//Capitolo 15

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"Non gli espressi il mio amore a parole,
ma se gli sguardi hanno un linguaggio,
il più grande idiota avrebbe capito
che avevo perso la testa."
(Emily Brönte - Cime Tempestose)

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Harry si era appena chiuso la porta della sua camera alle spalle, quando il suono del campanello rimbombò nell'appartamento più volte di quanto sia consigliabile fare a mezzanotte, se non si vuole finire accoltellati in un vicolo.

«Chiunque sia, io giuro che lo uccido» Stava borbottando un Ed assonnato, mentre il riccio usciva dalla sua stanza.

«Vado io» Disse Harry, avvicinandosi alla porta. La aprì, stupendosi di trovare Louis davanti a sé.

«Oh Lou» Mormorò piacevolmente sorpreso, sentendo il classico sorriso da ebete comparirgli sul volto mentre il maggiore entrava nell'appartamento senza guardarlo. «Hai dimenticato qualcosa?»

«Beh, potrei chiederti la stessa cosa» Ribatté quello in tono piccato, ignorando i saluti di Niall e di Ed e ghiacciando il minore con uno sguardo freddo. Harry inarcò le sopracciglia, congelandosi sul posto.

Louis non l'aveva mai guardato in quel modo così distaccato e... arrabbiato, incazzato; così diverso da un'ora prima, quando i suoi occhi azzurri brillavano di felicità.

«Cosa cazzo è questa?!» Esplose il maggiore, senza riuscire a trattenersi, lanciando la lettera appallottolata contro al petto di Harry, che si chinò a raccoglierla con uno sguardo confuso.

'Cosa può aver fatto incazzare Louis fino a questo punto?' si chiese, cercando di stirare la carta in modo da poter leggere. Quando vide lo stemma di Oxford gli si bloccò il respiro in gola.

«Mi hanno accettato» Disse con un tono incredulo, una volta finito di leggere. «Dio, mi hanno accettato»

«Oh, complimenti!» Esclamò il maggiore in tono sarcastico, lo sguardo sempre più freddo.

Si era aspettato di tutto da quella conversazione, mentre risaliva all'appartamento. Si era aspettato che Harry si arrabbiasse perché aveva sbirciato nella sua posta, si era aspettato che ci scherzasse su, dicendo di aver fatto domanda solo per sfizio, si era aspettato qualche abbraccio rassicurante, ma non quello. Decisamente non si era aspettato tutta quella gioia nello sguardo di Harry alla notizia che sarebbe dovuto partire verso l'altra parte del mondo.

Quella cosa lo ferì enormemente.

«E così il nostro bel genio se ne va in Inghilterra. E quando pensavi di dirmelo, eh? Pensavi di dirmelo il giorno prima di partire? Pensavi di arrivare con un 'hey Louis, è stato bello scopare con te in questi mesi, ma adesso devo correre da alcuni ricconi snob'?»

«Ma cosa cazzo stai dicendo?» Sibilò Harry, sentendo l'irritazione iniziare a scorrergli nelle vene.

Ignorarono il 'ahia' mormorato da Niall e la porta della camera di Ed che si chiudeva con un tonfo, fissandosi negli occhi con rabbia.

«Cosa sto dicendo io? Cazzo Harry» Urlò Louis battendo un pugno contro il ripiano del mobile dell'ingresso. «Ti sei organizzato per andartene via! In Inghilterra! E tutto senza dirmi niente. Neanche un accenno, niente di niente!»

«E da quando le mie decisioni sono affar tuo, Louis? Da quando?!»

«Da quando siamo in una fottuta relazione, Harry! Una rel-»

«Una relazione!» Lo interruppe Harry con un tono derisorio e gli occhi incredibilmente scuri. «E da quando in una relazione bisogna andare a sbirciare le lettere del proprio partner, eh? Ti senti davvero abbastanza maturo da fare la predica a me? Tu! Che sei stato con Aisha sempre e solo per il sesso! Che nel frattempo andavi a letto con chiunque ti capitasse a tiro! Tu che non hai mai avuto le palle di mollarla, vieni a dire a me cosa bisogna fare in una relazione?»

I see my future in your blue eyes || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora