Tre giorni fuori dal mondo.

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Tre giorni fuori dal mondo.


H.

"Cosa fai per le vacanze? Ho visto che lo spettacolo ha tre giorni di pausa...", dico sistemandomi il cappello in testa.
"Già, credo che starò a casa...a...fare l'asociale, come al solito.", lo vedo intento a posizionarsi il cappuccio della felpa ben stretto sulla testa.

Mi avvicino tirandogli su la zip con un movimento secco, riesco a sentirlo fremere per questo mio gesto in cui accorcio le distanze. Guarda a terra, come intimidito. Siamo alla Nissen, abbiamo girato qualche scena prima. Ci stiamo cambiando, o meglio, rivestendo per uscire, oggi fa un freddo fottuto.

"Verresti in vacanza con me...?", gli osservo i capelli dall'alto verso il basso. Lui continua a non guardarmi, troppo concentrato sulle nostre scarpe.

"Con...te e i tuoi...amici, ragazza e cose varie?"
"No, con me e basta."

Alza di scatto la testa corrugando le sopracciglia, "Solo...con te?"
Alzo le spalle, "E' un problema?"

"No, no, anzi...amh..."
"Niente cellulari, niente di niente, te lo prometto. Andremo fuori Oslo, non se ne accorgerà nessuno.", gli accarezzo la guancia con il dito.

"Non...lo so, forse dovrei ripassare le battute e..."

Gli afferro entrambe le guance premendo le sue labbra sulle mie. Con vergogna lui mi accarezza leggermente le braccia con le mani.

Lo sento divincolarsi infilandomi la lingua in bocca. Sorrido soddisfatto per la sua leggera presa di potere. Mi stacco lasciandolo leggermente dispiaciuto, "Questo...", dico afferrandogli il cordino della felpa, "...potrai farlo tutte le volte che vorrai, se verrai con me.", alzo le spalle allontanandomi, "Ti aspetterò in stazione. Pensaci."

-

Il taxi ci sta portando dalla stazione alla piccola casetta che ho affittato per questi tre giorni. Tre giorni fuori dal mondo e in assoluta pace. Tarjei si è arreso comunque. L'ho trovato in stazione in anticipo di un'ora ad aspettarmi. Sapevo sarebbe venuto, sapevo che si sarebbe concesso questa pausa con me. Ne ha veramente bisogno, è distrutto e stressato.

Le nostre dita si sfiorano di nascosto continuamente. I brividi mi divorano l'intero corpo e credo che anche per lui valga lo stesso.

Arriviamo, paghiamo il taxi e ci dirigiamo verso la casa. E' una piccola villetta in legno non molto grande. Apro la porta, entriamo e lasciamo scivolare a terra i nostri zaini. La esploriamo un momento. Adoro la sala con un piccolo caminetto. C'è poi una piccola cucina abitabile che fa anche da sala di pranzo, un piccolo bagno e soprattutto una camera da letto dotata di letto matrimoniale.

Vedo Tarjei fermo a fissarlo sulla porta. Faccio entrare finalmente i nostri corpi in contatto. Gli cingo un fianco abbracciandolo da dietro. Il suo corpo diventa momentaneamente come un pezzo di ghiaccio, per poi rilassarsi completamente mentre gli sfioro l'orecchio con la punta del naso. Lascia andare un leggero gemito. La sua mano si stringe con sicurezza alla mia.

Stravacca la testa sulla mia spalla, mi fissa le labbra un secondo, la sua bocca è aperta e respira con un leggero affanno. Mi dirigo sul letto portandolo con me. Lo faccio sdraiare con delicatezza. I suoi occhi mi guardano supplichevoli. Le sue mani sfiorano il mio corpo per attirarlo verso il suo. Poso piano le mie labbra sulle sue, ma solo per un breve momento. Dopodiché inizio a baciarlo con foga, con passione, con tutta la forza e la voglia che ho in corpo. L'unica cosa che si sente è il rumore di saliva e respiri affannati.

Non riesco a farne a meno, lo voglio nudo. Lo voglio toccare. Le nostre mani cominciano a spogliarci a vicenda con urgenza. Le nostre bocche vagano sui nostri corpi per succhiare e mordere la nostra pelle. Le nostre dita non riescono a trattenersi quando, rimanendo solo coi boxer, ci strusciamo con forza. Iniziamo a graffiarci. Lunghe scie rosse su pelli bianche.

Henrik&Tarjei [Raccolta di One-Shots]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora