𝐓𝐢𝐧𝐲 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐞𝐬 || 𝐵𝑢𝑛𝑔𝑜𝑢 𝑆𝑡𝑟𝑎𝑦 𝐷𝑜𝑔𝑠

Duende || Atsushi Nakajima x lettrice

Il 'duende' è qualcosa di intraducibile, è forse il carisma, l'energia o l'incantesimo che una persona possiede. E' qualcosa che si suscita negli altri senza artificio o compiacimento, qualcosa che tutti percepiscono, riconoscono.

(T/n)= tuo nome.
(C/c)= colore capelli.

L'arte non la capiva, non era nemmeno sicuro che gli piacesse.
Eppure quando Atsushi guardava lei, era come se si trovasse davanti ad un'opera senza prezzo.

Anche quando i suoi occhi erano riempiti con tristezza poteva scorgersi uno scintillio delicato che le illuminava il viso.

-Perdonami, anche questa volta non sono servito a nulla...- abbassò lo sguardo il ragazzo tigre con un sorriso sbilenco.

-Sinceramente non capisco nemmeno perché l'Agenzia non mi abbia ancora cacciato.

(T/n) era seduta su una sedia accanto al lettino dell'infermeria ascoltandolo pazientemente.

Lei sapeva che non era vero; se non fosse stato per lui a quest'ora probabilmente lei non sarebbe nemmeno seduta su quella sedia a guardarlo con rammarico.

Aveva tentato molte volte di convincerlo del contrario, ma l'insicurezza di Atsushi era una pietra troppo forte da scalfire.

Ma non per questo si era arresa.

-Atsushi-kun- chiamò piano prendendogli una mano.

Con il suo tocco l'albino parve rilassarsi e (t/n), percepito ciò, sorrise dolcemente.

-Voglio farti vedere una cosa. Quando sarai guarito vieni con me al museo di Yokohama- propose con un sorriso.

Atsushi annuì mentre la curiosità si faceva largo tra i suoi pensieri.

* * *

(T/n) camminava con le mani dietro la schiena accarezzando con lo sguardo le pareti coperte da strani dipinti del museo. Dietro di lei Atsushi non li stava veramente guardando, era troppo impegnato ad ammirare lei.

L'unico rumore che osava disturbare la quiete era l'echeggiare dei passi dei giovani per il corridoio.

Alla fine (T/n) si fermo davanti a un dipinto guardandolo per qualche secondo con un sorrisetto compiaciuto, dopodiché si voltò verso Atsushi facendo cenno di avvicinarsi.

Quando l'albino la ebbe raggiunta entrambi rimasero in silenzio ad osservare l'opera nel più religioso silenzio. Il quadro era un insieme inconsistente di colori su una tela, niente di più pensò Atsushi inclinando il capo di lato continuando a fissare il dipinto storcendo il naso.

Come immaginava, non ci capiva niente.

-Allora? Come ti sembra?- chiese con un fil di voce la giovane.

-O-oh beh, è... interessante...? Sì, insomma, i colori... sono... belli... uhm.

(T/n) non si trattenne e scoppiò a ridere allietando il silenzio con la sua voce.

Atsushi arrossì.

Quando la ragazza si fu calmata riprese a guardare il quadro.

-Non è altro che un ammasso di colori, vero? Chiunque sarebbe in grado di prendere dei barattoli di alluminio pieni di tempera e buttarli a caso su una tela- disse. Atsushi la guardava attentamente senza aprire bocca.

-Non sembra nemmeno un'opera d'arte in mezzo a tutti questi bei quadri. Eppure...

La (c/c) si voltò verso di lui guardandolo con dolcezza.

-Tutti questi colori non suscitano in te qualcosa? Possono sembrare insignificanti, ma ne racchiudono più di mille, che ognuno interpreta a proprio piacimento. Suscitano gioia, rabbia, malinconia...
Tu mi ricordi l'arte Atushi-kun. Sei un opera d'arte non compresa da se stessa, ma amata e ammirata da molte persone.

Atsushi sentì una strana commozione quando quelle parole pronunciate con così tanta sincerità e affetto lasciarono le labbra di (T/n).

Avvertì un tuffo al cuore quando lei gli si avvicinò.

-Tu sei un opera d'arte Atsushi-kun e non lo sai- disse prima di annullare ogni altra distanza.

Tu che hai visto dentro me mille musei,
io che vedevo solo vuoti corridoi.

Angolo autrice

Avrei dovuto rendere il finale più ricco di particolari credo, ma ho ancora i residui del blocco dello scrittore che non accenna ad andar via del tutto. Che si sia affezionato a me?

Ad ogni modo lascio le critiche a voi, come sempre.

Grazie per aver letto!