//Capitolo 28 - Parte II

314 27 3
                                    

Nobody said it was easy
It's such a shame for us to part
Nobody said it was easy
No one ever said it would be this hard
(Coldplay - The Scientist)

«Boo tesoro, aspettavo mi chiamassi la settimana scorsa per dirmi che eravate tornati a New York, è tutto a posto?»

Jay rispose esattamente al primo squillo, senza neanche dare il tempo a Louis di ripensarci, spegnere il telefono e tornare a bere la sua bottiglia.

L'architetto rimase in silenzio per qualche secondo, appoggiando la schiena nuda contro vetrata dell'appartamento e guardandosi attorno. Le luci del primo pomeriggio coloravano allegramente la sua camera da letto.

«Aisha è incinta» Annunciò in tono piatto. «Questa settimana conclude il primo trimestre e tra sei mesi darà alla luce mio figlio. L'ho detto ad Harry, gli ho proposto di crescerlo insieme ma lui mi ha lasciato. Stamattina mi ha detto di aver cambiato idea ma io l'ho allontanato, gli ho detto di non amarlo più e di non credere in nessuna delle mie promesse»

«Oh, Boo» Mormorò subito Jay.

Sentire il tono dolcemente dispiaciuto di sua mamma, seppur lievemente metallizzato per via del cellulare, fece scattare qualcosa in Louis, che sentì nuovamente gli occhi riempirsi di lacrime. Non era mai stato una persona facile alle lacrime, in ogni situazione lui cercava di tirare fuori un sorriso, -o un broncio irritato, se proprio andava male- e andare avanti, ma in quel momento sentiva che avrebbe potuto piangere fino a non avere più liquidi in corpo.

«Hai fatto la cosa giusta»

«E' la cosa che mi ripetono tutti, mamma» Buttò fuori disperatamente, iniziando a sentire calde lacrime che gli scorrevano lungo la guancia. «Ma se è davvero la cosa giusta, perché mi sento di merda?»

Jay sospirò contro il cellulare. «Perché non è mai facile lasciar andare una persona che si ama così tanto»

«Allora vorrei essere uno stronzo egoista, non mi interessa, vorrei solo tenerlo con me»

«Riusciresti a sopportare l'idea di tutti i sacrifici che dovrebbe fare per poter rimanere con te e con il bambino?»

«No» Sussurrò Louis, mordendosi forte il labbro inferiore mentre cercava di impedirsi di iniziare a singhiozzare.

Rimasero entrambi in silenzio per qualche minuto. Louis fece vagare lo sguardo lungo gli enormi grattacieli al di là della vetrata, volendo solo poter tornare indietro a quella notte di tre mesi prima, così da essere più attento e molto meno stupido.

«Non sono pronto a diventare padre» Disse l'architetto a voce bassissima.

«Oh Boo» Mormorò Jay dolcemente. «Nessuno è mai pronto per diventare genitore, ma tu sarai un padre perfetto, così come sei sempre stato un figlio perfetto»

Louis dovette chiudere gli occhi e strizzare le palpebre chiuse per impedire alle lacrime di continuare a bagnargli il viso. Si passò una mano tra i capelli, incasinandoli più di quanto già non fossero mentre il suo petto nudo si riempiva di pelle d'oca.

Jay capì all'istante il motivo del suo silenzio. «Il problema è che non è in questa situazione che ti aspettavi di diventare padre, vero?»

Louis annuì come se sua madre fosse davvero in grado di vederlo.

«E tu non è in questa situazione che ti aspettavi di diventare nonna, vero?»

"Ovvio che non se lo aspettava, solo una settimana fa al suo matrimonio ho presentato a tutti Harry come l'amore della mia vita mentre adesso le dico di averlo lasciato perché la mia ex fidanzata è incinta" Pensò amaramente Louis. Il silenzio di Jay gli fece capire che il suo pensiero era esatto.

I see my future in your blue eyes || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora