I Hate And I Love You #Wattys2017

Capitolo 17

Il giorno dopo uscii con Veronica e tutte le sue solite amiche fidanzate.
Dopo aver fatto l'ultima guida prima di fare l'esame della patente.

«Jessy» mi chiamò Veronica appena mi vide nel parcheggio dell' "Incontro" a Barlassina.
Ormai era davvero divenuto il nostro punto d'incontro.
Ero arrivata lì guidando con mia mamma affianco.
La salutai e le dissi che mi avrebbe accompagnata a casa un'amica di Veronica che abitava a Varedo, proprio come me.

«Eii Vero» risposi.
«Le altre sono entrate, fammi fumare e poi entriamo»
«Tossica» le dico ridendo.
« Ne ho fumare solo 5 credo..»
«Se,se »
«Comunque sta patente?» mi chiese.
«Ho l'esame fra pochi giorni, ho un'ansia, non ti dico il giorno per scaramanzia»
«Ok» disse Veronica ridendo.
Veronica finì di fumare e entrammo nel bar, le sue tre amiche ci aspettavano sedute in un tavolo sulla destra.
Dopo qualche secondo il barista venne a prendere le ordinazioni.
«Un principino» dissi, mentre il barista mi sorrideva cercando di dire qualche battuta a causa della mia ordinazione.

Il "principino" era un caffè con un cucchiaio di nutella, ricoperto di panna, con un pizzico di cacao in cima. Il tutto servito in un bicchiere alto e stretto di vetro.
Lo adoravo, perché sì, sono molto golosa.
«Sempre la solita» mi disse Veronica facendo riferimento alla mia golosità.
Presi un fazzoletto di quelli messi dal bar sul tavolo e lo accostai alle labbra lasciando la mia impronta di rossetto rosso.
Avevo il rossetto "indelebile", ma é tutto falso, non credeteci, si squaglia comunque.
Il barista arrivò col mio "principino" e con i loro the caldi. Bleh.

«No, ti prego dammelo» disse improvvisamente il barista prendendo il mio fazzoletto imbrattato di rossetto.
«Posso tatuarmi le tue labbra? Sono troppo belle!» disse il barista.
«Ok» dissi ridendo.
Le altre, sorrisero.
«wow» disse un'amica di Veronica, che si chiamava a sua volta Veronica.
«Ma, allora con Federico?» mi chiese Ilaria, un'amica di Veronica, quella che poi mi avrebbe riportato a casa.
«Non lo so, io lo amo, ma mi ha trattato malissimo ieri»
E raccontai l'episodio del giorno prima al parco.
Tutte ovviamente mi consigliarono di lasciarlo perdere, dicendomi che meritavo molto di più.
Veronica poi mi disse di aggiungere un amico del suo ragazzo Simone, che si chiamava Davide, perché era interessato a me e di darmi un'occasione.
Decisi di andare sul suo profilo Facebook e vidi che era davvero carino e lo aggiunsi.
E subito mi scrisse.

«Ciao» mi scrisse questo Davide.
E dopo un po' mi scrisse che voleva vedermi.
Veronica mi incoraggiò a farlo, ad uscirci, d'altronde anche Federico si stava facendo la sua vita.
Io non sapevo cosa fare, ma volevo provaci, non sapevo più  cosa fosse un primo appuntamento.
Ilaria mi portò a casa e ripensai a Davide, non so se ce l'avrei fatta.

Dopo due giorni, proprio di lunedì avevo l'esame della patente.
Lo avevo sul primo pomeriggio, avevo un'ansia pazzesca, perché se non avessi passato l'esame questa volta, avrei dovuto rifare tutto.
Quel giorno saltai comunque scuola, alle 14 ero già in scuola guida.
Decisi di essere la prima a farlo.
Le gambe mi tremavano per l'ansia, ma meno rispetto lo scorso esame.
«Jessica, tranquilla e prendi sta patente» disse Roberto.

L'esaminatore era un uomo, sulla sessantina, molto alto e magro.
L'esame era già partito male, perché avevo memorizzato il percorso dell'esame che doveva essere eseguito a Limbiate, invece l'esaminatore voleva creare il percorso.
Eravamo a Bovisio e l'esaminatore si presentò e vide che ero stata bocciata e mi chiese il perché.
Capii subito che non gli stavo molto simpatica, ma dovevo farcela sta volta, mi fece partire e fare un parcheggio a L e uno a S, che mi uscirono perfettamente.
Poi presi qualche rotonda e la Milano-Meda qualche volta e il mio esame finì egregiamente.
Ebbi in mano il foglio che poi sarebbe divenuto patente.
Ero euforica, mandai audio e chiamate a tutti, quasi.