Capitolo 34: Tragedia Emotiva

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È morta. Fu la prima cosa che pensò Alex quando vide sua sorella nella vasca da bagno. Urlò, vedendo cosa aveva fatto. Le sue mani tramavano mentre chiamava il 911

"Non sta succedendo davvero. Non sta succedendo davvero" sussurrava Alex tra se mentre attendeva la voce dall'altro lato

"911 qual è la sua emergenza?" cinguettò la ragazza

"Mia sorella ha tentato il suicidio" ammise Alex mentre delle lacrime cadevano sulle sue guance

"Okay. Un'ambulanza è per strada. Dove si trova?"

"Nella vasca da bagno. I suoi polsi ... sono tagliati"

"Ok. Sto mandando un'ambulanza a casa sua. Mi dice l'indirizzo?"

Qualche isolato più in là, Kelly era seduto sul divano in attesa della fine del turno. Sentì il telefono vibrare nella sua tasca, poi guardando lo schermo vide che suo figlio lo stava chiamando

"Hey Alex che succede?" chiese Kelly mentre tutti continuavano a parlare

Alex velocemente disse tutto al padre facendo nascere delle lacrime negli occhi di Kelly. Non poteva credere a quello che stava sentendo e non poteva credere che lo stava sentendo da suo figlio

"Oh mio dio. Alex ... hai il battito?"

Gabby si avvicinò a Kelly, sembrando preoccupata. Tutti ora guardavano Kelly interessati alla cosa

"Kelly che succede?" chiese Gabby posandogli una mano sulla spalla

Kelly spostò il telefono dalla bocca mentre parlava "Skylar ha tentato il suicidio. Alex l'ha trovata, i polsi ... tagliati in bagno"

Un silenzio scioccante cadde su tutti quanti. Kelly cercava le chiavi della macchina nelle tasche mentre ascoltava Alex parlare attraverso il telefono. All'improvviso il suono familiare della sirena della caserma interruppe il silenzio

Camion 81, Squadra 3, Ambulanza 61 donna in pericolo. Possibile assistenza del Camion e della Squadra. 67th North West Brooke

"Alex, arrivo subito. La 51 ha avuto la chiamata. Resta a telefono con me okay? Alex, sta respirando?" chiese Kelly, la sua bocca secca

"Non trovo il battito papà" sussurrò Alex nel telefono

Kelly sbatté il pungo contro la sua gamba prima di riportare il telefono al suo orecchio. Non poteva credere a cosa stesse accadendo

"Alex siamo ad un isolato di distanza. Resta lì. Ti voglio bene"

"Ti voglio bene anch'io papà"

Kelly attaccò mentre entravano nella strada. Mentre il camion si fermò ad uno stop, vide Gabby e Sylvie correre dentro con una barella, Matt dietro di loro. Quando il camion arrivò, Kelly saltò fuori e corse in casa sua. Quando alla fine arrivò in bagno si pietrificò. La sua bambina era sdraiata nell'acqua tinta di sangue, polsi tagliati. Le lacrime che stava trattenendo alla fine scesero lungo le sue guance. Matt tolse Skylar dall'acqua e la mise sulla barella. Gabby velocemente avvolse dei vestiti intorno ai polsi di Skylar e li fissò strettamente. Poi, così come erano arrivati andarono via. Alex era pietrificato, sedeva sul pavimento del bagno e fissava la vasca

"Alex, andiamo" ordinò Kelly

"No, la squadra dello zio Jay sta venendo per analizzare la scena. Mi farò dare un passaggio da lui" disse lievemente Alex

"Okay campione. Io vado con tua sorella. Chiamami quando stai per venire"

Kelly andò via, lasciando Alex da solo di nuovo. Lui rimase seduto lì, non sapendo che Matt era proprio dietro di lui per informare l'Intelligence di quello che avevano trovato sulla scena. Era in piedi sulla soglia della porta, bagnato della miscela che si trovava nella vasca. Le ginocchia dello jeans di Alex erano tutte rosse, così come le sue mani. Matt rimase lì, guardando il giovane uomo piangere per sua sorella

-

Qualche isolato più in là, Carson era arrivato a casa dai suoi allenamenti di calcio. Mise il suo telefono in carica. Appena lo fece, lo schermo si illuminò segnando 3 chiamate perse. Una era da parte di sua madre, una da un suo amico ed una da Skylar. ascoltò il messaggio del suo amico, poi quello di Skylar. le sue parole lo colpirono come un camion a tutta velocità. Poteva a malapena respirare mentre iniziò a sentire della lacrime scendere sulle guance

"No, no, no!" ripetette Carson molte volte mentre colpiva il muro con un suo pugno

Non poteva credere a quello che aveva ascoltato. Poi pensò che forse lo stesse interpretando in modo diverso, forse era uno sclero non un tentativo di suicidio. In quel momento sentì il telefono vibrare nella sua mano. Guardò in basso, sperando fosse Skylar, ma era solo Owen

"Che c'è Owen?" chiese Carson con voce roca cercando di mascherare la tristezza nella sua voce

"Carson dovresti venire al Med" lo avvisò Owen con tono tranquillo

"Perché?" chiese Carson, la preoccupazione colpì la sua voce

"Skylar ha tentato di uccidersi"

Le parole corsero nella sua mente, facendogli scendere delle lacrime. Owen continuò a parlare, ma Carson si era già perso in un pozzo di dolore. prese il suo telefono e il suo portafogli prima di indossare le scarpe da ginnastica. Senza pensare, lasciò casa e corse verso lo Chicago Med. Ogni volta che faceva un passo sentiva l'eco delle parole di Owen rimbombargli in testa

Quando arrivò in ospedale, corse al pronto soccorso tutto sudato e respirando pesantemente. Corin corse da lui vedendo fosse Carson. Gli diede dell'acqua, che lui bevette. Una volta finito, si alzò dritto cercando di respirare

"Carson, che ci fai qui?" chiese Corin ancora scioccata per Skylar

"Mi ha lasciato un messaggio vocale. Ha ..." disse Carson, spaventato di sentire la risposta alla sua domanda non finita

"Si Carson, l'ha fatto. Alex l'ha trovata dopo gli allenamenti"

"Oh mio dio. Ce la farà?"

"Non lo so Carson. Lo spero"

Corin e Carson avevano entrambi le lacrime agli occhi. Carson si sedette su una sedia, lontano da tutti, torturandosi le mani. Corin si sdraiò su Kelly e pianse fino ad addormentarsi. Quando si fece notte, Samantha Rhodes andò dai Severide per occuparsi dei bambini. Il bagno era stato pulito ed i vestiti lavati. Sembrava come se niente fosse successo

Alex andò a letto, mente sveglia. Si mise la coperta sulla faccia e pianse. Non poteva credere a quello che era successo e non voleva


#3 Young and Reckless in Chicago [Traduzione Italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora