11.

633 96 7
                                    


" Harry, dopo aver guidato per alcuni chilometri, raggiunse il mercato comunale di Londra, luogo in cui lavoravano i genitori di Michael.
Scese dalla macchina, fece fare la stessa cosa al bambino e si avviò verso l'ingresso del capannone dove si teneva il mercato.
Alzò lo sguardo e vide che, proprio sopra ad esso, c'era un enorme orologio a vapore.
Si voltò per dire qualcosa al bambino, ma, accanto a lui, non c'era nessuno..."

Harry si svegliò in un bagno di sudore e con un enorme mal di testa.

Si infilò subito sotto la doccia e riflettè sugli strani sogni che continuava a fare.

Certo, tutto era riconducibile al bambino fantasma di Louis, però doveva ammettere che la situazione era alquanto inquietante.

Uscì dalla doccia, si legò in vita un asciugamano e si mise di fronte allo specchio.

Si osservò in modo critico e notò i segni dei vari succhiotti che il suo cliente gli aveva lasciato sul petto.

Una punta di rimorso per come l'aveva lasciato si fece strada nella sua coscienza, ma poi si disse che lui essenzialmente lavorava per Louis e non poteva permettersi di mescolare lavoro e sentimenti.

Certo, Louis era un bel ragazzo e non poteva negare che gli piacesse, però in fondo lo conosceva da poco e non poteva lasciarsi coinvolgere in una storia che alla fine, molto probabilmente, si sarebbe risolta con solo qualche scopata.

Con questa convinzione in testa, si vestì e si diresse subito al computer.

La prima cosa da scoprire era la collocazione di tutti gli orologi a vapore a Londra e nelle sue vicinanze.

Fu fortunato, ce n'erano solo tre, uno nella capitale e gli altri due in paesi vicini.

Decise di cominciare la sua ricerca da quello di Londra.

Uscì di casa, dopo essersi appuntato l'indirizzo e si mise in moto con il suo vecchio maggiolone.

Fu quando imboccò l'ultimo tratto di strada che si rese conto che si trovava nello stesso identico posto del suo sogno.

Parcheggiò la macchina e si diresse esattamente sotto l'orologio a vapore.

Michael aveva detto che l'uomo nero giaceva sotto terra, quindi, presumibilmente, era stato sepolto.

Si mise a guardare in giro e notò subito un grande tombino parzialmente ricoperto dalle foglie.

Si avvicinò, si inginocchiò, estrasse la torcia che aveva in tasca e fece luce...

Sul fondo del tombino c'era uno scheletro...

Con un po' di fatica sollevò la grata, poi, incurante della sporcizia e degli insetti, scese di sotto, tramite i gradini di ferro posti a lato del pozzo.

Giunto sul fondo, estrasse il cellulare e fece varie foto, soprattutto delle targhette militari che vide spuntare dai brandelli dei vestiti del cadavere.

Risalì, rimise tutto a posto e solo allora chiamò la polizia.

Cronodramma Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora