//Capitolo 29

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LEGGETE LA NOTA FINALE😘

Should be laughing, but there's something wrong
And it hits you when the lights go on
Shit, maybe I miss you
(Louis Tomlinson - Miss you)

DUE MESI DOPO.

«Louis? Mi stai ascoltando?»

Louis continuò a tamburellare lentamente la sua elegante penna a sfera sul legno della scrivania, alzando lo sguardo sul suo migliore amico solo per un paio di secondi, abbastanza da incrociare la sua espressione esasperata.

«No» Rispose sinceramente.

Lasciò cadere la penna sui documenti che stava firmando, appoggiandosi allo schienale imbottito della sua poltrona e premendo il pollice e l'indice sulle palpebre chiuse mentre Zayn si sedeva su una delle due sedie dall'altra parte della scrivania.

«I lavori inizieranno domani, amico» Ripeté il mulatto con calma, per l'ennesima volta. «Hai una squadra da dirigere, cazzo! Non puoi lasciarti andare così!»

Louis inarcò un sopracciglio, sorpreso dall'improvvisa perdita di pazienza del suo migliore amico, che si era alzato in piedi con uno scatto nervoso.

Zayn sospirò, sedendosi nuovamente. «Ti prego, Lou, non ce la faccio più a vederti così»

«Lo so»

«Sono preoccupato per te» Bisbigliò, osservandolo con i suoi occhi neri.

«Lo so»

L'architetto non lo stava ascoltando di nuovo, troppo occupato a fissare la data segnata sul suo MacBook. Se questo non avesse contenuto tutto il suo lavoro degli ultimi anni e tutti i suoi ricordi, probabilmente Louis l'avrebbe spinto con forza fino a farlo crollare a terra. Si limitò a guardare quei numeri scuri, sperando bastasse un'occhiata minacciosa per farli mutare.

Due mesi. Esattamente due mesi prima aveva perso Harry. Gli aveva mentito, lo aveva lasciato e aveva guardato il suo aereo sollevarsi e volare via per lasciare New York, probabilmente per sempre.

Due mesi dall'ultima volta in cui si era sentito vivo, mentre la labbra carnose del riccio premevano contro le sue, come se nulla fosse successo.

«La vita va avanti, Louis» Disse Zayn, chiudendo delicatamente il portatile dell'altro.

Louis sollevò lo sguardo verso di lui. Nei suoi occhi rossi non c'era la minima traccia di lacrime, eppure il suo labbro inferiore aveva un accenno di tremolio. «Non senza di lui»

Due mesi prima, una volta ritornato nel suo appartamento con la schiena incurvata dalla stanchezza, si era semplicemente buttato a terra, raccogliendo le gambe al petto mentre singhiozzava disperatamente, la mano sinistra immersa con disperazione tra i capelli mentre la destra reggeva una bottiglia di tequila.

Quaranta minuti dopo Zayn e Liam l'avevano trovato con un fianco appoggiato all'enorme vetrata del soggiorno, la bottiglia di vetro spaccata in mille pezzi vicino a lui e una canna incastrata tra le labbra fini. Senza dire una parola l'avevano soccorso: Liam aveva ripulito attentamente il pavimento mentre Zayn si sedeva accanto a lui.

«Louis...» Aveva mormorato Liam, seduto davanti ai due.

Louis aveva continuato a osservare lo skyline della New York notturna mentre Zayn finiva la frase del suo fidanzato. «Non puoi lasciarti andare così»

«Non ne ho intenzione» Aveva risposto subito il maggiore, la voce impastata e gli occhi rossi. «Da domani mattina riprenderò in mano la mia vita e tutte quelle cazzate lì, ma per una sera, solo una sera, ho bisogno di questo. Ho bisogno di sfogarmi e di urlare e di bere e di fumare e di fare qualunque cosa che non mi faccia sentire così rotto»

I see my future in your blue eyes || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora