//Capitolo 27

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Whoa, you stress me out, you kill me
You drag me down, you fuck me up
We're on the ground, we're screaming
I don't know how to make it stop
I love it, I hate it, and I can't take it
But I keep on coming back to you
(Louis Tomlinson ft. Bebe Rexha - Back To You)

I cinque giorni successivi passarono pressoché allo stesso modo.

Harry rimase chiuso nella sua stanza la maggior parte del tempo, pensando e rimuginando ininterrottamente. Usciva a mala pena per i pasti e per andare in bagno, rispondeva a monosillabi quando Niall o Ed tentavano di iniziare una conversazione e ignorava ogni tentativo dei suoi amici di provare a contattarlo.

La conversazione più lunga che aveva avuto era stata con Liam, il secondo giorno, quando con la voce roca l'aveva chiamato per avvisarlo che non sarebbe andato in libreria per qualche giorno. Liam era stato gentilissimo con lui: gli aveva dato senza problemi tutti i giorni di vacanza di cui avrebbe avuto bisogno e si era offerto di passare a portargli l'ultimo libro uscito del suo autore preferito, fresco di stampa, ma Harry aveva declinato l'invito, chiudendo velocemente la chiamata e rituffandosi sotto le coperte.

Si sentiva in colpa per come si stava comportando con i suoi amici ultimamente, soprattutto con Liam e Zayn. Entrambi avevano provato a scrivergli e a chiamarlo per giorni, ma lui si era limitato a mettere il cellulare -il bellissimo iPhone rosa che Louis gli aveva regalato per il diploma- in silenzioso. Il fatto era che entrambi gli facevano pensare all'architetto più di quanto lui volesse. Nei loro messaggi Harry poteva leggere quanto fossero in pena per lui e per il loro migliore amico.

'Louis' era un argomento tabù.

Il ragazzo dagli occhi azzurri non gli aveva scritto, non l'aveva chiamato e non aveva provato a contattarlo in alcun modo. Nessuno osava nominarlo davanti ad Harry, eppure il riccio non poteva fare a meno di pensare a lui.

In ogni momento pensava a tutto ciò che la loro breve relazione era stata: pensava al loro primo bacio, agli appuntamenti, ai 'ti amo' sussurrati nelle orecchie prima di addormentarsi e a quelli urlati da una parte all'altra della stanza. Pensava alla confessione del maggiore e alla sua proposta di crescere insieme suo figlio.

Come con un puzzle, metteva insieme tutti i pezzi e poi lo distruggeva, ricominciando da capo ancora e ancora.

Sempre le stesse domande frullavano nella sua mente. Sarebbe riuscito a crescere un bambino con Louis, a soli diciannove anni? Ma sarebbe mai riuscito a rinunciare a Louis per sempre?

La sera del quinto giorno riuscì finalmente a prendere una decisione.

Si fece una lunga doccia calda, rilassando i muscoli e massaggiandosi bene i capelli sporchi; mandò un messaggio a Liam e raggiunse Niall e Ed in cucina, sedendosi accanto a loro e prendendo una fetta della sua pizza vegetariana. Con grande sorpresa dei suoi amici, riprese a parlare normalmente con loro, ascoltando i racconti delle loro giornate e ridendo alle loro battute.

Riuscì finalmente a farsi un'intera nottata di sonno e, la mattina dopo, si svegliò presto per andare a fare jogging nel parco. Al ritorno passò da Starbucks e prese la colazione per i suoi due migliori amici, si fece una doccia veloce e si vestì, pronto per andare alla libreria di Liam.

Sembrava di nuovo lo stesso ragazzo di poche settimane prima, con l'unica differenza che il suo fidanzato -ex fidanzato- aveva messo incinta un'altra donna.

«Quello lì è per farti perdonare dei giorni in cui mi hai lasciato qui da solo a sgobbare?»

Harry, fermo davanti alla saracinesca abbassata del negozio, sollevò lo sguardo dallo schermo del suo cellulare e sorrise dolcemente. Liam lo raggiunse con due lunghe falcate, stringendolo subito in un grosso abbraccio da orso.

I see my future in your blue eyes || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora