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Non so neanche io perché l'ho sto facendo, ma qualcosa mi dice che devo, che è la cosa giusta da fare.

Lentamente ripercorro tutti i dolci ricordi che ho di lei, voglio solo pensare a quelli belli perché di cose brutte ne ho abbastanza.

Mi torna in mente quel giorno che mi portò al mare. Mi stringeva forte la mano mente passeggiavamo lungo la riva di Manhattan Beach, con il vento che le scompigliava i capelli e io che ridevo perché dicevo che assomigliava a un qualche personaggio dei cartoni animati. Ricordo il rumore del mare, le grandi onde che si annullavano a riva, il sapore che solo lui sa creare. Ricordo anche che rubai un aquilone ad un bambino solo perché mi piaceva la sua forma e il suo colore. Richiamo alla mente anche le corse gioiose, la spensieratezza di quegli anni. Accanto a questo tenero pensiero mi se ne affianca uno amaro, che ancora non digerisco del tutto. Cerco di scacciarlo via, ma niente, resta lì a farmi compagnia.

La mia mente rievoca il più doloroso ricordo di papà. Seduti in cucina uno di fronte all'altro discutevano di cose da grandi. Io origliavo dalla sala, come accadeva spesso in quegli ultimi tempi. Sentì il rumore di un anello che rotolava sul tavolo, poi qualcuno che si alzava dalla sedia diretto verso il grande portone di una delle tante case che cambiavamo. Era papà. Stava per aprire la porta di casa quando si girò verso di lei dicendole che ormai non c'era più niente tra di loro e che non ne voleva sapere più lei e ne tantomeno di  me; dopodiché se ne andò. Torno alla realtà solo quando mi accorgo di essere osservata.

Ho ancora la mano poggiata su uno dei tanti tubicini che legano mia madre ad una macchina. Con uno scatto lo estraggo dalla vena del suo braccio e sento il lunghissimo biip prodotto dall'apparecchio, segno che orami lei non c'è più, che è morta. Solo adesso mi accorgo di non averla osservata come si deve durante quest'ultimo periodo. Le prendo la mano, ormai fredda e bianca, tra le mie e mi rendo conto di aver fatto la cosa giusta per lei, non la potevo vedere più in quello stato... adesso mi gira la testa, mi siedo sullo sgabello lì vicino e intorno a me vedo solo il bellissimo colore nero..

Gli imprevisti del cuore - {#wattys2018}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora