Capitolo 5 - Tutti ma nessuno

7.6K 350 110
                                    


Mi rigiro sul letto, gustandomi il silenzio. È di nuovo venerdì, il mio giorno libero. Stiro un po' la schiena e ignoro il dolore provocato dal movimento a freddo. Apro gli occhi e mi rendo conto che nella stanza è più buio del solito. Guardo l'orario sulla sveglia: sono le otto di mattina.

È strano: il venerdì mi sveglio sempre verso le undici.

Poi, suona il campanello e capisco cosa mi ha svegliato. Rifletto un secondo su chi potrebbe essere, ma non mi viene in mente nessuno tranne forse la Sconosciuta, venuta a riportarmi la maglietta. Così mi infilo al volo un paio di pantaloncini, mi alzo e vado ad aprire la porta.

Taito mi accoglie con un sorriso. «Ciao, man! Scusa l'apparizione così. So che stavi dormendo, ma è urgente.»
«Tranquillo, Tai. Dimmi tutto.» Lo faccio entrare, lui si siede subito sul divano, mentre io vado a prendere due birre.
«Allora, coi ragazzi pensavamo alla tua idea, quella dell'assolo con Koky. Certo, suonerà strano ma Jazz ha detto che per lui va bene. Forse ha messo da parte il suo lato da primadonna. È un bravo ragazzo.»
«Vuole troppo stare al centro» dico. «Deve capire che ci siamo tutti su quel palco.»

Annuisce, mentre gli porgo la birra. «Già, si. Beh sono venuto per confermarti su oggi. Ci vediamo allo studio. Pare ci saran quelli della radio, non so chi siano ma mi han detto che sono ok. Ah, man... un'altra cosa.»

Resto in attesa, lui sogghigna. Tira fuori un biglietto dalla tasca dei pantaloni neri strappati e il braccialetto che porta sul polso sinistro cozza per un istante contro la catena attaccata ai jeans. Si mette a ridere. «Beh, si, hai presente Miriam. Mi ha detto di darti questo, è il suo numero.» Tira fuori un biglietto, ma non me lo dà.

«Non ci credo.» Scuoto la testa. «Ancora? E poi, dove ho già visto questa scena?»

Un anno fa era capitata la stessa cosa, ma al contrario. Una ragazza di nome Alexa mi aveva avvicinato, chiedendomi di dare a Taito il suo numero, perché lei si vergognava.

Il punk davanti a me ride di gusto e si pulisce la bocca sottile col dorso della mano dopo aver bevuto dalla bottiglia. «Se non ci fossi stato tu, quella volta, eh man. Chissà dove sarei ora.» Mi guarda con riconoscenza.
«Dovere. Quindi... sai già cosa devi fare con quel numero.»
Annuisce, ridendo a crepapelle. «Darlo a Koky!»
«Ovvio, iniziazione ufficiale.» Sorrido.
«Povero ragazzo, due di picche assicurato!» commenta, asciugandosi con le dita una lacrima scappata all'occhio destro per il troppo ridere.

Funziona così: Miriam Guerroni. Famosa per provarci con tutti, ma anche per non dare mai il suo numero a nessuno. Questo fino all'incirca a un anno fa, quando aveva visto Alexa passarmi quel biglietto e aveva pensato che fosse per me: si era ingelosita da morire vedendo che lo avevo accettato. Aveva quindi cominciato a riempirmi di bigliettini col suo numero, in tutti i modi possibili, attraverso qualsiasi persona. Nonostante le avessi spiegato — più volte — che quel vecchio biglietto non era per me ma per Taito, lei continuava.

Alla fine provarci con lei era diventata una sorta di iniziazione per ogni componente della band. Tranne me, ovviamente.
«Man, però, sul serio.» Taito mi guarda fisso, smettendo di ridere. «Miriam è davvero innamorata di te.»
Scuoto la testa. «Taito, pensa alla tua Alexa.»

Si sono messi insieme, lui e Alexa. Grazie a me.

Il ragazzo che ho davanti è uscito da un periodo tremendo con l'aiuto di lei. E ora che sta meglio, Taito le ha restituito il favore. In che modo? Beh, glielo leggo ogni volta negli occhi, o lo noto quando si baciano: amandola.

Reprimo qualche pensiero. Taito sta parlando e mi accorgo di non averlo sentito. «Scusami, puoi ripetere?»
Quando riemergo dal trance, lui è tutto rosso in viso, la faccia colpevole. «Hai capito. Mi dispiace, man, ma davvero, lei ha insistito e quindi...»
«No davvero Taito, non ti stavo ascoltando. Chi ha insistito?»
«Miriam. È qui fuori dalla porta, ti vuole parlare.»
«Cosa?!»
«Scusa scusa, io ho fatto di tutto pur di dirle che non ti piaceva ma non ci sono riuscito a farla desistere! Almeno ti prego, sii gentile, secondo me merita una chance.»
Lo guardo. «No.»
Si alza e mi si para davanti, veloce. Il volto è teso. «Senti, non puoi continuare così. Io ti voglio bene, man. Ti stai logorando, devi reagire. Adesso esci e le parli, per bene, con dei sentimenti, ok?»

STORM (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora