[CAPITOLO TREDICI]
~Sei speciale.~
EVIE'S POV.
Suonai il campanello.
Mi venne ad aprire Johanna, la madre di Louis.
Le sorrisi.
-sono venuta per suo figlio. Dissi cordialmente.
-certo, entra, è in camera sua, la prima stanza a sinistra.
La ringraziai e aprii la porta.
Non c'era nessuno, molto probabilmente era in bagno.
Decisi di aspettare sul letto.
-scusami! Ero a pettinarmi. Ciao Evie. Disse entrando in camera sua.
Era diverso, si era sistemato i capelli in maniera differente; non ce li aveva più spettinati sulla fronte, bensì erano raccolti in un ciuffo alto.
Era magnifico.
-tranquillo, sono qui da poco.
Sorrisi e anche lui con me.
-ah ecco il tuo zaino! Esclamò porgendomelo.
-grazie, sono veramente una sbadata. Affermai portandomi una mano sulla fronte.
Sorrise.
-comunque carina la tua camera, mi sono sempre piaciute le stanze piccole. Dichiarai.
-anche a me, tanto a che serve farsi una camera enorme per una persona sola.
La pensavamo nella stessa maniera, era bella questa cosa.
-ah nel tuo zaino ho trovato questo. Disse porgendomi un bigliettino.
Lo aprii, non potevo crederci, aveva scoperto il foglietto dove avevo scritto il suo nome contornato da cuoricini rossi.
Che figura di merda, chissà cosa avrà pensato.
-tu hai messo le mani nella mia cartella! Cercai di deviare il discorso.
-ma non l'ho fatto apposta! Disse alzando le mani in maniera di difesa.
-invece si! Birbone! Affermai dandogli un pugno scherzoso sul petto.
-mi hai picchiato! Esclamò prendendo i miei fianchi e stendendomi sul letto a farmi il solletico.
Stavo ridendo a crepapelle e anche lui con me.
Si mise a cavalcioni sulle mie gambe per intensificare il solletico.
Mi stava battendo forte il cuore e non solo perché mi faceva ridere all'impazzata.
Si fermò a guardarmi.
Aveva degli occhi stupendi, non finirò mai di dirlo.
Ero come una scema imbambolata davanti al suo sguardo.
Si avvicinò alle mie labbra ma qualcuno improvvisamente spalancò la porta.
Si girò di scatto.
-cazzo Lottie si bussa!
Era una ragazza bionda, probabilmente sua sorella.
Si portò una mano sulla bocca per poi scoppiare a ridere davanti alla nostra scena.
Ero imbarazzatissima.
-scusate non pensavo di aver interrotto un momento così intimo. Disse ridendo per poi richiudere la porta.
Io e Louis ci guardammo per poi scoppiare a ridere per la figura di merda appena fatta.
Si tolse da sopra di me.
-è tua sorella? Gli chiesi tirandomi su e incoraggiando le gambe sul letto.
-si e non l'unica. Disse chiudendo gli occhi e annuendo.
Alzi un sopracciglio.
-quante ne hai?
-allora lei che è Charlotte, poi c'è Félicité, le due gemelline Phoebe e Daisy e infine i due che devono arrivare.
-accipicchia numerosa la famiglia! Esclamai.
-già, dai adesso andiamo! Lo zaino lo puoi lasciare in macchina, lo prenderai dopo.
-ok!
Prese un giubbotto di Jeans chiaro con dentro la pelliccia bianca e uscimmo da casa sua.
Attorcigliò il braccio sinistro al mio collo ed io andai in fuoco.
-dove vuoi andare? Chiese.
Ci pensai un attimo.
-allo Sturbucks! Ho voglia di caffè. Esclamai.
-ok plachiamo questa voglia allora. Affermò sorridendo camminando sempre col braccio attorno al mio collo.
Arrivammo davanti allo Sturbucks ed entrammo.
Ci sedemmo ad un tavolino.
Presi il menù dei caffè e detti un'occhiata.
Era la prima volta che uscivo concretamente con Louis e da una parte mi sentivo bene con lui, ma dall'altra un po' a disagio; insomma una quindicenne che esce con un ventenne..
Lo guardavo di sott'occhio mentre stava cercando il caffè da prendere: era così bello.
-ehi Louis.
-mh? Alzò il capo dal menù.
-non so quale prendere. Dissi mugolando facendo il broncio.
Sorrise.
-ti consiglio quello aromatizzato all'arancia, è molto buono. Disse indicando il tipo di caffè sul mio menù.
-okay! Esclamai.
Ordinammo.
-un caffè all'arancia e uno al pistacchio. Comunicò al barista.
Aspettammo un po' per poi veder arrivare i due nostri caffè nei tradizionali bicchieri dello Starbucks.
Bevemmo, in effetti era veramente buono aveva ragione.
-vuoi assaggiare il mio? Chiese alzando le sopracciglia gustandosi il caffè.
-si grazie! Risposi.
Sorrise staccando la sua bocca dalla cannuccia per poi passarmi il bicchiere.
Sorseggiai il caffè al pistacchio....era veramente buono.
-vuoi un po' del mio? Chiesi ricambiando l'offerta.
Annuì così gli passai il bicchiere.
Dopo aver bevuto uscimmo dallo Starbucks.
-dove andiamo adesso? Gli chiesi camminando.
-decidi tu.
-no! adesso sta a te! io ho deciso prima. Mi giustificai.
Sbuffò sorridendo.
-ok, ho in mente un posto, vieni.
Prese la mia mano e cominciò a correre.
Arrivammo in un parco per bambini.
Risi portandomi una mano sulla bocca.
-ahha ma non siamo un po' cresciuti noi? Gli chiesi.
-aspetta.
Incrociò le mie dita alle sua e mi trascinò davanti ad un cancello.
Era una scuola materna.
Che ci facevamo qui?
Risi.
-guardali, non sono bellissimi? Giocano come se nulla fosse; la vita per loro è tutta un giocattolo.
Disse riferendosi ai numerosi bambini che erano nel giardino dello scuola.
-ti piacciono tanto vero? Chiesi.
-ormai ci sono abituato: in famiglia c'è sempre un nuovo arrivato, ed io essendo il più grande mi sono affezionato ad amare i più piccini.
Lo ammiravo mentre osservava quelle piccole creature divertirsi.
Scommetto che se potesse si sarebbe infiltrato anche lui per stare insieme a loro.
Una lacrima scorse lungo il suo viso.
-Louis che c'è? Chiesi.
Si girò verso di me.
-ho perso una sorella. Aveva quattro anni, purtroppo è stata colpita dal tumore al cuore e non ce l'ha fatta, per questo sono sempre stato legato ai piccoli.
-Louis mi dispiace. Dissi buttandomi tra le sue braccia formando quegli abbracci che a me piacciono tantissimo perché ti senti protetta, al sicuro.
Mi prese il viso tra le mani.
-io non ho mai detto questo a nessuno, non ho mai condiviso questo dolore, l'ho sempre portato dentro di me da quando avevo dodici anni, invece, tu me lo hai fatto tirare fuori, sei speciale Evie. Ti amo.
Rimasi colpita dalle sue parole, era fantastico quello che mi aveva appena detto.
Ero imbambolata davanti ai suoi occhi, tra le sue mani.
-anch'io, non sai quanto.
Sorrise.
Portai le mie labbra sulle sue; erano sottili, calde e umide.
Le adoravo.
Dischiuse,le labbra facendo uscire leggermente la lingua che cominciò a pigiare sulla mia bocca.
La aprii lasciandole il libero accesso.
La mia bocca si riempì di lui: del suo odore, della sua saliva, del suo sapore.
Mi era mancato: mi erano mancati terribilmente i suoi baci.
Chissà se sarebbe arrivato adesso l'inferno o il paradiso.
Eccomi :)
Allora a me personalmente piace molto questo capitolo.
Adesso inizia veramente la storia tra loro due e chissà quali problemi riserverà.
Comunque che ne pensate del capitolo?
Fatemi sapere in tante!!!
Ciao ciao :)
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Dicono che sei cattivo.
FanfictionEvie: una ragazza "normale", semplice. Ha un fratello più grande di nome Niall. Evie un giorno farà un incontro e conoscerà un ragazzo che le cambierà il suo stile di vita.