Lali Esposito non era il tipo da discoteca. Guardandola bene si capiva subito che era una ragazza intelligente, dolce e timida. Ma quel giorno si trovava in una discoteca, e sembrava un pesce fuor d'acqua. Si guardava in torno seduta al suo tavolo e tutto ciò che c'era nel suo bicchiere era normale coca cola, nemmeno un goccio d'alcol. -Sicura di non voler ballare?- le propose Peter, seduto accanto a lei, prese un sorso dal suo bicchiere pieno d'acqua, entrambi avevano deciso di non ingerire alcolici. -Sicura- disse lei, si girò verso di lui e gli sorrise, facendogli cenno che lui però poteva andare a divertirsi, ma distolse quasi immediatamente lo sguardo, perché gli occhi di lui, il suo sorriso, avevano uno strano, e pericoloso, effetto su di lei. Lui non si mosse dal suo posto. -Perché non vai tu, da solo, a ballare? Divertiti, dimenticati di me- gli propose lei, anche se lei mai si sarebbe potuta dimenticare di lui, fosse nemmeno per un secondo. Lui scosse il capo. -Io sono venuto con te, ballerò con te o starò seduto a non parlare con te, e me ne andrò da qui con te- gli disse lui. Lei sorrise, non capiva perché, forse era il fatto che Peter ci teneva a lei, poi si chiese se non volesse semplicemente controllare che non bevesse, si disse che anche fosse stato per quello, significava ugualmente che Peter ci teneva a lei e voleva prendersi cura di lei. -Mi dispiace che tu ti debba annoiare- gli disse lei. -Allora vieni a ballare con me- le disse e sta volta le fece il sorriso compratore, Lali si chiedeva se Peter sapesse quanto quel sorriso la ipnotizava, che non poteva che fare tutto ciò che desiderava, e non era solo con lei. Lali ricordava quando Peter utilizzava quel sorriso quando erano più piccoli, quando a scuola nessun insegnante osasse sgridarlo per via di quel sorriso, di quando ogni ragazza non potesse che dirgli di si, che ogni ragazzo non potesse che essere suo amico, quel sorriso gli garantiva numeri di telefono, amici assicurati e certe volte, anche drink gratis. Lali non aveva ancora conosciuto qualcuno immune a quel sorriso. Perfino Euge quando era in vita non poteva dirgli di no, se vedeva quel sorriso si ammansiva e lo coccolava come fosse un bambino, e gli faceva mille favori, anche se diceva di essere immune a quel sorriso, e forse lo era, semplicemente non riusciva a non fare di tutto per suo fratello, per renderlo felice e così vedere più spesso quel sorriso. E forse non era la magia del sorriso, forse era semplicemente Peter, dopo tutto, Peter era molto attraente, era semplice che le ragazze volessero uscire con lui, ed era anche molto simpatico per questo aveva molti amici, e Lali era innamorata di lui, anche se cercava di nasconderlo, quindi era semplice che si ritrovasse vittima del suo fascino e quindi a fare cose che non voleva fare e di cui, forse, in seguito, si sarebbe pentita. Come per esempio, ritrovarsi al centro della pista di una discoteca piena a ballare con accanto Peter che le sorrideva, e manteneva tutta la sua attenzione su di lei, non accorgendosi delle numerose ragazze (ed anche qualche ragazzo) che gli lanciavano occhiate eloquenti, a cui sembrava piacere molto e che tentavano di avvicinarlo, ma che lui ignorava, perché tutta la sua attenzione era diretta a Lali, la sua migliore amica, nonché coinquilina e partener di sesso. -Ciao- disse una ragazza, bionda ed alta, indossava i tacchi, anche se, con gambe come le sue, erano quasi del tutto inutili, riusciva ad arrivare all'altezza di praticamente quasi tutti gli uomini. Sorrideva a Peter, ed era a lui che era diretto quel saluto, che Lali era sicura che aveva pronunciato miagolando, come ogni gatta che quella sera ci aveva provato con lui. Però la differenza, eloquente, fu che Peter smise di ballare e si girò verso di lei, e le sorrise (le fece proprio quel "sorriso", di cui Lali era tanto innamorata) e le baciò una guancia. Lali si bloccò ed iniziò a diventare rossa, sentiva la rabbia scorrerle nelle vene, sentiva il calore arrivarle alle guance. -Ciao, dolcezza- disse lui. A Lali venne un immensa voglia di andare al bar ed ordinare un drink, ma più che berlo avrebbe voluto rovesciarlo addosso a quella ragazza, così si sarebbe tolta dai piedi. Lali fece un finto colpo di tosse per attirare la loro attenzione, in 5 minuti non avevano fatto altro che guardarsi a vicenda, non notando i ragazzi che ballando gli andavano a dosso. Ora lo sguardo di Peter era sulle gambe di lei, messe in mostra da una mini gonna che copriva realmente poco, la ragazza sorrideva raggiante, come se avesse raggiunto il suo scopo. Quando Lali tossì, Peter rivolse la sua attenzione a lei, e sembrò risvegliarsi dalla trance. -Lali, lei è Mary, una mia amica- disse Peter e le presentò con un sorriso. -Mary, lei è Lali, la mia migliore amica- sottolineò, migliore amica, come per dirle, "Hey, non preoccuparti, fra me e questa non c'è nulla, ma evita di trattarla male, perché ci tengo a lei". Mary si girò verso Lali e la studiò -Non mi ero accorta della tua presenza, scusa- disse, e fece un sorriso che a Lali ricordò troppo quello delle streghe delle favole. -Dovresti indossare dei tacchi- le consigliò. Lali la incenerì con lo sguardo e strinse i pugni, avrebbe tanto voluto constatare se se la cavava ancora bene con la box, dando un pugno a quella tipa. Ma si trattenne. -Cosa fai qui, Mary?- le chiese Peter. La ragazza riportò immediatamente l'attenzione su di lui. -Volevo vederti- gli disse. Peter ampliò il sorriso. Lali sbuffò e dato che nessuno le prestava attenzione, si diresse al bar, non aveva proprio voglia di vedere Peter mentre la baciava, ed aveva decisamente bisogno di un drink. Si sedette al bar, fortunatamente aveva trovato un posto libero vicino al bancone. Il barista le chiese -Cosa posso darle?- Lali sospirò e disse -Qualcosa di forte, che non mi faccia pensare- lui fece cenno di si con la testa e le servì un drink, Lali non sapeva molto bene cosa fosse, aveva il colore della coca cola, ma quando lo ingerì capì che non era semplice coca cola, l'alcol le bruciò la gola, ed il cervello si spense, mentre il corpo si rilassava. -Però, che fortuna la mia, vedere una donna così bella, la stessa, due giorni di fila- disse il barista. Lali alzò lo sguardo per capire con chi stava parlando e dato che lo sguardo del ragazzo era rivolto a lei, e dato che le stava sorridendo a lei, Lali dedusse che stesse parlando di lei. Lali cercò di fare memoria, nonostante l'alcol le annebbiasse la mente e le dava difficoltà concentrarsi. Il barista era lo stesso del giorno prima, lo stesso che le aveva servito il boccale di birra, quella volta senza proferire parola, questa volta ci stava decisamente provando. Lali ricordò anche, che, per via del suo attacco di rabbia, il giorno prima se n'era andata dal locale senza pagare. -Io ieri non ho pagato- disse, ed infilò la mano nella borsetta in cerca di soldi. -Calma, ieri ci ha pensato il tuo amico- le disse e senza che lei glielo chiedesse le riempì nuovamente il bicchiere e glielo rimise d'avanti. Ampliò il sorriso e Lali constatò che fosse molto bello, non solo il sorriso, pure lui. -Questa volta è offerto dalla casa- le disse. Lei alzò un sopracciglio -E perché?- gli chiese, si chiese se non stesse incitando il ragazzo a provarci dato che aveva utilizzato una voce molto da gatta morta, e si stava appoggiando al bancone in modo che lui vedesse la scollatura del vestito, ed in più, aveva un sorriso suadente dipinto in volto. Constatò di si, che effettivamente pure lei ci stava provando con lui e si disse che andava bene così, tanto, non aveva nulla da fare, a parte, forse, vedere Peter provarci con la biondina e quasi sicuramente portarsela a casa, e non era uno spettacolo che aveva intenzione di vedere. -Be, le belle donne non pagano durante la settimana- le rispose lui. Lei ampliò il sorriso, era da tanto che un ragazzo non le dicesse che era bella. -Non me lo dicono molto spesso- gli disse. Lui fece un espressione di puro stupore -Significa che conosci solo ciechi- le disse, Lali ridacchiò alla battuta, ed iniziò a giocherellare con una ciocca di capelli, si, stava facendo la gatta morta, e gli piaceva. -E dimmi, bel barista, tu c'è l'hai un nome?- gli chiese. Lui indicò la targhetta attaccata alla maglietta, lei strizzò gli occhi, ma non riuscì a leggere. -Non riesco a leggere- gli disse. Lui le porse una mano e le disse -Pedro- lei accettò la sua mano e gliela strinse, la sua mano piccola, in quella di lui, enorme, scomparve. -Lali- si presentò. Lui si sporse sul tavolo e continuarono a fare conversazione e lui le riempiva il bicchiere quando lei lo svuotava, non c'era nemmeno bisogno di dirlo. Lali sorrise compiaciuta, non aveva mai fatto conquiste in discoteca, Euge sarebbe stata fiera di lei, e allo stesso tempo le avrebbe dato un ceffone in testa per come si stava comportando con Peter. Ma lei decise di ignorare la storia del ceffone, di rinchiudere Peter in un angolo del suo cervello al quale non avrebbe attinto e pensò che Euge fosse fiera di se e continuò a provarci spudoratamente con quel ragazzo, mentre lui faceva lo stesso con lei.
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365 giorni di Laliter
Fanfic(Questa storia è mia, ma ho preso ispirazione da altre parti) Lali ha 26 anni, ed è sicura di avere tutta la vita d'avanti e molto tempo per realizzare tutti i suoi sogni, ma quando una sua amica della sua stessa età muore improvvisamente, Lali non...