Prologo

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Ormai da 16 anni gli Hunger Games non si svolgono più e Panem è sotto il presidente Plutarch. Primrose ha dodici anni e Mitch ne ha appena compiuti sette.

Gli incubi non sono mai finiti, né quelli di mio padre, né quelli dei giochi. Ogni notte mi desto da questi brutti sogni, ma non serve mai a nulla. La stessa cosa vale per Peeta. Di solito passiamo le notti intere a parlare, a cercare di spiegare, di raccontare ciò che abbiamo dentro.

Sono riuscita a dormire solo due o tre ore e appena apro gli occhi e cerco con la mano il calore di Peeta trovo solo il lenzuolo freddo.

Mi metto a sedere mentre mi strofino gli occhi. Sulla soglia della porta compaiono Prim e Mitch che subito si buttano sul lettone esclamando un enorme: "Auguri mamma!"

"Grazie." mi limito a rispondere sorridendo e stringendoli a me come se qualcuno potesse portarmeli via.

"Hey hey! Vi siete appropriati del mio letto! Scendete subito o vi mangio a tutti e due!" Dice con il suo classico tono scherzoso che tutti a Capitol City amavano mentre porta dentro la stanza un vassoio con biscotti fatti e decorati da lui e una tazza di latte di capra.

I bimbi iniziano ad urlare e a scappare in mille direzioni per evitare lo scherzo del padre, ma con scarsi risultati perché dopo aver poggiato il cibo li prende entrambi e li butta sul letto.

"Buona festa della mamma, Katniss." mi augura fissandomi negli occhi e facendomi capire la malinconia e la paura che porta dentro.

Oggi, 14 maggio, sono 17 anni esatti dagli ultimi giochi, dall'ultima Edizione della Memoria e neanche la festa a me dedicata può far sparire i sentimenti che questa data racchiude.

"Grazie Peeta..." sussurro abbassando lo sguardo "Avete mangiato?" domando ai bambini.

"Ehm... No... Ti stavamo aspettando." ribatte Prim.

"Dai, portate il vassoio in cucina e mangiate voi."

"E tu?" chiede Mitch.

"Papà è un fornaio, giusto? Sapete che fa sempre i biscotti..."

"Okay." rispondono in coro uscendo dalla camera.

Appena la porta si chiude, Peeta si avvicina di più e mi fiondo nelle sue braccia forti e rassicuranti.

Non faccio altro che ripetermi:"Non piangere, non puoi piangere, non ora, non qui..." ma alla fine cedo sempre e non mi piace. Mi fa sembrare debole.

"Katniss lo sappiamo entrambi cosa abbiamo passato, ma ormai è tutto finito... Tutto finito da 17 anni..."

"No Peeta non è così... Quest'anno per la diciassettesima volta consecutiva dovremo ritornare a Capitol City e in tutti gli altri Distretti per ricordare tutto quello che abbiamo passato... Peeta non ce la farò fino alla fine dei miei giorni."

"Katniss non sei sola, ci sono io con te... E per quanto dura e lunga possa essere questa cosa, noi ce la faremo, insieme."

Mi stringe più a sé e cerco di calmarmi per non farmi vedere in questo stato dai miei figli.

"Le telecamere saranno qui tra quarantacinque minuti circa e, visto che ci sarà anche Effie, arriveranno proprio fra tre quarti d'ora. Perciò su. Andiamo."

Mi lascia un caldo bacio sulle labbra e vado a prepararmi per le riprese.

Passano quaranta minuti. Siamo tutti pronti quando sentiamo bussare.

"Oh, è in anticipo." Peeta va ad aprire e subito la stravagante donna di Capitol City ci saluta con baci e abbracci.

"Allora... Come state?" Domanda con l'accento di cui io e Gale ci beffavamo sempre a 16 e 18 anni.

Gale... Dovrà venire anche lui con noi e Johanna.

Il volteggiare della parrucca verde piena di boccoli mi fa tornare alla realtà.

"Oh ehm... Tutto bene... E tu?"

"Tutto bene anche se ormai la vita in città è diventata monotona e noiosa... Credo possiate capirmi..." dice sorridendo "Oh! Ma che belli che siete diventati! In un anno siete cambiati così tanto!" si complimenta con Primrose e Mitch abbassandosi non si sa come sul suo classico tacco 12 (se non di più).

Appena si rialza, le rivolgiamo uno sguardo interrogativo riguardo la giornata che ci aspetterà.

"Sempre uguale agli anni precedenti. Le uniche cose che cambiano sono i costumi e alcune parti dei discorsi."

Annuiamo e la seguiamo in giardino dove i cameramen sono già lì che sistemano le attrezzature.

"Bene. Inizierete uscendo da casa vostra e fermandovi sulla soglia con Prim e Mitch sotto di voi."

Vorremmo rispondergli che sappiamo già tutto a memoria, ma vogliamo essere gentili.

Le solite battute, i soliti sorrisi finti, i baci dati per il pubblico di Capitol City. È per questo che nulla è finito. Siamo costantemente sotto i riflettori e siamo sempre dei burattini che servono a far divertire il pubblico. Anche sotto Plutarch le cose non sono cambiate granché.

"Salve a tutti. Oggi per la diciassettesima volta consecutiva verremo da voi a testimoniare la brutalità degli Hunger Games." inizia Peeta schiarendosi la voce.

"E ricorderemo tutte le vittime che questi ultimi hanno provocato." continuo.

"Con noi ci saranno anche Gale Hawthorne, Johanna Mason e Haymitch Abernathy."

Salutiamo con il gesto delle tre dita della mano sinistra e le telecamere si abbassano.

"Stupendi! Come sempre!" Esclama Effie per cercare di tirarci su il morale.

Mentre lei continua a parlare ininterrottamente ci dirigiamo al treno diretti al Distretto 11.

S.A.:Nuova storia!Ieri mentre guardavo la prima parte de "Il canto della rivolta" mi è venuta l'ispirazione per scrivere un continuo della saga.Spero vi piaccia💕

BonoraEleonora🙈

𝐇𝐮𝐧𝐠𝐞𝐫 𝐆𝐚𝐦𝐞𝐬-𝐈𝐥 𝐒𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨𝐫𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora