C'è chi scende e c'è chi sale.

479 36 18
                                    

[Si, so che Tarjei non è ancora tornato da Copenaghen, e io di solito mi ispiro molto alla realtà, ma non ho resistito, mi piaceva quest'idea e l'ho buttata giù, spero apprezziate.]

C'è chi scende e c'è chi sale.

H.

Sto passando una serata tra amici nell'appartamento che condivido con Sondre. Lea ha pressato molto per rimanere con me stasera, ma sinceramente non ne avevo molta voglia. Sono...inverso in questi giorni. Non avevo voglia neanche di avere gente in casa, volevo solo starmene un po' a letto: penso mi manchi la calma e la spensieratezza che vivo quando vado da mia nonna. Quello è uno dei miei piccoli rifugi preferiti e mi manca.

Mi risveglio dai pensieri quando sento il campanello suonare con insistenza.

Sondre mi guarda come per dirmi che non si alzerà mai dal divano, "Ok, ok, vado io.", sbotto scocciato.
"Sarà sicuramente quella di sotto, tu sei sicuramente più paziente con lei!!", puntualizza lui.

Sorrido lievemente alzando le spalle alla sua frase, e percorro il corridoio per arrivare alla porta. Apro direttamente senza neanche chiedere chi è, convinto sia proprio lei, ma invece...

"Hey."

Quasi mi strozzo con la mia stessa saliva quando vedo Tarjei appoggiato allo stipite della porta.

"Allora, Henke??? Mandala via e torna a bere con noi!", urla uno dei nostri amici mentre sento in sottofondo la risatina di Lea.

"S-si! Solo un secondo!", scivolo fuori facendo chiudere la porta lentamente.

Tarjei mi guarda divertito, con un sorrisetto irritante.

"Cosa...cosa ci fai qui?"
"Mi annoiavo."
Riduco gli occhi a due fessure studiandolo, lui non riesce a trattenere il suo divertimento.

"Sondre. La story di Instagram. Ecco perché sei qui. L'hai vista."

Le nostre voci riecheggiano per tutta la scala.

Tarjei si limita ad alzare le spalle sorridendo, poi si morde il labbro e mi sfiora il braccio, "O forse mi mancavi e basta..."
"Stranamente ti manco solo quando sono insieme a lei."

Lui ignora totalmente la mia frase, premendo la sua bocca contro il mio collo, in cui inizia a posare piccoli bacini, "Io non ti manco...?", sussurra.

Vorrei reagire, ed invece mi limito ad appoggiarmi al muro, mentre con le mani gli sfioro i fianchi mugolando leggermente.

Tarjei stringe la mano all'altezza del cavallo dei miei jeans, "Oh si che ti manco..."
"Tarjei...ti prego..."

Mi tira dalla t-shirt di scatto, mentre, premendo il pulsante dell'ascensore, le porte si aprono. Mi tira dentro con lui, preme un piano a caso e quando ci troviamo a metà tra un piano e l'altro preme il tasto di stop.

Lo guardo respirando forte con la bocca, chiaramente instabile a causa della sua presenza. Lui si avvicina e mi slaccia la cintura con violenza, io cerco di avvicinarmi alle sue labbra, ma lui si ostina a spostare il viso.

Mi abbassa i pantaloni ed i boxer con uno scatto, e poi si mette in ginocchio, afferrando velocemente la mia erezione tra le labbra.

Mi appoggio contro le pareti dell'ascensore e mi tappo la bocca con una mano, consapevole che potrei rischiare di essere sentito da tutto il condominio.

Tarjei inizia a nutrirsi di me in modo disperato, quasi arrabbiato. Lascia lunghe scie umide, poi lo prende completamente in bocca, ci gioca con la lingua, succhia e bacia ogni centimetro, per poi, infine, concentrarsi sul mio punto debole: la punta.

Non riesco a contenere la mia eccitazione, sono completamente sudato e con la mano libera gli tiro quel poco di capelli che finalmente sta cominciando a ricrescergli.

Le mie gambe sembrano di gelatina, sento che stanno per cedere.

Cerco di soffocare ogni gemito all'interno della mia mano, ma invano, la mia voce è troppo acuta in questo momento.

Sentiamo di scatto l'ascensore riprendere a muoversi.

Vedo Tarjei sporgere nuovamente il braccio verso il tasto di stop. Lo preme in continuazione, in quanto l'ascensore continua ad essere chiamata, ma nonostante questo, anche lui continua imperterrito nel suo lavoro di bocca, senza perdere d'intensità.

Il piacere ed il pericolo creano il mix perfetto per un orgasmo super intenso, che Tarjei accoglie completamente all'interno delle sue labbra. Una volta terminato continua comunque a posarmi dei leggeri baci sulla lunghezza, per poi rialzarsi e premere il tasto del mio piano.

Io mi limito a guardarlo senza parole, cercando di ricompormi al meglio.

Una volta che le porte si riaprono mi spinge fuori, mentre lui rimane appoggiato nei pressi del sensore, che non permette alle porte di richiudersi, guardandomi a braccia conserte.

"Quindi...", sussurro ancora leggermente ansimante, "...sei venuto qui solo per...nutrirti del mio nettare degli dei?"

Lui rotea gli occhi sospirando, "Il tuo liquido seminale non è unico al mondo, Henke."

"Lo dici come se ne avessi provati tanti."
"Può essere."

Trattengo momentaneamente il respiro, iniziare una scenata di gelosia lo renderebbe solo doppiamente più soddisfatto, non posso cedere, devo dimostrarmi più forte di lui.

"Ok, allora grazie per il servizio.", dico con sufficienza, mentre mi giro verso la porta del mio appartamento, intento quasi ad aprirla, se non che, sento Tarjei tirarmi dalla maglietta, voltarmi verso di lui e finalmente baciarmi.

Riesco a percepire ancora i residui del mio sapore nella sua bocca, ma cerco di non dargli peso.

Sento la sua lingua muoversi nella mia bocca, non riesco a fare altro che mugolare piacevolmente coinvolto.

E' un bacio intenso, non violento, a tratti quasi dolce. Sento i brividi cospargersi per tutto il corpo e penso che anche per lui valga lo stesso.

Ci stacchiamo insieme, lentamente, lasciando che le nostre labbra si stacchino coi loro tempi, senza fretta. Riapriamo gli occhi in contemporanea, il suo viso sembra quasi addolcito, "Ricordati che sei mio.", sottolinea con decisione. 

Indietreggia e preme un tasto dell'ascensore.

Mantengo gli occhi fissi nei suoi fino a quando le porte non si chiudono interrompendone il contatto.

Henrik&Tarjei [Raccolta di One-Shots]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora