Proposta.

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[CAPITOLO VENTUNO]

~Proposta.~


Mi asciugai la fronte sudata.
Avevo fatto un incubo, un incubo a dir poco.
Ero agitata, avevo sognato che qualcuno trafiggeva Louis al cuore, davanti ai miei occhi.
Mi gettai a terra da lui, ma ormai non c'era più nulla da fare.
È stato bruttissimo.
Guardai la sveglia, erano le sei ed era Domenica, probabilmente gli altri stavano ancora dormendo, ma non mi interessava, dovevo andare da Louis.
Infilai i jeans in fretta e furia, una felpa e le vans.
Misi dei cuscini sotto al letto per simulare un corpo.
Aprii la finestra di camera e mi arrampicai lungo il ciliegio di fronte.
Presi a correre verso casa di Tommo.
Il sole sbucata da una collina e l'alba era la luce che illuminava il mio cammino.
Arrivai davanti a casa di Louis col fiatone per la troppa corsa.
Non potevo suonare, erano ancora tutti a letto probabilmente, così decisi di andare davanti alla finestra di camera sua.
Incominciai a lanciare piccoli sassolini contro il vetro della persiana.
Non sentiva, sarà sicuramente immerso in un sonno profondo.
Presi un sasso più grande e lo lanciai con più forza.
Temevo di aver rotto il vetro ma non era accaduto realmente.
Ad un certo punto, il rumore della persiana scattare arrivò ai miei orecchi.

-Evie ma che minchia ci fai qui a quest'ora!? Chiese quasi sussurrando dalla finestra.

-aprimi!

Annuì chiudendo la persiana e venendomi ad aprire.
Entrai in casa.

-fai silenzio, stanno tutti dormendo. Sussurrò prendendomi le mani.

Andammo in camera sua.

-oddio Louis, tu non immagini. Dissi abbracciandolo felice di vederlo.

Rise.

-cosa è successo? Perché sei qui invece di essere a letto?

-ho fatto un sogno tremendo, è stato bruttissimo, pensavo fosse reale, dovevo vederti altrimenti non avrei mai messo l'anima in pace.

Mi abbracciò forte strusciando una mano sulla mia schiena.

-dai raccontami questo sogno così tanto terribile. Affermò sdraiandosi sul letto.

Mi misi anch'io vicino a lui abbracciandolo e cominciando a raccontargli l'incubo.

-quindi io sarei morto? Chiese quasi ridendo dopo aver ascoltato la storia del sogno.

-già, non immagini quanto sia stato reale. Oddio che paura che ho avuto.

-hahaah ma devi stare tranquilla perché io sono qua con te adesso.

-abbracciami più che puoi. Affermai.

-vieni qua.

Appoggiai la testa sul suo petto e chiusi gli occhi.

-non sai quanto ti amo Evie. Disse baciandomi la testa.

Alzai il collo verso il suo viso lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra.

-Tua madre come sta? Chiesi.

-sta bene, perora non si lamenta del pancione. Disse ridendo.

Sorrisi.

-anche io e te avremo dei bambini? Chiesi dolcemente.

Mi guardò sorpreso per la domanda.

-certo.

Sorrisi.

-ti posso fare una domanda? Chiesi.

-dimmi.

-perché te e il gruppo di mio fratello siete così in contrasto?

-lo siamo sempre stati Evie; purtroppo apparteniamo a due squadre di football avversarie ed è difficile rimanere amici.

-provare ad esserlo? In fondo anche gli avversari sono giocatori uguali a voi.

Rise.

-non è così facile come sembra soprattutto con una persona.

Riflettei un attimo.

-Harry? Chiesi poi.

-già; ci odiamo a vicenda; scommetto anche che uno ammazzerebbe l'altro.
Poi lui è il leader della sua squadra ed io della mia, abbiamo un motivo in più per odiarci.

-sai cosa penso? Gli chiesi.

-cosa?

-che siete soltanto dei bambini piccini.

-come ti permetti? Chiese scherzando, saltandomi addosso cominciando a farmi il solletico.

Comincia ad urlare.

-shhhh stanno dormendo! Si raccomandò continuando a farmi il pizzicorino.

-allora smettila! Sussurrai.

Si fermò guardandomi dritta negli occhi.
Mi sentivo morire tutte le volte che incontravo quello sguardo così blu.
Si avvicinò pian piano alla bocca fino a lasciarci spiombare le sue labbra sopra, finendo così in un bacio ricco di passione.

**
Tornai a casa verso le nove.
Risalii dalla finestra di camera mia. Tutto era rimasto come lo avevo lasciato stamani alle sei.
Meno male che nessuno si era accorto di nulla.

LOUIS' POV.
Andai a farmi una doccia dopo che Evie se ne andò.
Appena uscii dal getto d'acqua avvolsi il mio bacino in un asciugamano bianco e tornai in camera.
Prima che potessi vestirmi mi suonò il cellulare.
Immaginavo che fosse Evie a dirmi che già gli mancavo, ma invece non era lei: era il mister.

-pronto?

-Louis oggi pomeriggio alle tre vieni allo stadio, ho una cosa importante da dirti.

-va bene mister.

Ma non feci in tempo a rispondere che già aveva riattaccato.
Cosa aveva così importante da dirmi?

**
Sono le tre meno un quarto, saluto mamma e le mie sorelle per poi dirigermi verso il campo della scuola.
Il mister era lì sulla panchina che mi aspettava.
Aprii il cancello e mi inoltrai nel prato sintetico verde.
Adoro sentire lo scricchiolio dell'erba finta con la suola delle mie scarpe; il football mi ha sempre aiutato in tutto è il mio compagno di viaggio, per nessuna ragione al mondo avrei smesso di praticarlo.
Arrivai dal mister.

-eccomi. Dissi porgendomi davanti a lui.

Si alzò.

-Louis ho una notizia da darti come ti avevo già avvertito per telefono.

-mi dica. Non so perché ma ero abituato a dargli del lei al mio allenatore.

-una squadra, Spagnola, ha chiesto di te per giocare delle partite del campionato; è il Barcellona giovanile, ci pagheranno benissimo: più di sette mila euro al mese.
Sta a te decidere cosa fare. Ti hanno visto giocare, dicono che sei bravo e adesso ti vogliono là per almeno tre mesi.

-tre mesi via da qui?

Non potevo allontanarmi adesso che avevo trovato l'amore della mia vita.
Come avrei fatto?
Per non parlare di mia madre incinta.
Ma pagarmi sette mila euro al mese era veramente tanta roba; avrei finalmente potuto aiutare la mia famiglia.

-Louis pensaci, è un'opportunità stravagante. Non capita tutti i giorni.

-ok ci penserò. Dissi immergendomi in una miriade di pensieri.

Tre mesi lontano da Londra, tre mesi lontano dalla mia vita.

Eccomi :)
Allora Louis ha un'opportunità grandiosa. Che farà?
Lo scoprirete presto!
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Ciao ciao :)

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