"Per ricordare la morte del presidente Corionalus Snow, i vincitori sopravvissuti all'ultima Edizione della Memoria che hanno collaborato con i ribelli dovranno contendersi la vittoria nei 77esimi Hunger Games."
Un lieve gemito mi esce dalla bocca. Di nuovo. Una terza volta lì dentro. Per di più con persone che mi sarà difficile uccidere.
"Te l'avevo detto che non prometteva nulla di buono..." dico a Peeta mentre sento le lacrime scendere e rigare le guance.
"Chi si opporrà verrà represso nell'immediato." aggiunge Pamela.
"Possono anche uccidermi... Non mi è rimasto nulla ormai..."
"Stai scherzando, vero? Ci sono io e anche la bambina."
"Katniss, se devo scegliere chi deve sopravvivere, sceglierei te. Uno perché non potrei stare senza di te e due perché hai la bambina da crescere."
"Anche tu devi crescerla. Senza padre si sentirebbe persa." rispondo cercando di mantenere un tono calmo.
Sentiamo bussare alla porta e asciugandomi le lacrime vado ad aprire. Due Pacificatori. Che ci faranno qui?
"Buongiorno." balbetto a disagio. Spero che Gale non abbia fatto la spia.
"Buongiorno, signora Everdeen. La presidente Snow è venuta qui per parlare con lei e suo marito. È in casa?"
"Certo."
I Pacificatori si spostano dall'entrata della porta ed entra Pamela Snow. Non so che faccia assumo. Non mi aspettavo una sua visita dopo averla vista in televisione, ma molto probabilmente sarà stata una registrazione fatta tempo fa e trasmessa oggi.
"Vi sarà giunta voce dei 77esimi Hunger Games... Posso entrare per parlare con entrambi?"
Le faccio segno di sì con la testa ed entra andandosi a sedere sul divano in salotto dove incontra Peeta ancora sconvolto dalla notizia.
"Noi in precedenza sapevamo già chi aveva i vostri figli e anche Plutarch lo sapeva, ma per evitare inconvenienti abbiamo taciuto entrambi."
"Moriremo molto probabilmente. Può dirci chi ha i nostri figli, non ci sarà nessun inconveniente." chiede Peeta.
"Mhm... Io credo di sì, ma dato che ormai sarebbe troppo tardi, ve lo dico lo stesso. Li ha sempre avuti una persona a cui voi non avreste potuto fare mai nulla poiché costantemente sorvegliata e in grado di spezzare le vostre vite in un attimo."
Sarebbe stato meglio se ci avesse detto subito che li ha lei senza usare questo genere di descrizione.
"Cosa le abbiamo fatto?" le chiedo disperatamente.
Peeta deve averlo capito dopo di me perché, con la coda nell'occhio, vedo il suo sguardo diventare da confuso a sorpreso.
"Perché non uccide tutti i vincitori e basta?" chiede Peeta.
"Perché? Ormai dovreste saperlo. La gente vuole spettacolo e ormai da oltre quindici anni si annoia con quegli inutili giochi televisivi a quiz." inorridisce al solo pensiero "Da bambina ti stimavo. Tutte le bambine della mia età a Capitol City ti amavano. Poi per me è cambiato tutto. Dopo la morte di mio nonno, hanno cercato di estorcermi verità su di lui che neanche sapevo e mi hanno torturata per ottenere quello che volevano. Avevo solo dodici anni. Immagina tua sorella Prim a dodici anni ad essere frustata, ustionata e picchiata, oppure tua figlia. Ti farebbe piacere?"
Resto stupita. Non sapevo tutto ciò.
"No, per niente, ma non sapevo nulla..." balbetto tirandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Eppure è successo, ma ormai quel che è passato è passato. Perciò parliamo del presente. I vostri figli sono ancora vivi, ma se rifiuterete di partecipare ai giochi saranno morti entro stasera."
"Anche se partecipassimo sarebbero morti entro stasera." ribatte Peeta.
Non so se credere a quel che dice Pamela. Potrebbero essere vivi o anche non esserlo e convincerci a fare questi giochi per puro divertimento di chi ci guarda. In fondo, è sempre stato questo lo scopo. Ma non possono ucciderci, non possono perché l'intera nazione le si ritorcerebbe contro.
Se dovessero uccidere tutti i vincitori, sono sicura che alla mietitura farebbero partecipare gli abitanti dei distretti come in passato. Non possiamo rifiutarci...
"Io partecipo. Per il bene del mio Distretto."
"Anche io." si unisce Peeta.
"Te la vedrai con Haymitch alla mietitura di oggi, caro Peeta." lo frena Pamela "Il mio lavoro qui è finito. Perciò buoni Hunger Games, ragazzi" esce insieme alla sua scorta di Pacificatori dalla nostra casa .
"Katniss... La bambina..."
"Non avevo altra scelta." inizio a fissare il vuoto mentre gli occhi si appannano.
Alla mietitura Effie è come sempre sul palco e noi vincitori (o meglio sopravvissuti) siamo in specifiche aree delimitate da una corda e protetti dai Pacificatori. La donna è insolitamente vestita di grigio. Io indosso una maglia nera semplice e dei pantaloni stretti alle caviglie del medesimo colore. Peeta ha un completo beige.
"Prima le signore..." quando alle vecchie edizioni esclamava questa frase, adesso penso abbia perso del tutto gusto. Prende tra l'indice e il pollice della mano destra l'unico foglietto presente in quell'enorme boccia di vetro che è stata per 73 anni (cioè prima della mia vittoria) una maledizione per tutte le ragazze sorteggiate.
"Katniss Everdeen."
Come per l'Edizione della Memoria e per i 74esimi Hunger Games, vengo scortata dai Pacificatori fino alle scalette del palco e mi metto alla sinistra di Effie.
Tra il pubblico scorgo Gale che ha un viso compiaciuto misto a dispiacere, credo...
"E ora gli uomini..." mi giro verso la loro direzione. Quest'anno nessuno ha preso accordi con Haymitch e sembra ubriaco perso, perciò se venisse mietuto Peeta, lui non avrebbe la lucidità giusta per rendersi conto che, se volesse salvarlo, dovrebbe offrirsi volontario.
"Peeta Mellark." Effie sembra veramente sull'orlo delle lacrime. Cambierebbe Distretto solo per evitare di assistere a questa sventura che quest'anno sarà imminente. Haymitch precipita dal palco e viene portato di peso fino all'hovercraft. È fatta. Quest'anno sono decisa a mantenere in vita Peeta e se riusciamo a rimanere solo noi due, farò in modo di suicidarmi.
Appena l'hovercraft inizia a volare, ci sediamo sui sedili e ci allacciamo le cinture. In questo preciso istante vorrei essere in treno. Almeno lì avevo il mio vagone e mi potevo sfogare. Qui, invece, per non attirare l'attenzione, non posso esprimere apertamente la tempesta che c'è dentro di me. Mi limito ad appoggiare il capo sulla spalla forte e muscolosa di Peeta e a toccargli le vene sporgenti dell'avambraccio con dita delicate per tranquillizzarmi.
Per la terza volta nella mia vita farò parte degli Hunger Games e ho la strana sensazione che saranno indimenticabili per il pubblico e per il vincitore, per Peeta.
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𝐇𝐮𝐧𝐠𝐞𝐫 𝐆𝐚𝐦𝐞𝐬-𝐈𝐥 𝐒𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨𝐫𝐞
FanfictionSequel NON UFFICIALE di "HUNGER GAMES" Dopo sedici anni Katniss Everdeen e Peeta Mellark continuano a ricordare quegli anni fatali. Un po' per gli incubi, un po' per un giro simile al Tour della Vittoria che si ripete annualmente. Ma un'ombra oscura...