Il filo rosso del destino.

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Il filo rosso del destino.

T.

"Henrik sto per...sto per...", il respiro mi si spezza, deglutisco a fatica, "...sto per v...sto per ve...", il mio nettare si riversa improvvisamente nella sua mano, accompagnato da un ultimo gemito secco e pieno di soddisfazione. Il mio corpo trema incessantemente, mentre cerco di regolare il mio respiro, concentrandomi sulle crepe del soffitto. Socchiudo momentaneamente gli occhi, quando li riapro scontro i suoi occhi azzurri. Si sta leccando le dita della mano con soddisfazione, guardandomi con atteggiamento ancora famelico.

Quasi mi strozzo con la saliva, mentre non riesco a smettere di tremare al di sopra del lenzuolo.

So di dover ricambiare quello che mi ha fatto, ma in questo momento non ne ho le forze.

Sento il tocco dell'altra sua mano lungo la pelle della mia guancia.

Mi sorride con dolcezza, "Bello?", chiede in un sussurro, soffocando una risatina divertita.

"N-Non sai quanto...", rispondo con la voce ancora leggermente instabile.

Continua a ridacchiare, stendendosi su un fianco. Alza il lenzuolo sui nostri corpi nudi. Mi guarda e fa passare la mano tra i miei capelli che piano piano ricominciano a ricrescere. Non riesco a fare a meno che voltarmi nella sua direzione e stringermi a lui, respirando a pieni polmoni il suo odore, "D-dammi un minuto, e-e..."

"Sssh...", sibila appoggiando la bocca sulla mia fronte, "Non c'è fretta."

"Ho spesso paura di non...soddisfarti abbastanza."

"Ho la medesima paura, a volte."

Alzo lo sguardo di scatto, rincontrando il suo. Lo vedo deglutire nervoso, "Si, cioè, sai...", scuote la testa, "...tu vedi...tante persone e...ho paura che un giorno..."

Mi spingo in avanti iniziando a baciarlo.

No. Non voglio che dica quella frase.

Non voglio che dica che prima o poi incontrerò qualcuno che mi farà impazzire più di lui.

Non voglio che accada. Non lo accetterei.

Sono disposto a vivere anche tutta la vita in questa relazione tortuosa, ma non voglio che qualcun altro prenda il posto di Henrik nel mio cuore.

Il mio cuore e la mia anima appartengono a lui. Del mio corpo non mi importa, è solo un contenitore. Ma quel che c'è dentro è solo e solamente suo.

Mi ritrovo seduto su di lui a baciarlo con foga. A far scontrare le nostre lingue, a far entrare in contatto la sua erezione dura con la mia appena risvegliata.

Muovo il bacino lentamente, facendole sfregare. Erezione contro erezione. Pelle contro pelle.

Lo sento mugolare forte nei baci, facendo fuori uscire forti respiri dal naso.

Gli afferro entrambe le mani, stringendole forte contro il cuscino.

Serro bene la presa, per mantenermi in equilibrio, mentre il mio bacino continua a muoversi in piena libertà contro il suo.

Non so se voglio farci venire cosi. L'unica cosa che voglio è serrargli quella bocca, che a volte dice cose così banali e stupide.

È lui la mia anima gemella, è al suo mignolo che si trova legata l'altra estremità del filo rosso legato al mio. [*]

Posiziono le mie mani sulle sue spalle. Lo tiro verso di me, lo costringo a sedersi, facendogli appoggiare la schiena allo schienale.

Gli poso qualche leggero bacio sul collo, mentre con la mano afferro entrambe le nostre erezioni vicine, iniziando a masturbarle in contemporanea, continuando a farle anche sfregare tra di loro.

Henrik geme cercando il mio sguardo. È un gemito dolce, gentile, innocente, mi fa sentire costretto a dargli sempre di più. Il suo viso è arrossato e contratto dal piacere, ma non perde quell'aura di dolcezza che lo caratterizza.

Lo spingo di lato, facendolo stendere di nuovo. Lui non se lo aspetta, ma si lascia fare, come sotto ipnosi. Gli bacio il collo, la clavicola, il petto, prendo in bocca uno dei suoi capezzoli.

Il suo respiro è sempre più irregolare. Proseguo lungo la leggera linea degli addominali, l'ombelico, il basso ventre. Milioni di brividi rivestono il suo corpo.

Affondo bocca e naso nel suo pube, respirando a pieni polmoni quell'odore inebriante. Muovo le labbra lungo quella leggera foresta, sentendolo ansimare consenziente.

Con la mano riprendo il lavoro sulla sua erezione, forte e deciso. Il mio bacino risponde ai gemiti eccitati di Henrik, continuando così a far sfregare la mia erezione contro il lenzuolo.

Pensò che verrò così, sia a causa dello sfregamento contro queste lievi lenzuola di cotone, che a causa della voce profonda di Henrik, che raschia potente nelle mie orecchie e arriva diretta a tutti i miei organi interni ed esterni.

"Tarjei...Tarjei, Tar-aah!"

Mi affretto ad accogliere tutto il suo orgasmo all'interno delle mie labbra, lasciandomene sfuggire un poco al di fuori. Vengo anche io, tra le lenzuola, con un gemito roco e basso.

Poso la testa sulla sua coscia, respirando in modo affannato, osservando con dolcezza la sua intimità ormai stremata. Gli accarezzo la coscia opposta con l'indice, creando leggeri movimenti circolari.

Sento la sua mano accarezzarmi la testa, socchiudo gli occhi facendomi accompagnare da quelle dolci carezze, perdo i sensi.



***

[*] Il filo rosso del destino è una leggenda popolare di origine cinese diffusa in Giappone. Secondo la tradizione ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. Il filo ha inoltre la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone sono destinate, prima o poi, a incontrarsi e a sposarsi.

Henrik&Tarjei [Raccolta di One-Shots]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora