13. Corpo a corpo

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{Prima di iniziare vorrei consigliarvi di leggere assolutamente la storia di sidetobieber che si intitola Oscar Lions. Faccio questo annuncio di mia spontanea volontà perché sono poche le storie su Justin che ad oggi riescono a trasmattermi qualcosa e questa è una di quelle. Merita davvero molto! In più è davvero originale quindi correte a leggerla}

L y d i a ❀ 

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Rimasi incantata nell'ammirare la figura di Justin, seminuda, intento a mangiare il gelato. Solo un paio di boxer addosso, seduto sul divano in pelle. Di canto mio indossavo solamente l'intimo, quello che mi aveva sfilato via qualche ora prima. Mi fermai sull'uscio della porta inclinando il capo di lato: era di una bellezza da mozzare il fiato. I tatuaggi marchiavano il suo corpo muscoloso, dalla pelle liscia e lucida a causa del sudore. Il petto si abbassava e alzava a ritmo del suo respiro regolare. 

Portò il cucchiaio in bocca e ne leccò il contenuto, poi si voltò nella mia direzione e sorrise nel vedermi inerme, disposta ad osservarlo per sempre, senza mai stancarmi.

"Così mi imbarazzi" commentò divertito.

"L'avvocato Bieber che arrossisce? Non ci credo neanche se lo vedo" ammisi avvicinandomi alla sua figura. Mi sedetti di fianco a lui, la sua mano si posò sulla mia coscia nuda. Accarezzò la pelle calda, il suo palmo invece era freddo a causa del barattolo di gelato stretto in mano.

Rabbrividii: solo il suo tocco era in grado di farmi sentire così appagata. Solamente le sue carezze riuscivano a farmi stare bene, completa.

"Come ti senti?" mi domandò continuando a far scorrere la sua mano sulla mia pelle.

"Benissimo" dissi sinceramente. Mi sentivo veramente bene, come lo ero stata poche volte in quell'ultimo periodo. "E tu?"

"Anche io" annuì avvicinandosi al mio viso. Mi baciò una guancia e poi la morse, io socchiusi gli occhi e morsi il labbro inferiore. Quando si allontanò prese a fissarmi, la mano non smise mai di accarezzarmi la coscia. 

Non seppi cosa dire: mi aveva riferito che c'era molto di cui parlare, il punto era: quali argomenti trattare? Passato, presente o futuro? Lui sapeva, come era ancora un mistero ma aveva capito fin troppo. 

"Di cosa volevi parlare?" chiesi qualche secondo dopo.

Justin si irrigidì, fermò i suoi lenti e calmi movimenti sulla mia gamba e alzò lo sguardo, incastonando le sue iridi nelle mie. Le labbra chiuse in una linea orizzontale, quasi avesse paura a parlare. Il respiro regolare poco a poco divenne pesante: non affannoso, semplicemente pesante. 

"Di molte cose. Di noi" sussurrò. 

C'era ancora un noi dopo l'incidente? Esistevano ancora Lydia e Justin insieme dopo la perdita di memoria? Non facevo altro che chiedermi perché: per quale motivo avesse dimenticato proprio me, perché proprio io? Non ce lo eravamo meritati l'amore che ci eravamo concessi e dichiarati? Probabilmente perché la nostra unione avrebbe fatto male a troppe persone. Eppure gli unici a soffrire, alla fine, eravamo stati proprio noi.

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