12. Abbiamo molto di cui parlare

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{Il capitolo contiene scene di sesso esplicite}

❀ L y d i a ❀ 

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Seduta sul tappetto di fronte la tv, la schiena poggiata contro il divano, le gambe incrociate a mo' di indiano e un barattolo di gelato al cioccolato tra di esse. Avrei trascorso la serata in tal modo, di fronte un film strappalacrime visto e considerato che Noah aveva riscontrato un impegno lavorativo, mandando all'aria il nostro appuntamento. Avrebbe dovuto cenare assieme ad un acquirente, disposto a comperare alcuni suoi quadri. Ci eravamo ripromessi di fare colazione insieme il mattino seguente: mi mancava stare in sua compagnia ed era trascorso solo un giorno dall'ultima volta in cui ci eravamo visti.

Indossai una felpa piuttosto larga, i pantaloni del pigiama e i capelli li legai in una coda di cavallo leggermente disordinata. Affondai il cucchiaio di acciaio nel cremoso gelato e lo portai in bocca, continuando a guardare con occhi sognanti Ryan Gosling in Le Pagine Della Nostra Vita. Per l'ennesima volta avrei visto il film, sognato assieme ai protagonisti, pianto di disperazione, abbuffandomi come mio solito di gelato. Era un classico.

Quando affondai nuovamente il cucchiaio all'interno della vaschetta, il campanello suonò, facendomi sussultare. Non erano previste visite, quindi esitai qualche secondo prima di alzarmi da terra. Poggiai il barattolo sul pavimento e sistemai i pantaloni sulle gambe, stirandoli. Chiunque fosse stato, avrebbe dovuto subirsi la mia immagina da film horror. Avevo a tutti gli effetti l'aspetto di una sventurata in amore con l'intento di trascorrere una serata in solitudine, tra desideri e pensieri erotici  frutto di un'immaginazione contorta. Perché, diciamocelo, chi non ha mai desiderato di essere nei panni di Rachel McAdams? 

Il campanello suonò nuovamente un paio di volte. Perché tanta fretta? Roteai gli occhi al cielo e mi affrettai ad aprire. Quando la porta si spalancò, due occhi caramellati mi accolsero facendomi mancare il respiro per un istante. Rimasi a bocca asciutta: cosa ci faceva Justin lì, a quell'ora? 

"Justin?" domandai incredula. 

Lui rimase impassibile, come se non mi avesse sentita. Lo sguardo perso nel vuoto, un'espressione di chi non sa neanche il motivo per il quale ha suonato il campanello. Me lo stavo chiedendo anche io.

"Che ci fai qui?" mi avvicinai leggermente, in quel momento si voltò di scatto e incastonò i suoi occhi nei miei. Rabbrividii.

Ci fu silenzio, di quelli scomodi che vorresti finiscano il prima possibile: avrei voluto scuoterlo, eppure quel suo sguardo penetrante mi spaventò. Quelli erano gli occhi di chi ha troppo da dire ma non trova le parole giuste per farlo. Ci eravamo lasciati quella mattina con un semplice abbraccio, forse era lì per chiarire? Per trovare risposte? 

"Ho pensato molto a cosa fare" cominciò con voce roca. Io corrugai la fronte: perché tanta drammaticità? Cercai di parlare ma venni interrotta. "Se aspettare domani o venire adesso" le labbra si alzarono su un lato. Era per caso impazzito? 

Presi un grande respiro e quando aprii bocca per chiedere cosa ci facesse lì, ancora una volta, lui afferrò la porta con una mano. Indietreggiai istintivamente e sussultai. 

"Ma non ho resistito" fu l'ultima cosa che disse. Poi, con uno scatto felino, mi afferrò il volto con entrambe le mani e posò le sue carnose labbra sulle mie. 

The Feeling 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora