Capitolo 10

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All'improvviso la sua stretta si allenta fino a lasciarmi libera la mano.

"Io l'ho detto che pensando di fare il giusto ti faccio solo del male." sussurra abbassando il capo.

Da quello che ho sentito, mi pento subito di ciò che ho detto.

"Non intendevo te. Parlavo in generale..."

"Sì e allora perché mi hai guardato?"

"Non intendevo farlo!"

Perché ho girato la testa verso di lui? Perché non potevo limitarmi a fissare il vuoto o a guardare Effie o Haymitch? Che bisogno avevo di rivolgergli uno sguardo che sembrava legato a ciò che stavo dicendo? La colpa è sempre stata mia, ho sempre rovinato tutto. Non dovevo sopravvivere, avrei dovuto ingoiare quelle bacche e finirla lì, ma no. Avevo intenzione di tornare dalla mia famiglia. Da mamma che è in un altro Distretto a fare il medico e da Prim che un anno dopo sarebbe morta. Poi volevo andare da Gale. Cacciare con lui, abbracciarlo e magari non lasciarlo più, ma poi con la sua stupida trappola ha ucciso degli innocenti e Prim. Non potevo prevedere che sarebbe successo...

"Puoi anche dirmi la verità. Lo sai che preferisco la verità alle bugie solo per non farmi rimanere male."

"Ma io non sto mentendo!"

"Peeta, sono certa che non si stava riferendo a te." cerca di difendermi Effie.

"Oh oh, Effie. Non la conosci bene."

"Dopo 20 anni penso di conoscerla e dico che non si riferiva a te, caro."

A causa della differenza di carattere, tra Peeta ed Effie potrebbe scoppiare una discussione senza fine in questo preciso istante e, infatti. Qualche volta vorrei che il mondo si mettesse in pausa, specialmente in situazioni del genere.

Mi scoppia la testa. Vorrei urlare, ma peggiorerei la situazione.

"Peeta! Basta! Non si riferiva a te! Punto!" urla Haymitch al limite della pazienza "Cosa vi prende in questi giorni?! Siete diventati tutti pazzi qui dentro?!"

Peeta ed Effie lo fissano immobilizzati e a bocca aperta. Penso non abbiamo mai visto una sfuriata del genere.

"Vi ho già detto come stanno le cose e non serviva neanche dirvelo e voi che fate?! Continuate?! Cosa vi gira per quella testa che vi ritrovate?! Giuro che appena torneremo al Distretto 12 faccio le valigie e me ne vado! Perché mi sono stancato del vostro comportamento che non mi è mai capitato in tutti questi anni da mentore! Basta!" si alza scaraventando la sedia dall'altra parte del vagone e sparisce attraverso la porta.

Intanto, Effie si ricompone e si risiede mentre Peeta, diventato bordeaux per la rabbia e per il calore, riprende il suo colorito naturale e si passa una mano fra i capelli in segno di disagio.

"Mi... Mi dispiace, Effie..." balbetta quest'ultimo.

"Scusami tu, caro. Di solito non arrivo a così tanto..."

Già. Nessuno aveva mai visto Effie così alterata e forse non la rivedremo mai più così, sarebbe stato bello averla potuta filmare per un ricordo futuro.

"Ad Haymitch arriverà un infarto prima o poi..." commenta Peeta.

In questo momento è come se fossi invisibile per loro. Una spettatrice che sta guardando una scena di un film.

Volge lo sguardo verso di me "Non hai da dire nulla? Strano..." commenta con tono di sfida.

Vorrei rispondergli, fargli male con le parole, ma non mi sembra il caso .

"Cosa dovrei dire?"

"Ah, non lo so. Qualcosa che potrebbe farmi male per esempio..." certe volte sembra leggermi nel pensiero.

"Dimmi un solo motivo perché dovrei." rispondo ricambiando il tono di sfida.

"Ne trovi sempre uno. Mi sorprendo che adesso tu non ne abbia."

"Ne trovo sempre uno?! Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo?!" mi strappo con uno strattone il filo della morfamina ed Effie di conseguenza sobbalza.

Mi avvicino a lui fino a portarlo alla parete e stranamente non si ribella, ma fa una cosa che odio ancor di più: mi ride in faccia.

"Cosa pensi di fare?" 

Gli porto l'avambraccio al collo e lo immobilizzo.

"Katniss, ferma!" urla Effie.

Credo veda la mia rabbia negli occhi, ma continua a ridere come se nulla fosse. Intanto Effie mi si è avvicinata per allontanarmi da lui, ma invano.

"Tranquilla, Effie. Non riuscirebbe mai ad uccidermi."

Potrei, ma alla fine ha ragione, non sono mai riuscita ad ucciderlo, non ci riuscirò ora e non ci riuscirò mai.

Lo lascio libero "Se pensi che voglio farti del male, anche solo verbalmente, allora ti sbagli di grosso." mi giro e mi riavvicino al lettino.

"Non ci sei riuscita, ma ci hai comunque provato."

Questo è troppo. Ho raggiunto il limite della sopportazione. Prendo la tazza poggiata sul tavolino di fianco al letto e gliela lancio. Tempismo perfetto, altrimenti gli avrei beccato la testa.

"Katniss Everdeen, cos'ho appena visto..."

Mi volto verso la televisione, ma già avevo capito che si trattava di Plutarch.

"Una tazza in fronte a Peeta? Wow, ragazzo cosa le hai fatto?"

"Chiedilo a lei."

Mi ha provocata. Ecco cosa mi ha fatto. Ma non posso dirgli così, sembrerei una bambina capricciosa.

"Cosa vuoi, Plutarch?!" chiedo acida.

"Rispetto, Katniss." sussurra Effie.

"Oh nulla. Volevo solo avvisarvi che ormai siete a qualche ora di distanza dal Distretto 1 e che appena arrivati qui a Capitol City avrete un po' di cosucce da fare."

"Prim e Mitch?" domanda Peeta.

"Siamo ancora sulle loro tracce. I nostri Pacificatori migliori stanno perlustrando tutta Panem."

"Non si sa nulla?" domando.

"Purtroppo no, ma delle ricerche in un territorio così vasto richiedono tempo, perciò potete stare tranquilli."

"No, aspetta. Tu stai dicendo a due genitori che non ritrovano i propri figli di stare tranquilli?! Ti sei bevuto il cervello per caso?!" gli urlo contro.

"Katniss!" mi rimprovera Effie.

"No, Effie. Falla parlare. Non interessa come mi tratta, ma forse a loro sì."

"E perché dovrebbe interessarci?" aggiunge Peeta

"Perché..."


𝐇𝐮𝐧𝐠𝐞𝐫 𝐆𝐚𝐦𝐞𝐬-𝐈𝐥 𝐒𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨𝐫𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora