."
"Ti viene il lampo di genio?"
"È possibile" scrollai le spalle arricciando il naso.
Lui mi guardo e rise appena. "Che è basso ma non invisibile, lo sai." Puntualizzò. "Ha i capelli rossi, due fossette adorabili.."
Scossi la testa. "Non mi ricordo.."

Ci sedemmo e continuammo la conversazione a bassa voce.
Roman roteò gli occhi. "Dopo se lo vediamo nella mensa te lo faccio vedere!"
Annuii.
"Allora mi accompagni?" Mi supplico prendendo le mie mani fra le sue.
"Non so come funzionano queste feste. Devo portare qualcosa?"
"Si" disse lui.
"Cosa?"
"Il tuo culetto!" Esclamò scoppiando a ridere.
"Ma..Roman!" Lo richiamai imbarazzata.
I due ragazzi seduti dietro di noi risero, e Roman fu soddisfatto di ciò.
Scossi la testa per unirmi anche io alle risate.

"Ho dimenticato una cosa in camera" dissi frugando nella borsa alla ricerca dei miei buoni.
"Cosa?"
"I buoni. Vieni un attimo con me?"
Lui annuì e andammo verso i dormitori.
Le poche persone che erano nei piani posarono gli occhi su di noi. Alcuni cercavano di trattenere una risata, altri si bisbigliavano cose all'orecchio, mentre alti ci guardavano e tornavano a farsi i fatti loro.

Misi la chiave nella serratura e aprì la porta. Sobbalzai quando vidi Mike steso sul letto con le cuffie alle orecchie.
Ma non andava a pranzo?
Mi guardò e poi guardò Roman che aspettava fuori dalla porta, mentre si dondolava sui talloni e teneva con entrambe le mani il manico della sua borsa a tracolla di colore marrone.
Lo sentì ridere, e mi voltai verso di lui. Teneva il cellulare sulle mani, e continuava a ridacchiare.
Sulla guancia sinistra gli era spuntata una fossetta.
Era davvero bello!

Recuperai i buoni e uscì dalla camera chiudendo la porta.
Prima di chiuderla definitivamente guardai Mike.
Roman afferrò il mio braccio costringendomi a fermarmi. Mi fece prendere un colpo!
"Sei in stanza con Mike Bird?" Domandò spalancando gli occhi.
"Beh si, perché?"
"Come perché?" Sospirò. "Ragazza devo documentarti su tutto! Andiamo a pranzo e ne parliamo!"
Mi prese sottobraccio e andammo in mensa.

Avevano preso entrambi degli Hamburger. Stavo per addentare il mio quando Roman iniziò a spintonarmi.
"Ecco Ethan! Ecco Ethan!" Lo annunciò entusiasta.
Alzai lo sguardo e vidi il ragazzo dai capelli color carota passare accanto ad un tavolo pieno di ragazze che lo richiamavano.
"Brutte oche!" Sbuffò Roman.
"Perché?"
"Sei l'unica che non ha capito che sono cotto di Ethan? Non è volgare dirti chiaro e tondo che..insomma..ho una particolare forma di attrazione verso.."
Rischiai di soffocare . "Non proseguire!" Tossii. "Lui lo sa che ti piace? Insomma, non mi sembra che sia molto interessato alle ragazze. Davvero ti piace?
Lui annuì. "Da morire! Solo che non sono il suo tipo. Guardalo, è un figo! Ed io..io sono uno sfigato!"
"Sei idiota non sfigato!" Sbuffai finendo di mangiare il mio panino. "Ma comunque, perché prima hai detto quelle cose su Mike?" Domandai incuriosita.

Si diede un colpo in testa. "Vero! Mi ero dimenticato di dirti di lui. Sai com'è.. c'era Ethan"
Risi.
"Allora lui è del secondo anno qui, e diciamo è uno che si fa gli affari suoi, un po' come quei bad boy, sai no?"
Scossi la testa.
"Ooh il tipico bonazzo misterioso!"
"Ah." Mi sistemai la felpa. "Quindi?"
"Solo..stargli alla larga, a volte è molto arrogante e presuntoso"
"Davvero?"
"Davvero! Prima rideva di me quando eravamo andati nella vostra camera"
"Cosa? Ma come si permet.."
Alzò una mano verso di me. "Mi hanno sempre preso in giro perché sono gay. A quest'ora ero al secondo anno anche io." Abbozzò un sorriso triste.
Presi la sua mano e l'accarezzai.
"Io ti voglio già bene per come sei" cercai di farlo sorridere, e per fortuna, ci riuscì.
Passò Ethan insieme al suo gruppetto e ci guardò, o meglio, guardò la mia mano accarezzare quella di Roman.

"Secondo me anche tu gli piaci" sussurrai.
"Dici?"
Annuii. "Ha guardato malissimo il modo in cui ti ho accarezzato la mano"
Le guance di Roman presero un colore rosato.
Sorrise nuovamente. "Magari un giorno riuscirò a stare con lui!" Disse sognando ad occhi aperti.
Non potei non ridere della sua goffagine.

Quando tornai in camera, stavo per aprire la porta, e Mike stava per fare lo stesso.
Stavo per arrivargli addosso!
"Scusa" dissi con tono acido.
Entrai in camera e mi diressi verso l'armadio per poter scegliere cosa indossare stasera.
Sentivo il suo sguardo su di me.
Cercai di non pensare alla sua presenza, e di mostrarmi indifferente.
Chiuse la porta e si appoggiò contro di essa, incrociando le braccia al petto. Incrociò pure le caviglie. Il suo giubotto in pelle era sbottonato, e le cinturine gli pendevano lungo i fianchi.
Continuava a fissarmi

"Esci con quello là?" Domandò con tono spavaldo.
Afferrai una maglietta e un paio di skinny jeans blu scuro. Chiusi le ante dell'armadio e lo guardai.
"Anche se fosse?"
"Sai che è gay?"
"Si. Lo so benissimo!" Sorrisi. "Ma non vedo il motivo per cui tu debba deriderlo per questo." Presi le difese del mio nuovo amico.

Il sorriso gli morì sul viso, e raddrizzò la schiena restando appoggiato contro la porta.
"Sinceramente non mi interessa com'è" disse scrollado le spalle.
"Meglio cosi!" Risposi in tono acido.
Sembrò infastidirsi. Mi avvicinai alla porta per uscire dalla camera e andare in quella di Roman per vedere se approvasse il mio outfit per la festa di questa sera.
Afferrai la maniglia della porta per aprirla, ma a metà Mike diede una spinta facendola chiudere.
Si mise in modo che non potessi passare.
"Non mi piace il modo in cui mi hai parlato, lo sai?"
"Ti ho parlato normalmente! Potresti farmi uscire?"
"E se non volessi?"
"Invece vuoi!" Afferrai nuovamente la maniglia, e lui richiuse la porta.

"Senti cosa vuoi?" Avevo iniziato ad innervosirmi, ed era chiaramente ciò che voleva.
Lo guardai con aria di sfida, e sulle sue labbra spuntò un sorriso soddisfatto.
"Niente. O almeno, tu non puoi darmi niente." Rise e andò a buttarsi a peso morto sul letto continuando a ridere.
Uscì dalla stanza stringendo i pugni.
Che arrogante che era!
Ed io che dovevo condividere la stanza con lui per un anno intero.
Ma quando ripensai alle parole che disse mi sentì inutile.
Abbassai lo sguardo.
Troppi ricordi vagarono nella mia mente.
Raggiunsi i bagni comuni e dopo essermi tolta i vestiti e aver regolato la temperatura dell'acqua, entrai e rilassai muscoli.
Non dovevo dargli tutto quel peso, o sarei ricaduta nell'abisso.

Nota Autrice: vi piace la storia? Commentate su ciò che vorreste accadesse.
Mi farebbe molto piacere ricevere i vostri pareri.

A Lonely Night. ||Mike Bird||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora