Capitolo III - La strigliata

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Dopo un po' ci fermammo a bere dell'acqua e ne approfittammo per dare una scorsa alle cartine

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Dopo un po' ci fermammo a bere dell'acqua e ne approfittammo per dare una scorsa alle cartine.

Una voce metallica gracchiò alle nostre spalle.

Ci guardammo l'un l'altro, sconcertati.

Era la prof di greco, la Berardi, che via radio ci invitava a rientrare al campo.

«Ci dà solo un'ora per tornare?!» esclamai a occhi sbarrati. «Ma siamo appena partiti! La Berardi è fuori!» La notizia mi mise in agitazione. Il tempo era volato.

Vinci sbottò: «Le mie gambe non si sbagliano mai, mi avete sfiancato, accidenti a voi! Abbiamo marciato per la bellezza di tre ore! E ditelo che mi volete vedere morto!» Si tamponò la fronte col polsino della felpa.

«Arcicacchio, e adesso?» proruppe Sarah col viso tirato.

Sapevamo bene che per tornare c'era tanta strada da fare, non saremmo rientrati in tempo.

Luca, per incoraggiarci, disse: «Siamo stati bravi, abbiamo fatto un discreto tratto di strada. Nel pomeriggio, o domani, ripartiremo esattamente da questo punto, anche se tutto dipenderà dai prof e dai programmi che hanno in mente per noi».

«Gente, poche chiacchiere e muoviamoci», ci incalzò Sarah guardando l'ora, «altrimenti una tirata non ce la toglie nessuno!»

Alex non sembrava ottimista – probabilmente tutti la pensavamo più o meno come lui. Ci squadrò con un'espressione fra il sarcastico e il rassegnato e strinse le labbra fra i denti.

«Piantatela, non sprechiamo altro fiato e tempo!» concluse Andrea.

Cominciammo a correre più in fretta che potevamo e inforcammo le bici appena la strada asfaltata ci venne incontro.

Arrivammo al campo che eravamo pronti per la camera iperbarica; il nostro sangue, a causa della corsa esagerata, era diventato come lo champagne francese: pieno zeppo di bollicine.

Superammo il cancello.

Mariotti ci aspettava al varco con un'espressione truce stampata sulla faccia.

Il suo sguardo severo scandagliò le nostre facce, una a una.

Ci si avvicinò ed esordì: «Se aveste tardato un altro minuto, uno soltanto...» Alzò l'indice. «Domani il vostro alloggio speciale sarebbe stato il campeggio e niente escursione. Sembrate esausti, avete delle facce paonazze. Avete corso parecchio, eh?!»

Ci limitammo ad annuire, eravamo troppo impegnati a riprendere fiato per rispondere.

Il prof scosse la testa e continuò: «Uhm, è il primo giorno di vacanza e la vostra voglia di libertà scalpita, lo capisco, e voglio essere comprensivo. In ogni caso vi tengo d'occhio, ragazzi». Con indice e medio puntò i suoi occhi e dopo i nostri. «Faremo i conti al prossimo sgarro. Adesso andate, i vostri compagni sono a mensa già da un po'.» E annotò i nostri nomi sul suo taccuino nero.

Il Ciondolo d'Ambra : CrisalidiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora