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Dormo un sonno strano, turbato.
Mi giro e rigiro nel letto.
Alla fine mi sveglio.
Scendo di sotto per andare a bere un bicchiere d'acqua e mentre percorro il lungo corridoio noto che dalla camera di mamma arriva una fioca luce, ma decido di non entrare, per ora.

Mentre risalgo in camera, da quella di mamma sento che sta parlando al telefono.. a quest'ora..?
"Si.. no, mia figlia non sa tutto.. Mm ok.. spero di riuscire a dirglielo.. Mm ti aggiorno domani e scusa l'orario.. buonanotte"

Resto lì impalata ancora con le parole di mia madre nella testa.. Cosa mi nasconde? Chi era al telefono? Perché ha chiamato qualcuno a quest'ora..?
Torno in camera con mille domande che mi invadono la mente.. mi sdraio sul letto e passo in rassegna le uniche persone che ne possono sapere qualcosa in più sulla malattia di mamma, ma non mi sembrano i tipi/e che riescono a nascondere dei segreti così grandi.. perdendomi nei miei stessi pensieri mi addormento di nuovo. Ma non per molto.. infatti un rumore proveniente dalla camera di mamma mi sveglia così mi precipito a controllare.

Appena arrivo la vedo piegata in due su se stessa, con il respiro affannoso. Mi piombo su di lei e cerco di tirarla su, metto un suo braccio intorno al collo e la conduco, lentamente, in cucina. La faccio sedere e le porgo un bicchiere d'acqua.
Mentre beve a sorsi lenti osservo che è più pallida del solito.. La tranquillizzo e dopodiché la riaccompagno su in camera e resto con lei.
Dorme.

Le accarezzo il viso e le sussurro parole dolci mentre la stringo forte a me perché ho paura di perderla. Ad un certo punto sento il suo respiro affievolirsi piano piano, fino a scomparire. Sto pensando al peggio.

D'istinto prendo il telefono e compongo il numero dell'ambulanza.
Rispondono subito e io, tra le lacrime, gli informo su quello che è successo. Mi dicono che arriveranno al più presto per portarla in ospedale.
Gli aspetto con ansia e quando sento il campanello di casa mi precipito subito ad aprire la porta.
Entrano due infermieri in divisa e portano la barella per caricare mia mamma. Gli osservo attentamente mentre la portano fuori per poi trasportare lei e la barella in macchina.
Le mettono la mascherina, (penso si chiami cpap), con l'ossigeno e fanno le solite cose del primo soccorso.
Salgo sull'ambulanza con loro e, mentre sfreccia ad alta velocità per le strade di New York, sento le sirene attivarsi, segno che è qualcosa di grave.

Arrivati in ospedale e ci rechiamo nel reparto di rianimazione, consegnano mia madre, come se fosse un oggetto, ai medici e se ne vanno. Questi mi chiedono cos'è successo così spiego tutto anche a loro e chiamano anche il dott. Histing che per fortuna è anche di turno stanotte.  Quest'ultimo prende la situazione in mano, anche perché ne sa molto di più sulla condizione di mamma rispetto agli altri medici, e ci conduce, spingendo la barella, in una stanza libera di quel reparto.
Numero 512.

Lo aiuto a sistemare mamma in uno di quegli odiosi letti e a prepararla per le varie visite di controllo. Non abbiamo parlato per niente ma so che presto questo silenzio si spezzerà..
Con l'aiuto di un medico del reparto le infilano il solito tubicino di una flebo contenente, stavolta, un liquido trasparente e ne attaccano altri a varie macchine.

Dopo aver fatto tutto ciò mi lasciano sola con lei. Mi siedo accanto a lei, le prendo la mano e la stringo forte nella mia. Lacrime calde e salate mi scorrono lungo le guance ma non faccio nulla per fermarle neanche quando rientra il dott. Histing.. dicendomi che ormai è in coma, e che forse domani vuole parlarmi di tutta questa faccenda..

Penso che questa sarà una lunga e faticosa notte..

Gli imprevisti del cuore - {#wattys2018}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora