Capitolo 35

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Le braccia di Peter l'avvolsero e la avvicinarono. Lali aveva la testa appoggiata contro il suo petto, avvertiva il suo odore, il cuore di lui batteva ad un ritmo rilassante, era come una ninna nanna. I capelli di Lali solleticavano il petto ed il collo di Peter, e la leggera brezza che entrava dalla finestra gli pungeva la pelle, ma non gli andava di alzarsi per chiuderla, sopratutto perché sarebbe dovuto scendere dal letto e separarsi da Lali, e non gli andava proprio per nulla. Peter aprì un occhio e lanciò uno sguardo all'orologio sul comodino, erano le 4 e 50 del mattino, il sole non era ancora sorto, e la luce della luna faceva apparire tutto così strano, Peter riusciva a scorgere solo i contorni degli oggetti, l'unica cosa che vedeva con chiarezza era Lali stretta contro il suo corpo, sapeva che l'aveva avvicinata lui, per sentire il suo calore e la morbidezza della sua pelle contro la propria. Il cielo, visto dalla finestra di Lali, era molto bello, un manto nero con dei puntini luminosi, ed una palla gigante che illuminava tutto, senza però accecare. Si sentiva il rumore del mare, le onde che si abbattevano contro gli scogli e contro la riva, si avvertiva un forte odore di mare, un odore pungente e buono. -Ti piace il paesaggio?- domandò la voce roca di Lali. Era roca per il sonno e Peter la trovava molto sexy . Si girò verso di lei e le sorrise. -Si, ma di più tu. Ammirarti è così bello- le disse accarezzandole la schiena. Lei rise leggermente. -Peter, lo dici come se tu mi ammirassi da lontano, da chissà quale distanza, come se stessi ammirando la luna- gli disse. -Tu sei più bella della luna- le assicurò. -Oggi ti sei svegliato dolce e poetico?- indagò lei. Lui l'attirò a se, le loro labbra si sfioravano. Abbassò per un attimo lo sguardo sulle labbra di lei e poi lo riportò sui suoi occhi -Perché? Non ti piace?- le chiese. -Lo adoro- gli assicurò lei e finalmente unì le loro labbra. Ogni volta quando la baciava era come baciarla per la prima volta, o meglio, era come baciarla dopo tantissimo tempo, come se non lo avesse fatto pochi attimi prima. Ogni volta era speciale, nemmeno lui sapeva come spiegarlo. -Fra poco sorgerà il sole- disse lui, tornando a guardare fuori dalla finestra, Lali appoggiò la testa sul suo petto e seguì il suo sguardo. -Ed allora? Io non me ne vado ora che sorge il sole, non è più così- gli disse. Gli lanciò un occhiata e gli chiese -Tu vorresti che fosse così?- lui la guardò e scosse la testa sorridendole -Quella Lali era troppo complicata, ed aveva seri problemi con l'alcol e poi sembrava divertirsi a prendermi a pugni- le disse, Lali trattenne a stento una risata, nel silenzio della notte quel dolce suono riecheggiò per tutta la casa, e sopratutto nel cervello di Peter, che cercò di imprimerselo e ripeterlo come una cassetta, come se non avrebbe mai più sentito la sua risata. -Questa Lali è molto più brava a mandarmi al tappeto, però, ogni volta che la vedo cado. È meno complicata, mi dice ciò che sente sempre, sa che non deve nascondermi nulla, parliamo di tutto, ci intendiamo alla perfezione. Voglio dire, l'altra Lali era brava a fare certe cose, ma non parlavamo mai, a parte se non di sesso, ed anche questa Lali, dopotutto è brava a fare quelle certe cose, forse le fa pure meglio- le assicurò lui. Lei gli sorrise. -Allora perché ti interessa tanto quando sorgerà il sole? Te ne devi andare? Sei diventato un vampiro?- gli chiese, entrambi scoppiarono a ridere. -No, non è questo- disse lui, ed iniziò a fare cerchi col dito sulla schiena di lei. -Non hai mai visto l'alba seduti sulla spiaggia?- le domandò, continuando a guardare dalla finestra. Lali scosse la testa. Lui incrociò il suo sguardo e le sorrise. -Vuoi accompagnarmi a fare una passeggiata romantica sulla spiaggia, non riesco più a dormire- le disse. Lali annuì con la testa. 

Anche se era Agosto inoltrato, alle 5 e 15 del mattino faceva molto freddo, c'era un leggero venticello che faceva svolazzare i capelli di Lali. Peter le strinse la mano, mentre scendevano sulla spiaggia. Anche se era buio si riusciva a vedere abbastanza per poter camminare senza problemi. Data la mancanza di illuminazioni troppo forti, il cielo era limpido e le stelle ben visibili. Lali non aveva mai visto l'alba, ma aveva dormito sotto quello stesso cielo stellato qualche anno prima, con Euge e Peter. Era stata una bell'esperienza che l'aveva profondamente marcata. Lali sentì un brivido freddo percorrerle la schiena e si strinse le braccia intorno al corpo. Peter notò che aveva freddo e l'abbracciò da dietro, baciandole la testa. Lali accarezzò le braccia che la stringevano. La ragazza avvertì il calore di lui avvolgerla. -è successo qualcosa?- gli domandò. Il cielo iniziava a colorarsi di rosa e blu chiaro, mentre la luce iniziava ad illuminare tutto. -No, perché?- le domandò, ma Lali avvertì che nella sua voce c'era una nota strana, comprese che le stava nascondendo qualcosa. -Ti sei svegliato presto, mi hai riempito di complimenti, e mi hai portata a fare una passeggiata romantica, e sei strano- gli disse, girandosi verso di lui, senza staccarsi dal suo abbraccio. Lo avvolse anche lei con le sue braccia ed iniziò ad accarezzargli la schiena. Peter guardava il cielo. -Ho fatto un brutto sogno- disse, Lali non capì. -Ed allora? Era semplicemente un incubo- gli disse, sorridendogli con dolcezza. -In quel sogno mi comportavo da stronzo e ti perdevo, ritornavo quello di prima ed improvvisamente mi sentivo vuoto. Senza di te mi sentivo come se mi mancasse una parte del corpo, qualcosa di fondamentale, ma non potevo tornare da te e chiederti scusa perché era troppo tardi, quindi nascondevo i miei sentimenti in una parte di me e mi riempivo di alcol, donne e droga per non pensare, per non pensare a te, ed anche se apparivo felice ero così triste, e sentivo che anche tu lo eri, lo sapevo. E poi arrivava Euge, e mi diceva che ero stato uno stronzo e mi faceva vedere quanto stavi male e poi mi comunicava che eri morta, in un incidente d'auto, da sola, mentre provavi a venire qui per parlarmi, per chiedermi di tornare insieme, è stato lì che mi sono svegliato, e quando ti ho visto ho dovuto stringerti per sentirti più vicina, ma allo stesso tempo non potevo guardarti, perché mi sentivo troppo in colpa. Pure per questo ti ho riempita di complimenti, per farti capire quanto sei importante per me, però ho pure troppa paura di comportarmi da stronzo e ferirti, è l'ultima cosa che voglio- le disse, ed unì, alla fine, i loro sguardi. Lali lo attirò a se e lo baciò con dolcezza. -Peter, io non sono morta, e non sono nemmeno un sogno. Io sono qui, con te e ti amo. So che non mi ferirai, perché mi ami, Peter e nulla ci dividerà- gli assicurò e lo attirò nuovamente a se. Appoggiarono un asciugamano sulla spiaggia e si sistemarono insieme, abbracciati, con la testa di lei appoggiata sulla spalla di lui. Si misero a guardare il sole sorgere, ed era uno spettacolo stupendo. -Ti amo- le sussurrò Peter e le baciò con estrema dolcezza le labbra. -Anche io- gli disse lei di rimando, con un sussurro nell'orecchio. Ed unì di nuovo le loro labbra, mentre il cielo si colorava di mille colori tenui e colori pastello, mentre le stelle iniziavano a scomparire.    

365 giorni di LaliterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora