Capitolo 14

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Lali si stava chiedendo come fosse possibile ripetere un'altra volta lo stesso errore? Trovò la risposta dicendosi che l'essere umano era destinato a sbagliare e che gli piaceva soffrire, e dato che era stupido doveva dare più volte la testa contro il muro per capire. Realmente quando parlava dell'essere umano, intendeva specificatamente lei, a cui sembrava piacere tanto soffrire e doveva ripetersi per capire, ma anche ora, non riusciva a capire. " Le cose belle", come le diceva sempre Euge, "vanno fatte più più e più volte, ed anche gli sbagli, così capisci se era realmente un sbaglio." ora Lali però era confusa, perché quello sbaglio di cui si lamentava tanto, era forse la cosa migliore che avesse mai fatto. La stanza era buia, non perché fosse notte, era ancora giorno, per essere precisi era pomeriggio, ma le tende erano chiuse, così che la luce del sole non poteva entrare dalla finestra. La porta chiusa a chiave le dava un ché di sicurezza, nessuno sarebbe potuto entrare. La ragazza continuava a fissare il soffitto, per noia, si era messa a contare le crepe che c'erano, ne aveva contate cinque, ma ogni volta che riprendeva a contarle ne trovava un altra, e lei si chiedeva se l'avesse saltata la volta prima, o fosse comparsa all'improvviso. La verità era che non l'aveva vista, perché era distratta. Ogni volta che sentiva un movimento del letto, si girava dall'altra parte, pronta a vedere Peter che la fissava, allibito e divertito, nei suoi occhi avrebbe letto il fatto che lui la considerava una facile, che avrebbe utilizzato per sfogarsi quando era stressato, ma ogni volta che si girava, per sua fortuna, Peter continuava con gli occhi chiusi, ed il movimento che aveva sentito, era semplicemente lui che si agitava nel sonno. Dopo più di un ora di sesso, Peter era crollato, un braccio sul suo ventre che la teneva bloccata, ma che Lali non spostava perché quel tocco le piaceva, anche se doveva ammettere che il braccio di Peter pesava. Lali, invece di addormentarsi e magari svegliarsi con Peter che già se n'era andato via dalla sua camera, si era messa a pensare, che poi anche se Peter fosse uscito di soppiatto dalla sua camera, Lali si era ricordata, vivevano nella stessa casa e questa volta avrebbero dovuto affrontare la faccenda, d'avvero. Quando sentì un altro movimento, si girò, sta volta Peter aveva gli occhi aperti, la testa appoggiata ad una mano, che col gomito aveva appoggiata sul materasso, Peter la fissava, ma non con uno sguardo divertito o allibito, la guardava con dolcezza, ed aveva un timido sorriso dipinto in volto. -Sei molto bella- le disse, Lali constatò che era uno strano modo di iniziare una conversazione del genere, ma apprezzò il complimento senza ribattere. -Grazie- sussurrò, le guance leggermente arrossate, e lo sguardo che vagava per la stanza, per non incontrare il suo. -Io...- iniziò lui, ma lasciò la frase in sospeso. -Anche tu sei molto bello- si affrettò a dire Lali, anche se non sapeva perché lo avesse detto, ma ormai non poteva ritirare le parole. -Non ti stavo per chiedermi di farmi un complimento, ma grazie- disse lui, ampliando il sorriso, un sorriso spontaneo e naturale, i suoi occhi due luci che illuminavano il buio. -Allora cosa?- chiese lei incuriosita. Lui sospirò e si sistemò meglio sul letto, spostando leggermente le coperte, mostrando il petto, non era il petto più muscoloso, ma era piatto, e a Lali piaceva stenderci la testa contro, mentre Peter l'avvolgeva con le sue braccia, ed il calore la irradiava. Si distrasse dai suoi pensieri scuotendo la testa e ripetendosi mentalmente di essere una sciocca. -Be volevo parlare di ciò che è successo- le spiegò lui. La curiosità di Lali si spense, non aveva voglia di parlare di quello, almeno non per il momento, perché non voleva che la realtà tornasse, voleva vivere nel mondo dei sogni ad occhi aperti, dove lei e Peter stavano insieme non per passione, ma per amore. -Di cosa?- chiese lei, facendo la finta tonta, anche se sapeva che non avrebbe mai potuto funzionare, a parte se anche Peter non fosse stato d'accordo con lei sul non parlare di quel fatto. -Lali, non fare così. Non puoi fare finta di niente, siamo stesi in un letto insieme e siamo nudi, per la seconda volta- le fece presente lui. Lali fece cenno di si con la testa. -e questa volta non eravamo ubriachi- continuò lui. Lali era sicura di non essere ubriaca, almeno non di alcol, ma di passione ed amore si, se era finita al letto con Peter, per la seconda volta, non era stato dovuto alle brezza dell'alcol che ti annebbia la mente e ti fa fare delle pazzie, ma al suo cuore che batteva molto forte quando era con lui, così forte che non riusciva a pensare. -Ed allora?- gli chiese. Peter si stese sulla schiena e si mise a guardare il soffitto, Lali rimase a fissarlo, le piaceva guardarlo quando lui non se ne accorgeva, quando Peter era così tanto persone nei suoi pensieri da non sentire lo sguardo di lei su di lui, le piaceva studiare quel viso che conosceva a memoria, gli occhi verde scuro, il colorito olivastro, i nei sulle guance che risaltavano, la bocca rosea e sottile, l'incavo del collo, dove proprio in quel momento c'erano dei succhiotti molto evidenti. Lali scese più giù, fino al petto, aveva toccato la pelle di Peter molte volte, era morbida e calda, e da guardare dava proprio quell'impressione. -La cosa è che non lo so. So cosa dovrei fare, smettere di andare a letto con te, allontanarmi, vedere altre ragazze, non pensarti come una ragazza, ma come un amico col seno, come una sorella, qualcosa di intoccabile- Lali sospirò, se l'era aspettata, ma questo non significava che non stava male, che non soffriva. Vedere Peter con un altra le avrebbe distrutto il cuore, lo sapeva, lo aveva già provato, ed aveva cercato di reprimere il moto di gelosia che l'era salito, perché non era normale, non era possibile che lei fosse gelosa di lui, ma ora che aveva ammesso i suoi sentimenti, ora avrebbe fatto più male, non si sarebbe chiesta perché aveva voglia di buttarsi sul letto e piangere, lo avrebbe semplicemente fatto, ed il peggio era non avere Euge lì con lei, per dirle cosa fare, forse le avrebbe detto di spegnere il cervello e di seguire il cuore, o semplicemente le avrebbe presentato un altro uomo, fatto sta che a Lali serviva Euge, in quel momento, perché quando Peter sarebbe uscito da quella stanza, lei avrebbe pianto, non perché era andata a letto con lui, ma perché era stata così stupida da lasciarlo uscire da quella porta. -Ma non è quello che voglio- il cuore di Lali perse un battito, trattenne il respiro, le mani iniziarono a sudare, il corpo le tremava per l'eccitazione, ora il cuore batteva così forte rimbombandole nelle orecchie, che non sentiva bene, a parte che dei fischi. -Come?- gli chiese, aspettandosi che Peter dicesse una cosa completamente diversa a ciò che lei aveva capito, ma non lo fece, Peter ripeté la frase per completo -So cosa dovrei fare, ignorare la passione che c'è fra noi, ma non è ciò che voglio, c'è qualcosa che mi impedisce di dimenticare la notte che abbiamo trascorso insieme, sento ancora il tuo odore addosso, nonostante mi sia lavato decine di volte, sento ancora i tuoi baci sul mio corpo, la tua pelle contro la mia pelle morbida come seta, alcune volte ho ripreso i vestiti che indossavo l'altra sera, non lì ho lavati, e vi trovo macchie del tuo rossetto, il tuo odore, ed alcune ciocche dei tuoi capelli- disse -ed anche se è sbagliato, non voglio dimenticare quella notte, ma imprimerla a fuoco nella mente, perché è stato qualcosa di eccezionalmente diverso a quello che avessi mai provato fin ora- disse. Lali spense nuovamente il cervello, mentre una forza la spingeva verso Peter, e lei lo baciava con foga e passione, perché ciò che aveva appena detto Peter, i sentimenti, le sensazioni, erano identici ai suoi, e Lali avrebbe fatto di tutto per imprimersi Peter, per tenerlo dentro di lei, indossarlo come una seconda pelle, avvolgersi nel suo calore, nel suo profumo, perdersi nei suoi occhi, baciare il suo petto, baciare il suo collo, baciare la sua bocca, proprio come stava facendo ora, con tanto amore e tanta passione, dopo tutto, con le tende chiuse, sembrava notte e finché non fosse spuntata l'alba, c'era ancora la possibilità di sognare e perdersi nei sogni, un sogno ad occhi aperti, dove lei e Peter erano i protagonisti. 

Spazio me:
Come state? Vi sta piacendo la storia? Che ne dite del capitolo? A me, personalmente, scusate se mi vanto, ma piace tanto. Comunque se mi sono intromessa era solo per dirvi che ho iniziato una nuova storia che si intitola "Laliter is real" , mi farebbe molto piacere che passaste a darle un occhiata, è scritta in spagnolo, quindi se non siete familiari con la lingua, ho pensato che appena finita questa storia la tradurrò. Ciao, grazie per seguirmi <3

365 giorni di LaliterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora