//Capitolo 22

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«Aww, ma quanto possono essere carini?»

«Fiz stai ferma! Sto cercando di fare uno snap!»

«Ma non è colpa mia! E' Daisy che mi spinge»

«Sì perché non vedo niente, uffa!»

«Adesso Tommy ti prende in braccio così vediamo tutti e voi mi lasciate fare questa benedetta foto. Voglio stamparla e appenderla ovunque, sono così teneri!»

«Ma perché partecipo ancora a queste cose, io?»

Louis si lasciò sfuggire un piccolo grugnito di fastidio, fingendo di non sentire le sue sorelle trattenere il respiro mentre lui stringeva ancora più saldamente il corpo del minore addosso al suo, nonostante il lieve strato di sudore che appiccicava le loro pelli sudate.

Si trattenne dal rilasciare un sospiro di sollievo quando sentì la voce di sua madre arrivare nella stanza, riprendendo le figlie e facendole subito uscire dalla stanza.

Aprì gli occhi pochi secondi, giusto il necessario per assicurarsi che Harry fosse ancora placidamente addormentato su di lui, prima di tornare a immergere il naso nei suoi capelli ricci e di cadere nuovamente in un sonno profondo.

Alla fine il loro aereo aveva avuto in ritardo di un paio di ore a causa di maltempo sulla rotta di volo, così i cinque ragazzi erano arrivati a Miami in piena notte, stanchi e spossati. Erano stati accolti da Jay e Dan, che avevano deciso di ospitare tutti quanti per quella notte, invece di mandare Zayn, Liam, Niall e Ed ulteriormente in giro a quell'ora in cerca del loro hotel. Così, nel silenzio tombale di quella casa enorme, Harry e Louis erano subito andati nella camera di quest'ultimo, mentre Liam e Zayn andavano nella camera degli ospiti vuota e Niall e Ed finivano sui grossi divani del soggiorno.

Louis svegliò definitivamente un paio di ore più tardi, i caldi raggi di Miami che filtravano dalla finestra aperta, battendogli sulla schiena, e il materasso freddo accanto a lui. La prima cosa che vide una volta sveglio, appena la sua vista si fu abituata a tutta quella luce, fu la schiena nuda del riccio, piegato lievemente in avanti verso la parete opposta al letto, dove su una grossa tavola in sughero erano appese diverse fotografie e poster.

Louis si avvicinò in punta di piedi, cercando di non farsi sentire dal minore.  Appena fu abbastanza vicino da poter sbirciare oltre la sua spalla notò che questo aveva in mano una foto di quando era ancora bambino, tutto infangato con uno sguardo furbetto e un pallone sotto il braccio.

«Ovunque io vada mamma riesce a tirarmi fuori una copia di quella foto, sempre» Commentò, stringendo la vita del più piccolo prima di baciargli una spalla.

Harry trasalì spaventato prima di voltarsi verso Louis, sorridendogli innocentemente.

«Credi che possa averne una copia anche io?»

Louis ridacchiò scuotendo la testa. «Non ti metterò volontariamente in mano un'arma che userai per prendermi in giro a vita»

«Beh, chiederò a Jay» Rispose allora Harry, facendogli una pernacchia.

Louis alzò gli occhi al cielo sconsolato, prima di unire le loro labbra in un lungo bacio.

«Cosa stai facendo già sveglio, raggio di sole?» Chiese, guardandolo rimettere a posto la foto e sedersi sulla cassapanca lì sotto.

Harry scosse le spalle. «Non riuscivo più a dormire, così mi sono messo a ehm...»

«Curiosare in giro?» Concluse Louis con un sorriso, sedendosi accanto a lui.

«Direi che 'osservare l'ambiente' sia il termine corretto» Ribatté il riccio, guardando l'architetto scoppiare a ridere.

Continuò a guardarsi ancora attorno, approfittando della luce che ormai illuminava la grande stanza. Quella notte era così stanco che l'unica cosa su cui si era riuscito a concentrarsi nel fresco buio di Miami era il comodo letto da una piazza e mezza posto in mezzo alla camera, sul quale era crollato esattamente due secondi dopo che Jay aveva chiuso la porta dietro di sé, augurando la buonanotte ai due ragazzi.

I see my future in your blue eyes || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora