//Capitolo 3

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"Il bacio che desiderava veramente
non lo aveva ancora trovato
sulla bocca di nessuno"
(Giordano - La solitudine dei numeri primi)

Quell'attimo in cui i loro occhi si incrociarono sembrò durare un'eternità. O almeno per Harry, che sentiva il cuore battere nella cassa toracica talmente forte che sarebbe stato impossibile per Louis non accorgersene.

Il riccio non azzardò il minimo movimento, studiando ogni singola pagliuzza grigia negli occhi di Louis, sentendo le labbra pizzicare dalla voglia che aveva di sfiorare quelle del calciatore, che lo stava ancora schiacciando contro il pavimento.

Occhi negli occhi.

Verde che annegava nell'azzurro e azzurro circondato dal verde.

L'unica cosa che Harry riusciva a pensare sentendo il caldo respiro di Louis sulla guancia—quasi all'angolo della bocca—era una litania infinita di 'baciami, baciami, baciami'. Sapeva che non sarebbe riuscito a sopportare un rifiuto da parte del maggiore, perciò Harry rimase lì, immobile, aspettando solo che Louis lo baciasse, per poterlo stringere come avrebbe voluto, ricambiando quel bacio che non si era accorto di aspettare da ben tre anni.

Ma a quanto pareva, quella non era decisamente la sua giornata fortunata.

«Cazzo, io... Scusa» Mugugnò il maggiore, alzandosi velocemente dal corpo di Harry.

Non potevano essere passati più di cinque secondi, eppure ad Harry era parsa un'eternità. Si tirò in piedi a sua volta, accennando un flebile 'fa niente', senza avere il coraggio di incrociare di nuovo il suo sguardo.

Stava per baciare il suo migliore amico. Stava davvero per baciare il suo migliore amico.

«Ero venuto per portarti questi, comunque» Sorrise Louis imbarazzato, raccogliendo i vestiti caduti a terra.

Harry rimase in silenzio, cercando di scacciare la delusione per quel bacio mancato. Alla fine era meglio così, continuava a ripetersi, Louis era già fidanzato, perché avrebbe dovuto baciarlo?

Il calciatore continuò a fissarlo incerto. «Sono appena usciti dall'asciugatrice, perciò dovrebbero essere abbastanza morbidi»

«Sei davvero riuscito a far andare un'asciugatrice da solo senza confonderla con il forno? Mi stupisci Loulou» Scherzò Harry prendendo i vestiti dalle mani dell'amico, chiudendo in un angolo remoto del suo cervello la delusione per quel bacio mancato.

«Ehi! E' successo solo una volta!» Esclamò Louis mentre Harry scoppiava a ridere. «E comunque Rosy mi ha lasciato alcune istruzioni attaccate sopra quell'aggeggio infernale, diceva che mi sarebbero tornate utili»

«Louis?» Chiamò Harry, notando che il suo migliore amico non accennava a spostarsi né tantomeno a smettere di fissarlo.

«Cosa?» Rispose Louis.

Il suo sguardo continuò a vagare sulla pelle chiara del minore e lui si morse involontariamente il labbro, studiando la grande falena che decorava il suo addome allentato. Solo loro due sapevano che, nel disegno originale, quella sarebbe dovuta essere sulla pelle di Louis, esattamente solo alla scritta "It is what it is".

«Sparisci! Devo vestirmi» Esclamò Harry con fare ovvio, scuotendo una mano in direzione della porta per far capire a Louis di doversene andare.

Louis sbuffò una risata. «Come se non ti avessi mai visto come mamma ti ha fatto, Styles»

Harry si bloccò sentendo quella frase. L'unica volta in cui Louis poteva averlo visto era stato anni prima nei bagni di quel locale, durante quella serata che lo stesso calciatore aveva ammesso di non ricordare.

I see my future in your blue eyes || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora