//Capitolo 32 - parte II

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Rimasero stretti uno contro l'altro per pochissimo tempo, decidendo invece che fosse ora di andare a dormire. Con uno sguardo angelico, approfittando della naturale cortesia di Harry, che non l'avrebbe mai lasciato andare in giro in un posto in cui non parlava nemmeno la lingua, Louis riuscì a farsi accogliere nell'appartamento del minore, almeno per quella notte.

Camminarono lentamente uno accanto all'altro in silenzio. Louis si guardava attorno, lasciando che ogni tanto le sue dita sfiorassero il dorso della mano del riccio; mentre Harry continuava a lanciargli piccole occhiatine di soppiatto, non riuscendo ancora a credere di averlo lì, accanto a lui.

Arrivati davanti alla porta dell'appartamento, fermi in mezzo al suono dei grilli e alla dolce brezza estiva, Louis si limitò ad appoggiare una mano sul fianco di Harry mentre questo cercava di sbloccare la serratura con mano tremanti.

«E' rimasto disabitato per anni, quindi non aspettarti granché» Commentò il riccio, allontanandosi dalla stretta del maggiore.

Louis ridacchiò sotto i baffi, perché nonostante tutto le braccia di Harry continuavano a riempirsi di pelle d'oca ad ogni suo minimo sfioramento. Lasciò che il minore entrasse per primo, rimanendo alle sue spalle e chiudendo la porta dell'appartamento mentre Harry appoggiava le chiavi sul mobile più vicino, guardandosi attorno imbarazzato.

Louis sapeva di essere sempre stato quello più spigliato nella loro relazione. Harry aveva sempre avuto una miriade di incertezze, lui invece si limitava a lanciarsi, sempre, confidando nel fatto di conoscere a memoria ogni singola sfaccettatura del carattere del minore.

Stretti nella piccola stanza, che sembrava comprendere sia sala che cucina, mentre Harry si guardava attorno, indicando a Louis il divano dove avrebbe dormito, quest'ultimo semplicemente si avvicinò a lui, spingendolo contro il tavolo e facendolo sedere su di esso, premendogli distrattamente i fianchi.

Louis sentì il respiro del minore farsi più veloce e, non ricevendo nessun ammonimento, lasciò che le sue mani salissero oltre il bordo della sua t-shirt sudata, iniziando a baciargli il piccolo angolo di pelle dietro l'orecchio. Gli era mancato tutto di lui, dalla sua voce al profumo di cloro della sua pelle e in quel momento sentiva solamente di volerlo chiudere nella camera da letto più vicina e baciarlo ovunque, fino a non avere più fiato.

Harry strinse il bordo del tavolo tra le dita e Louis seppe di averlo completamente tra le sue mani non appena lo sentì aprire lievemente le gambe, permettendogli di stringersi contro il suo corpo.

«Pensavo volessi del tempo» Sussurrò Louis, leccando la pelle calda e soffiando sulla macchiolina rossa che aveva appena fatto.

«Uuuhm» Mugolò il riccio, gli occhi chiusi e la testa inclinata all'indietro.

Harry liberò un vero proprio gemito non appena le dita dell'architetto risalirono il suo petto, sfiorandogli appena i capezzoli già turgidi. Louis si sentì andare a fuoco al solo sentirlo gemere di nuovo contro di lui. Gli tolse velocemente la maglietta, riprendendo a succhiargli la pelle lattea del collo mentre gli stringeva delicatamente i bottoncini rossi.

«Sei così sensibile, Harry» Soffiò piano, sollevandosi.

Il suo sguardo venne subito catturato dalle gonfie labbra del minore, rosse e bagnate per via di tutti i morsi che vi aveva lasciato. Fece per avvicinarsi, guardandolo attentamente. Le loro labbra erano a pochi centimetri di distanza quando Harry si scostò, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.

«Ti prego, Louis, n-non farlo» Bisbigliò contro la sua pelle.

Louis premette entrambe le mani sulle sue guance, accarezzandole mentre invitava il minore a sollevare il volto, guardandolo negli occhi. «Perché, Harry?»

I see my future in your blue eyes || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora