Strangers || Dazai Osamu x lettrice

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Richiesta da Crazy-Girl-15
。。。

(T/n)= tuo nome

La parte in corsivo nel testo indica un fashback.

Doveva essere una storia tre volte tragica, ma l'ispirazione non ne ha voluto sapere, quindi prendetevela con lei.

Hai mai desiderato
una seconda possibilità
di incontrare qualcuno
per la prima volta?
-Charles Bukowski

Dazai scattò sull'attenti pensando di aver scorto un minimo movimento delle palpebre, ma poi si incurvò nuovamente sulla sedia, vittima di un'ennesima mera illusione.
Tutti i suoi colleghi avevano cercato di persuaderlo al riposo, ma lui non ne aveva voluto sapere.
Era rimasto per tutto il tempo accanto al letto d'ospedale di (T/n), sperando che quest'ultima si svegliasse, gli sorridesse, gli dicesse che stava bene con quei suoi occhi da bambina. Gli stessi che erano rimasti chiusi nonostante le sue preghiere.
Dazai si passò una mano sul viso.
Era una punizione quella?
Sì, doveva esserlo per forza, la punizione peggiore che avesse potuto scontare.
Vedere il corpo di (T/n) inconscio, steso su quel maledetto letto bianco, collegato a ogni sorta di macchinari lo faceva dannatamente soffrire.
Il suono acustico di questi ultimi, poi, lo stava mandando fuori di testa. Quel fastidioso "bip" alternato gli impediva di formulare pensieri razionali.
Non che avesse molto a cui pensare. Il rimorso era sempre con lui.
Non riusciva a perdonarsi.

"(T/n)-chan devo parlarti" disse Dazai con tono pacato una volta che i due furono giunti sul lungomare di Yokohama.

La ragazza piegò la testa di lato perplessa. Dazai sembrava insolitamente freddo...
"Di che si tratta?"
Il detective le dava le spalle.
Lei prese ad ammirare il sole che lentamente stava affogando in mare tingendolo, con il suo sangue, di arancione. Dazai non si lasciò ammaliare a sua volta da tale spettacolo; non perse tempo e iniziò a parlare.
"Vedi... non so come dirtelo..." sentenziò voltandosi lentamente verso di lei.
Quell'attesa cominciava ad essere snervante e il tono serio del suo fidanzato non le piaceva nemmeno un po'.
"Dazai... mi stai facendo preoccupare..." disse esortandolo a continuare.
Dazai prese un respiro profondo prima di pronunciare quattro semplici parole.
"Non ti amo più."

(T/n) sgranò gli occhi. Fu stroncata da quella frase come un fiore che viene tagliato dall'aratro di un contadino distratto.
"C-cosa...?"
Ora Dazai aveva lo sguardo puntato verso il mare. Sapeva di star facendo la figura del codardo, ma se avesse guardato (T/n) non avrebbe retto. Dopotutto, si disse, avrebbe trovato qualcuno di meglio, qualcuno che l'avrebbe amata come meritava.
"Tra noi non funziona più. Non sento più nulla quando sono con te. Non percepisco più i sentimenti di una volta. Mi dispiace."
Lei non lo stava più ascoltando.
Tutto ciò che poteva sentire era il suono del proprio cuore che veniva schiacciato sotto il peso di quelle parole.
"Dimmi che non è vero..." sussurrò mentre le prime lacrime le solcavano il viso.
Se solo lui avesse capito quanto fosse importante per lei.
"Io..."
Che era la persona migliore che conoscesse.
" ...io non ce la faccio senza di te... "
Che l'aveva salvata.
...Osamu ti prego..."

Che lo amava nonostante tutto.
Dazai scosse il capo.

"Mi dispiace" ripeté il ragazzo trovando finalmente il coraggio per guardarla negli occhi nei quali vi era tutto il dolore che la stava lentamente lacerando.
Dopo pochi istanti fu (T/n) ad abbassare lo sguardo arrendevole. 
Lasciò che le lacrime si infrangessero a terra e parlò in un sussurro appena udibile dal detective che amava più di se stessa. Una sorta di desiderio, un rimpianto:
"Se solo potessimo essere di nuovo sconosciuti..."*

In un primo momento non aveva colto il significato di quelle parole, ma quando aveva appreso la tragica notizia che lo aveva inchiodato accanto a quel letto, si era preso la testa tra le mani maledicendosi ancora e ancora.
No, non poteva perdonarsi.
Non poteva accettare il fatto di essersi reso conto di amarla ancora solo dopo aver visto il suo corpo vittima quello stramaledetto incidente.
E ora la stava perdendo di nuovo.
Alzò la testa distrattamente, gli occhi gonfi e le labbra piegate all'ingiù.
Per poco non cadde dalla sedia.
(T/n) lo stava osservando con occhi pesanti e lucidi, la bocca coperta dalla maschera d'ossigeno, l'espressione smarrita.
Dazai saltò in piedi in preda alla felicità e al sollievo, accorse per toglierle la maschera e intanto sorrideva.
-Sono qui (T/n)-chan, sono qui, va tutto bene- continuava a ripetere imperterrito mentre cercava di districare tutti quei fili.
Quando la bocca di (T/n) fu libera, lei mosse piano le labbra, la gola secca, la mente in subbuglio.
Dazai le prese la mano. Le sue dita erano fredde.
-(T/n)-chan, come ti senti?
(T/n) lo guardò senza dire nulla per qualche secondo. E Dazai avrebbe preferito il silenzio, perché le parole che seguirono furono peggio di mille pugnalate.

-Scusa, ma tu... chi sei?

La storia di un amore dimenticato, ma non finito.

*[La frase "se solo potessimo essere di nuovo sconosciuti" è del film Collateral beauty (e se non lo avete visto dovete andare a vergognarvi in un angolino)]

Annunciazione annunciazione: in questi giorni sono stata parecchio attiva grazie alla settimana creativa a scuola, ma domani sarà l'ultimo giorno quindi non riuscirò più a pubblicare così tanto...
Se avete richieste, comunque, siete liberi di farle. Tenterò l'impossibile per accontentarvi :3
Baci

𝐓𝐢𝐧𝐲 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐞𝐬 || 𝐵𝑢𝑛𝑔𝑜𝑢 𝑆𝑡𝑟𝑎𝑦 𝐷𝑜𝑔𝑠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora