EXTRA 1 - Colors

5K 288 87
                                    

* * *

Cerco le chiavi nella tasca destra, mentre tengo la scatola di pizza in equilibrio sull'altro palmo. Dopo aver frugato qualche secondo, le acciuffo e le infilo nella serratura, aprendo la porta del mio appartamento.

E rimango esterrefatto.

I mobili del mio salotto sono spariti. Il divano è accatastato in un angolo, coperto da un telo semitrasparente. Il pavimento è quasi del tutto ricoperto di fogli di giornale tenuti insieme da pezzi di scotch di carta. Chinato a terra, che sistema gli ultimi fogli di giornale, c'è Taito, con una di quelle mantelle per la pioggia gialle indosso.

«Che... cosa... cosa... » Le parole mi muoiono in gola quando dalla mia sinistra, ovvero dalla porta del corridoio, spunta Dana, vestita interamente di giornali, i capelli ricci in qualche modo costretti in una crocchia coperta da una busta di plastica. Mi guarda sollevando gli occhi da un foglio che ha fra le mani e mi corre incontro, saltellando.

«Ehi, ciao Jake! Allora, senti qua eh: ho pensato a un bel giallo nel salone, così rendiamo tutto più luminoso di quanto già sia e mettiamo in risalto quella bella finestra che dà sulla strada, ok? Il soffitto qui lo lasciamo bianco e questa parete invece la farei arancione...» Si avvicina alla parete oltre la quale c'è la cucina.

Non posso crederci. Rimango immobile nel mezzo del salone.
Perché sono tutti qui dentro? Perché io non ne sapevo nulla? Ma poi giallo? Sul serio?

Håbe spunta fuori dal corridoio: anche lei porta una di quelle mantelline per la pioggia che ti danno sui bus, ma blu. Mi sorride e mi si avvicina, mi prende la pizza dalle mani dicendo: «Bravo! Io stavo proprio morendo di fame!»
Dopo avermi schioccato un bacio raggiunge Taito con il cartone. Il punk mi guarda ridendo come un idiota: ha un pezzo di scotch sulla fronte. Mi fa cenno di ascoltare Dana, che intanto sta... buon cielo, sta ancora parlando!

«... E ovviamente stai tranquillo, se la cucina la faremo rossa sarà perfetto, perché fuori sarà più delicato il giallo, mentre...»

«Ehi, sei arrivato!»Doreen si affaccia dall'arco della cucina. Ha addosso un grembiule azzurro che dio solo sa dove ha preso. «Io e Sam stiamo facendo le polpette! Quindi dovete muovervi. Diteci quando cominciate.»
Da dietro di lei, intravedo Sam che mi fa un cenno con la mano, e scoppia anche lui a ridere, probabilmente vedendo la mia espressione sconvolta. Porta un grembiule rosa con un fenicottero disegnato sopra, in netto contrasto con i suoi enormi bicipiti. Nel giro di un secondo, entrambi scompaiono dalla mia visuale per tornare probabilmente ai fornelli.

I fornelli di casa mia.
Perché sarebbe casa mia... ma qui tutti sembrano averlo scordato.

Ma Dana sta ancora parlando: «... Per il bagno ho trovato delle stupende piastrelle celesti...» il suo parlare si mescola con le risate di Håbe e Taito, che hanno cominciato a mescolare dei colori in delle bacinelle e si stanno colorando il naso a vicenda.

Esplodo: «RAGAZZI!», urlo. Dana finalmente si blocca, il luccichio nei suoi occhi si acquieta, e tutti smettono di parlare, guardandomi. «Ma si può sapere che diavolo...?» Non so neanche come descriverlo.

Nel giro di qualche secondo, scoppiano tutti a ridere. Håbe mi viene incontro, tra le mani una mantellina gialla come quella di Taito. «Ti ricordi cosa ti dissi quando vidi per la prima volta questa casa?» mi chiede, passandomela.
Annuisco. Prendo la mantella, titubante. Lei afferra il mio braccio e mi porta vicino a Dana, davanti la grande finestra del salone che da su Madison Avenue.

«Adesso è l'ora di portare un po' di colore qui dentro, no? Ora che c'è colore qui...» Abbassa lo sguardo e mette una mano all'altezza del mio cuore. «Direi che possiamo portarlo anche in questa casa. Non trovi?»
Sbuffo. Poso la mia mano destra sulla sua. «Sì, ma potevi almeno dirmelo, Bambina.»
Lei fa gli occhi da cucciolo, ritraendosi un poco da me. «Era una sorpresa!» Allarga le braccia, come a indicare gli altri.

STORM (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora