Capitolo III - Il sogno e il ciondolo

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Sgranai gli occhi. Avevo i battiti a mille e la fronte umida. Sbuffai. Per fortuna niente dell'incubo che avevo vissuto era reale.

Mi schiarii la voce. «Sarah, svegliati! Ehi, pigrona!» dissi con un filo di voce, la scossi delicatamente, e intanto riprendevo fiato.

Lei stiracchiò le braccia. «Sì, ehm, sono sveglia. Hai... hai dormito bene, Elo?» Si stropicciò gli occhi.

«Dopo la mitica sorpresa di ieri sera, avrei dormito alla grande, ehm, se non fosse stato per...» Ingoiai un groppo di saliva.

«Che è successo?» fece con la voce impastata e sbadigliò.

«Ho fatto un sogno allucinante.» E cominciai a raccontarle ciò che avevo visto e vissuto durante quella notte da incubo. «È stato terribile, ma... sai cosa? Avevo fatto un sogno simile anche la settimana scorsa, proprio prima di partire. Infatti, quando in aeroporto mi hanno fermata per colpa del ciondolo, ho pensato subito a una specie di premonizione, il sogno mi aveva mostrato in anticipo il brutto quarto d'ora che avrei passato con la security. Se quell'incubo continuerà a tormentarmi, e lo ha fatto anche stanotte, probabilmente mi aspettano altre seccature.»

«Bah, non dire così, porta sfiga!» E fece le corna stereoscopiche allungando indice e mignolo di entrambe le mani. «Piuttosto, ascoltami, dici che il tuo ciondolo ti fa sentire bene, che t'infonde sicurezza. Be', grandioso! Il corpo, attraverso i sogni, ci manda segnali che troppo spesso sottovalutiamo, il più delle volte si tratta di bisogni inconsci. A questo punto ti consiglierei d'indossare la tua ambra ogni giorno, probabilmente hai bisogno di sentirla vicina, a contatto con la pelle, ecco perché hai fatto quel sogno.»

I miei occhi si spalancarono. «Ultimamente ti trovo geniale! Farò come dici. Non ho portato la mia ambra per lasciarla nello zaino.»

Sganciai la catena e indossai il ciondolo.

Quando la pietra sfiorò la pelle dello sterno, percepii una lieve scossa. Ne avvertii addirittura lo schiocco lievissimo.

Il cuore sobbalzò. Il respiro si fermò all'istante.

Sarah nello stesso istante sgranò gli occhi e urlò: «Elo, hai... hai visto? Il ciondolo, il tuo ciondolo! Oh, mio Dio!» E indicò l'ambra.

«Cos... che succede al mio ciondolo?» A stento riuscivo a parlare, la lingua era diventata un canovaccio asciutto.

«Il tu... il tuo ciondolo si è illu... illuminato come una lucciola!» balbettò Sarah con lo sguardo spiritato. «Ha lampeggiato per una frazione di secondo! Io... io l'ho vista quella luce, credimi, Elo, sono perfettamente sveglia e sono certa di non essermi sbagliata!»

Le tremava la voce e col dito puntava il mio petto. Il dito le tremava anche più della voce.

«Certo che ti credo, ho sentito la scossa! Ehm, una piccola scossa, un po' come quando scendi dalla macchina, tocchi la portiera e parte la scarica elettrostatica. Assieme allo schiocco, ho sentito un tuffo al cuore. A dirla tutta, un po' mi sono spaventata. Anche se, mm, a pensarci bene, forse ci ha suggestionato il sogno che ti stavo raccontando. Adesso che ci penso, l'ambra può accumulare carica elettrostatica, si sarà illuminata per effetto dello sfregamento contro la t-shirt.»

Io e Sarah ci scambiammo delle occhiate interrogative, tutt'e due poco convinte della spiegazione che avevo trovato. «Dannazione, quante cose strane stanno capitando da quando sono partita!» Scossi la testa, non riuscivo a capacitarmi. «Prima gli agenti che scoprono qualcosa di elettronico nel mio ciondolo, adesso la scossa; tu che dici di aver visto la pietra lampeggiare e infine l'incubo di stanotte che mi tormenta per la seconda volta. Ouf, sono così confusa... L'ambra è stata per anni, anzi secoli, chiusa buona buona nella sua scatolina d'oro. E adesso, di punto in bianco, nel bel mezzo della vacanza, comincia a dare i numeri! Sì, è certo, quando torneremo a casa, mostreremo la pietra all'amico di tua madre e lui ci aiuterà a capirci qualcosa, almeno spero.»

Il Ciondolo d'Ambra : CrisalidiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora