Capitolo 43

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Si sentì un leggero bussare alla porta, Peter alzò lo sguardo dal computer e fece un respiro profondo, si alzò in piedi e si avviò alla porta. Tutte quelle ore le aveva passate preparandosi mentalmente per affrontare Lali, ma ora non si sentiva molto sicuro, non era pronto. Aveva lo stomaco in subbuglio, gli occhi che gli dolevano per la mancanza di sonno, così come gli doleva la testa per quanto aveva pensato e ripensato ai messaggi di Benjamin e struggendosi su che risposta avrebbe potuto dargli Lali: "Ti amo ancora anche io, ti perdono, in tutto questo tempo non sono riuscita a dimenticarti"...; ma sopratutto gli doleva il cuore. Quando mise la mano sulla maniglia per aprire la porta si accorse che gli tremava la mano. Si aspettava Lali con gli occhi lucidi, tremante ed incerta, arrabbiata e triste, ma invece si trovò di fronte il dolce sorriso di Rochi, con gli occhi che le brillavano, però Peter non era un allocco, ed anche se Rochi emanava dolcezza da tutti i pori non si lasciò sopraffare -Ti manda lei?- le chiede, la voce dura e ferma, più di quello che si aspettasse. Rochi scosse la testa -Ma sai tutto- non era una domanda, Peter lo capì dal suo sguardo. Lei, ugualmente, fece cenno di si con la testa. Gli mostrò il vassoio che aveva in mano, con due tazzine, una tegliera di tè fumante, zucchero e latte. Peter si scostò e le fece cenno di entrare, dopodiché chiuse la porta. Rochi posò il vassoio sulla scrivania, ma restò in piedi accanto alla sedia. Mentre Peter si dirigeva alla sua postazione la osserva e si ricordava che benché sia lui, che Lali ed Euge l'abbiano sempre trattata come un'amica, una di famiglia, la ragazza lavora per loro, prendeva i loro ordini. -Siediti- le disse, mentre lui faceva lo stesso. Rochi lo ringraziò e si siedette. Versò il tè nella tazzina e glielo passò. Peter lo prese e ne bevette un sorso, bruciandosi la lingua. Posò la tazzina sulla scrivania e guardò il vapore che saliva. -Cosa è successo? Perché l'hai tratta in quel modo?- gli chiese andando subito al punto. Peter alzò lo sguardo. -Lei lo sa, fattelo dire da lei- le rispose acido, con il tono duro, sorprendendosi di se stesso. -No, lei non lo sa- disse Rochi scuotendo il capo. -non ne ha la minima idea- gli assicurò. Peter strinse forte il manico della tazzina. -Non ci credo...come fa a non saperlo?- chiese, anche se non era una vera e propria domanda. -Dimmi cos'è successo, non si può distruggere una relazione per un fraintendimento- gli disse. Lui alzò lo sguardo ed incrociò quello di lei. -Un fraintendimento? Lali mi tradisce!- gridò. Rochi strabuzzò gli occhi. -Ma di che parli?- gli chiese lei scombussolata. -Lei ed il suo ex sono tornati in contatto. Lui le dice cose dolci, le dice che gli manca, che la ama ancora, gli chiede di perdonarlo...- disse, ed ogni parola che diceva era una fitta di dolore al cuore. Rochi scosse la testa. -Che c'è?- chiese Peter. -C'è il fatto che sei uno stupido Peter. Si, l'ex di Lali l'ha ricontattata e lei per non essere maleducata gli ha scritto, ma nulla di più di un "ciao". Lui le ha detto che l'amava ancora e che gli mancava e Lali gli ha scritto che era uno stupido, che non lo amava più, che l'aveva ferita nel profondo, ma che ora stava bene, che era fidanzata con un uomo che amava tanto e che la rispettava. Poi lei però si è comportato malissimo ed ora lei sta soffrendo e non sa nemmeno il perché- Peter fece cadere la tazzina che si ruppe sulla scrivania, ed il te finì per macchiare tutto. Alcune carte, la sua camicia, il pantalone. Rochi strabuzzò gli occhi. Prese una pezza ed iniziò a pulire. Peter si prese il viso fra le mani -Sono un imbecille- lei lo guardò -Si, concordo- gli disse e gli sorrise, passandogli un fazzoletto perché si potesse pulire. 

Peter provò di nuovo a bussare, ma come la volta prima, non lo fece, abbassò la mano ed appoggiò la testa alla porta. -Sono così stupido...- farfugliò. -Si, lo sei- disse una voce alle sue spalle. Peter si girò. Lali era lì, dietro di lui, i capelli bagnati, e con in dosso solo un accappatoio. -Lali- pronunciare il suo nome gli fece battere forte il cuore, un suono così dolce e bello. Lali distolse lo sguardo dal suo. -Che fai?- gli chiese. Lui le porse il mazzo di fiori che aveva in mano. -Venivo a chiederti scusa- le disse. Lali guardò i fiori, belli, così colorati e profumati. -Non so se perdonarti- gli disse, senza prendere i fiori. Lui abbassò il braccio, ed il sorriso scomparve dalle sue labbra. -Ho sbagliato- disse. -Si, molto- concordò con lui. -dovevi parlarmi, non andare subito alle conclusioni, sbagliate, ed arrabbiarti così- disse. Lui la guardò. Guardarla, con quella espressione così dolce e triste in volto gli faceva male. -Mi dispiace tanto. Sono un imbecille. Picchiami, insultami, ma non lasciarmi- la pregò. Lei lo guardò e fece un respiro profondo. -Credo che dovremmo prenderci una pausa, io non amo nessuno a parte a te, però ci siamo feriti tanto, e credo che sia la cosa giusta da fare. Non dico di frequentare altre persone, solo di lasciaci i nostri spazi ed i nostri tempi- gli disse, e lo superò. Aprì la porta della sua stanza e se la chiuse alle spalle, chiudendosi a chiave. Peter rimase lì, fermo, a fissare il punto in cui poco prima era Lali. -Non ti arrenderai spero- disse la voce di Rochi. Peter le lanciò uno sguardo, fece un sorriso e disse -Mai, se si tratta di Lali, non mi arrenderò mai- le assicurò. Rochi ricambiò il suo sorriso, negli occhi del ragazzo si era accesa una luce di sfida.  

365 giorni di LaliterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora