Parcheggio

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Alla sera vidi Federico, che sembrava quasi incazzato, un po' scocciato.
Il che mi fece ritornare quel cazzo di magone, quel nodo alla gola e allo stomaco che ormai mi perseguitava.

Venne a prendermi praticamente sotto casa.
«Jessica ciao»
Odiavo sentirmi chiamare col mio nome, quando fino a poco fa ero sempre "Amore", io non risposi.
Accese l'auto e andammo in un parcheggio un po' più lontano dal solito, nessuno nel tragitto parlò, io avevo i crampi allo stomaco, sapevo che sarei stata ancora male.
Poi l'auto si fermò.
«Io provo dei sentimenti per questa persona» mi disse all'improvviso scrutando la mia espressione.
«Non ti credo» dissi.

La cosa più dolorosa che il destino aveva potuto farmi fu quella di fargli rompere il cellulare il giorno dopo che aveva baciato per la prima volta quella troia.
Si, perché io sapevo la sua password di Facebook, entrai e mi lessi tutti i loro messaggi,che parlavano chiaramente di come avessero apprezzato la serata, di lui che andava a prenderla, della loro canzone.
Pure la canzone del loro bacio, un bacio fantastico dato in discoteca, quella canzone che mi tormenta tutti i giorni.
Mi ricordo come fossi scoppiata a piangere e come corsi fuori dalla classe, col prof perplesso e preoccupato e Giulia la mia compagna di banco, che mi rincorse per capirci qualcosa.
Le feci leggere il messaggio e capì perfettamente ciò che stavo provando.
Non poteva capitare tutto ciò a me, non poteva.

Giada che le rispondeva coi cuori, ma la cucciolina mica poteva lasciare il proprio ragazzo.
Ah già dimenticavo un passaggio fondamentale, lei é anche evangelista, rischiava di uscire dalla religione ed essere vista male.
Giusto perché andare a ballare tutte le sere, limonare con un altro per di più fidanzato era vergognoso, ma non se lo sapevano solo loro.
E questo famoso bacio, fra l'altro era avvenuto solo qualche giorno prima, dopo che io avevo baciato Davide, cosa che secondo me Federico fece solo per ripicca.
Quindi come cazzo faceva a provare sentimenti per questa?

«Non reagisci?» mi disse provocandomi.
«Federico cazzo, cosa devo reagire? Lo sai come sto, le ho provate tutte per te, mi stai solo facendo morire.»
«Dai un grazie perché sei dimagrita no?»
Non ricordo se in quel momento lo presi a schiaffi, ma sicuramente era la cosa giusta da fare.

«Cosa vuoi da me?» gli chiesi io, ora incazzata e quasi piangendo.
«Che te ne vai, lasciandomi vivere la mia storia» disse Federico.
Io non capii se avevo davvero udito bene, ma non volli farmelo ripetere.
Scesi dalla macchina, vomitai davanti a lui praticamente.
Non era un qualcosa che potevo trattenere, era una reazione istintiva del mio organismo.
Lui uscì dall' auto, solo per guardarsi la scena.
Poi cambiò completamente..
Mi prese le mani e mi disse che non dovevo stare così per lui, che ci teneva molto, che quella era solo una persona per divertirsi.
Mi iniziò a baciare il collo, a baciarmi.
Sorvoliamo che avevo vomitato poco prima.
Insomma, alla fine successe ciò che non doveva accadere, poi nel momento del culmine del piacere, si fermò.
Mi guardò e disse:
«Non posso»
Io mi tolsi immediatamente dalla sua presa, mi rivestii senza dire più nulla e lo obbligai a portarmi a casa.
Basta mi ero stancata di tutto questo, ora sì che poteva viversi la sua vita tranquillamente.
Tra l'altro quando gli riferii di Edoardo mi presi anche della troia.
Non poteva permettersi di trattarmi così.
Mi accompagnò a casa, senza parlare e salii senza più dire una parola e senza girarmi, mentre vidi lui piangere..

I Hate And I Love You #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora