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La mattina seguente mi sveglio con Even che dorme beatamente accanto a me. Mi muovo piano per non svegliarla e indosso una maglietta a maniche corte lunga fino a metà coscia. Scendo di sotto in cucina ma decido di aspettare la mia amica per fare colazione così mi sistemo sul divano e guardo un po' di tv. Poco dopo scende anche lei e si viene a sedere vicino a me. "Buongiorno amore, dormito bene?" Sorrido, "Buongiorno anche a te, e si ho dormito bene grazie" Mi sorride e insieme ci dirigiamo verso la cucina per fare colazione. Dopo aver finito di mangiare ci andiamo a cambiare per poi andare a scuola.

Arrivate a scuola, prendiamo i nostri libri negli appositi armadietti e andiamo nell'aula. Durante il susseguirsi delle lezioni penso al ragazzo dell'ospedale, infatti quando Even mi chiede se questo pomeriggio volevamo uscire le rispondo che devo accompagnare mia mamma all'ospedale, il che è vero ma la verità ma in realtà ci andavo per vedere il ragazzo. Quando suona la campanella dell'ultima ora mi precipito fuori dall'istituto e corro a casa.

Quando torno a casa mangio qualcosa e sto con po' con mamma. Mi ricorda che anche oggi la devo accompagnare a fare le solite visite e la chemio, così lavo i piatti, sistemo la cucina per poi correre in camera per cambiarmi.

Indosso dei semplici jeans neri, una maglietta a maniche corte con una felpa e le all star rosse basse.

Appena arriviamo, come sempre, ci dirigiamo subito verso il reparto delle chemioterapie. Mamma si siede sulla solita sedia e l'infermiera le infila i soliti tubicini nel braccio, come sempre riempie il sacchetto della flebo. Le prendo la mano mentre l'infermiera fa gli ultimi preparativi. Non voglio lasciarla da sola questa volta ma quella vista mi spinge ogni volta ad andarmene. Così scappo e in poco tempo raggiungo la camera del ragazzo, che per fortuna non c'è perché già sono seduta sul letto in un pianto liberatorio. Quando alzo la testa noto che è lì fermo sulla porta che mi osserva, lentamente mi si avvicina e accenna un piccolo sorriso e io ricambio nello stesso modo. "Ciao.." "Leo" Finisce la frase per me, e così cominciamo a parlare un po'. Mi sembra strano ma ogni volta che sto con lui mi fa ridere, scherza quando ce n'è bisogno ed è serio quando serve. Quando parliamo sembra che entriamo in un mondo tutto nostro e per quel momento non penso ad Even.. Forse questo ragazzo mi sta salvando o forse no.. sono confusa.. "Ti andrebbe di farci un giro?" Accetto così gli chiedo se posso spingere la sedia a rotelle e lui annuisce. Giriamo diversi reparti e quando ci dirigiamo verso il settore delle nascite, i cosiddetti "braccialetti bianchi" mi assale una sensazione di gioia. Sono tenerissimi nelle loro cullette. Intanto penso che anche questo il bello della vita: per ogni persona che muore ce n'è una che nasce e "produce" nuova vita, è un cerchio magico. "..e tu come la vorresti?" "Ehm.. scusa non ti stavo sentendo" "Ho detto mi piacerebbe avere una famiglia con tanti marmocchi che gironzolano per casa, tu che ne pensi?" "Uhm.. sarebbe bello" Continuiamo il giro in silenzio e poco dopo lo riaccompagno in camera per poi salutarlo.

Quando arrivo al bar noto mamma intenta a parlare con una signora che avrà più o meno la sua stessa età così mi siedo su una sedia lì vicino e guardo le notifiche sul cellulare.

"Ehi piccola, ho finito andiamo a casa?" Io annuisco e le do' un bacio sulla guancia.

Arrivate a casa consumiamo una cena veloce e dopo aver rassettato la cucina auguro una buona notte alla mamma e salgo in camera mia.

Mi stendo sul letto e intanto penso alla giornata di oggi e ai braccialetti bianchi.. con questo ultimo pensiero mi addormento.

Gli imprevisti del cuore - {#wattys2018}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora