Flashback.

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Flashback.

H.

Ci danno dieci minuti di pausa, dopo che l'ennesimo flash si abbatte contro i nostri visi.

Lea corre in bagno, mentre io solamente a sedermi.

Siamo serviti e riveriti come se fossimo star, ed inizio a chiedermi se volevo realmente tutto questo.

"Qualcosa da bere, Henrik?", mi chiede colui che, a detta del fotografo, dovrebbe farci sentire come a casa.

"Uhm...solo un bicchiere d'acqua, grazie."

Mi guardo attraverso lo specchio, davanti a cui mi hanno truccato in precedenza.

Quintali di fondotinta e cose del genere, una maschera impenetrabile, se non fosse per gli occhi stanchi, che spesso maschero, a loro volta, con spessi occhiali da sole.

Sto mangiando davvero poco ultimamente e credo si noti.

Le riviste penseranno che mi sono affidato ad una dieta per fotomodelli, ma la verità è che non sto bene.

In questi giorni continuo ad incontrare persone che mi chiedono come sto, senza avere un puro interesse nella risposta, quindi mi limito a dire che sto bene, il che è diventato abitudine ed autoconvinzione.

"Ecco a te, Henrik."

Afferro il bicchiere, portandolo velocemente alla bocca, bevo un breve sorso e poi respiro profondamente.

Faccio scivolare lo sguardo verso l'altra metà di acqua ancora presente.

Osservo il suo movimento, mi perdo nel ricordo.


"Non mi prenderai mai!", urla con una risatina isterica, mentre si divincola nell'acqua della piscina di questo piccolo appartamento che ho affittato fuori Oslo, per un paio di giorni.

"Fossi in te non ne sarei cosi sicuro!", urlo a mia volta, mentre con ampie bracciate mi dirigo verso di lui.

Cerca di fuggire senza successo, mentre punto le mani sul bordo, racchiudendolo all'interno delle mie braccia.

Quando avvicino il mio corpo al suo sento il suo cuore quasi esplodere, mentre mi sfiora la guancia con il respiro affannato.

Ci sorridiamo, mentre in sottofondo sentiamo solo il leggero rumore dell'acqua, e delle piccole goccioline che ci scivolano giù dai capelli.

Tarjei mi afferra dal mento, facendo scontrare i nostri visi e le nostre labbra.

Mi viene spontaneo afferrarlo dai fianchi ed attirarlo maggiormente a me.

Le sue gambe si legano attorno alla mia vita, tengo le mie braccia avvolte al suo corpo, mentre mi lascio andare nell'acqua portandolo con me.

Assaporo ogni centimetro della sua bocca, mentre le sue braccia, posizionate attorno al mio collo, non mi danno via di fuga.

Quando abbandono lievemente le sue labbra e riapro gli occhi, noto i suoi brillare. Mi guarda e mi sento bellissimo, mi guarda e mi sento perfetto.

Mi sposta una leggera ciocca bagnata che mi si è letteralmente incollata al viso. Mi sfiora il labbro con il dito continuando a guardarmi con aria sognante ed innamorata.

Il suo sguardo sta prendendo a pugni il mio stomaco, il mio cuore, il mio apparato respiratorio.

Sto malissimo e benissimo allo stesso tempo.

Mi fa sentire come se stessi morendo e rinascendo allo stesso tempo.

Poi mi sussurra quelle due parole, a cui credo e mi aggrappo con tutto il mio essere.

"Ti amo."

Incastro la mano tra i suoi capelli, gli bacio l'angolo destro della bocca, prolungo il bacio portandolo sul fondo insieme a me.


"Stai bene?"

Alzo lo sguardo di colpo, con la bocca completamente prosciugata, incontrando gli occhi di Lea, che mi fissano dallo specchio posto accanto al mio..

"No, si, sto bene, stavo solo...bevendo.", dico alzando il bicchiere, per poi svuotarlo completamente all'interno della mia bocca, alla disperata ricerca di sollievo.

Ma le mie labbra rimangono secche, e la mia bocca aspra, acida, mi viene quasi da vomitare.

"Dobbiamo riprendere...", sussurra sistemandosi i capelli con ossessione, "Ti aspetto lì."

Torno ad abbassare lo sguardo, mentre sento il rumore dei suoi tacchi farsi più lontano.

Afferro il mio telefono d'impulso, apro Instagram, #TarjeiSandvikMoe

Osservo le sue foto più recenti, mentre la voce di un giovane Even Bech Næsheim sussurra nella mia testa, "Isn't this man beautiful?"

Il mio cuore batte all'impazzata, mentre lo contemplo, in tutta la sua bellezza, nell'ultimo evento pubblico a cui ha partecipato.

Sono felice che abbia rivisto Iman, mi rende più sereno.

Continuo a scorrere le sue foto senza il minimo ritegno. Sorrido come un ebete, anche mentre noto la mia vista sgranarsi, appannarsi.

Sono in trappola e non so cosa fare.

Se gli scrivessi un messaggio mi sentirei un codardo.

Se lo chiamassi non saprei cosa dirgli.

Se corressi da lui mi rifiuterebbe.

Siamo il risultato delle scelte che facciamo, ed in questo preciso momento, mi rendo conto, di essere un fottutissimo errore vivente.

Henrik&Tarjei [Raccolta di One-Shots]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora