Capitolo 19

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-No Frankie, non è quel che credi-
-Oh... Quindi non è l'ombrello che tieni sempre con te ultimamente? Perché lo fai?-
-Da quando ho un ombrello?- ridacchio e lui alza le spalle facendo il labbruccio.
-Piccino, lo sai che sei bellissimo?-
-Dici davvero?- fa di nuovo gli occhi da cucciolo.
-Si, magnifico...-
-Anche tu Gee, sei spettacolare...-.

Passano altri quaranta minuti e il film finisce. Frank si è addormentato sulla mia spalla e ora russa piano piano.

-Amore mio ringrazio te se adesso ogni istante della mia vita ha un senso... Tu, piccola luce abbagliante, sei riuscito a far risplendere i miei occhi con un tuo semplice sorriso e con un tuo dolce sguardo... La tua bellezza non ha fine, e come un fiore raro che sboccia una volta ogni cent'anni. Ogni giorno che ti vedo sei sempre più incantevole, niente che esista in questo mondo potrebbe ritenersi degno di tanto splendore. Più ti vedo e più ti penso, più ti penso e più mi piaci... E mi rendo conto che senza te sono come un fiore senza il suo profumo...- sussurro lentamente e con calma, sicuro che lui stia continuando a dormire, mentre lo coccolo e gli bacio le mani da topino.
Poi apre un occhio ed io mi sento avvampare.
-E' proprio vero che il 3 è il numero perfetto: con tre parole posso esprimerti tutto ciò che provo per te: io ti amo- sussurra a sua volta e poi mi bacia, in quel modo che sa fare solo lui. 

Quando è sera ordino la seconda pizza del giorno e la mangio mentre Frank dorme, di nuovo. Sto al suo fianco vegliando su di lui che probabilmente sta sognando, si agita tutto. Quando inizia a mugolare decido di svegliarlo dandogli qualche colpetto sulla spalla.
-Frankie, piccino, tutto bene si?-
Lui fa no con la testa e scoppia a piangere buttandosi tra le mie braccia.
-Sei vivo vero? Ho paura Gee, abbracciami ti prego, forte!- a quelle parole faccio quello che mi ha chiesto e mi si scioglie il cuore: possibile che questo ragazzino meraviglioso è tutto mio ora? Cosa ho fatto di tanto bello per meritarmi la perfezione?
-Sto benissimo cucciolo, non ti preoccupare...- sussurro e gli sposto il ciuffo di lato.
-Ti racconto, vuoi?- e senza lasciarmi il tempo di rispondere inizia a parlare come una macchinetta -Io mi sono seduto sul prato e ho sussurrato fissando la foto "Ehi... Ce l'ho fatta, Gee, sono qui". Poi ho continuato "Ti ho portato anche dei fiori... E un paio di fumetti. Te li ho posati lì, vedi?" e ho cercato di sorridere- si asciuga i grandi occhioni pieni di lacrime e mi bacia, ancora.

NOTA AUTRICE:
Inizio a scrivere un "libro", che libro proprio non è, dove racconto cose strane che accadono ad una persona disagiata, ovvero io, e poi altre robe carine carine, si intitolerà "myself.", ciauu.

I Don't Love You -Frerard- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora