Capitolo 17

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Bip...bip...bip

Questo rumore è di un fastidio tremendo... Soprattutto quando stavo riuscendo a dormire per una volta...

Il rumore del mio respiro sembra essere ovattato, come se fosse in un qualcosa di piccolo e chiuso. Apro lentamente gli occhi e la prima cosa che vedo è la mascherina dell'ossigeno che subito sfilo dalla testa. Cerco di sedermi, ma smetto di provarci quando sento un dolore lancinante all'altezza dello stomaco e, scrutando la parte interessata, noto delle bende.

Bip...bip...bip

Mi giro per cercare la fonte di questo rumore stressante ed è una delle macchine che ho attaccate. Adesso ricordo. Per salvare Haymitch e Peeta mi sono messa davanti per evitare che venissero sparati da Plutarch.

"Non posso perderli... Né lei né mio figlio..." sento dire da una voce molto famigliare... Peeta, ma aspetta... Lei e... Suo figlio? Hanno ritrovato Mitch? Dio, devo vederlo!

Nonostante il dolore mi metto seduta e mi stacco da tutti i macchinari. Subito scatta un allarme che fa intervenire tre medici con l'aggiunta di Peeta, Effie e Haymitch.

"Signora Everdeen, deve stare nel riposo più assoluto. Non può rischiare la sua vita e quella del bambino."

"Bambino? Quale bambino?" chiedo confusa.

"Signora Everdeen... Lei è incinta."

"Cosa?!"

Ora scoppio di nuovo a piangere... Cercando di salvarli ho rischiato di uccidere mio figlio... Peraltro che pensavo non esistesse!

"Per fortuna, l'abito di Cinna Junior ha attutito il colpo anche se era molto ravvicinato." commenta Effie asciugandosi le lacrime non curandosi del trucco accurato che ha sotto e sopra gli occhi "E ho cercato di fargli abbassare la pistola prima che sparasse, ma è stato troppo tardi..."

"Possiamo restare da soli con lei?" domanda Haymitch ai medici mentre mi fanno riallungare e mi riattaccano alla maggior parte dei macchinari.

"Sì, ma a patto che non la affatichiate troppo." risponde un medico calvo con la barba simile a Seneca Crane.

Appena tutti e tre i dottori sono usciti dalla stanza, Peeta si fionda vicino a me e mi bacia accarezzandomi piano il ventre.

"Katniss, perché l'hai fatto?" mi chiede Haymitch.

"Non avrei potuto sopportare che ti avrebbe ucciso..."

"Avevi anche la creatura in grembo..."

"Non lo sapevo, Haymitch..."

"Non avresti dovuto." si limita a dire per poi restare in silenzio a scrutare l'esterno della finestra.

"Otto mesi Katniss, come abbiamo fatto a non accorgercene?"

"Non lo so, Peeta... Mi sento uno schifo... Sono un'assassina, ma non avrei mai voluto cercare di uccidere mio figlio..."

"Plutarch dev'essersi bevuto il cervello... Uccidere delle persone famose e ben volute come voi..." piange Effie.

"Non siamo ben voluti proprio da tutti..." la correggo "A proposito di Plutarch... Dopo avermi sparato che è successo?"

"È stato preso dai suoi stessi Pacificatori e portato in prigione." mi informa Haymitch.

"Per quanto tempo?"

"Non lo sappiamo. Però siamo a conoscenza che non sarà più lui il presidente di Panem."

"E al suo posto chi ci sarà?"

"Beh, in verità già c'è. Sei stata in coma per tre giorni... Non è stata una scelta democratica, ma si è autoproclamata." continua Haymitch.

"Vi prego, ditemi che è la Paylor."

"No, non ti piacerà il cognome. Ne siamo certi. È Pamela Snow..."

"Pamela Snow? È la nipote di... di..."

"Di Snow..." conclude Peeta prendendomi la mano "Neanche a me piace avere un parente di Snow tra i piedi, ma può darsi che sia diversa da lui, non andiamo a conclusioni affrettate."

"Già che si sia autoproclamata mi fa giungere a certe conclusioni, Peeta..."

Sospira profondamente. So che cerca di sollevarmi il morale, di farmi sentire meglio in qualche modo, ma non riesco ad accontentarlo. La nipote di Snow...

"La visita è finita" entra un dottore "Può restare solo il marito."

"Katniss, domani veniamo a trovarti di nuovo, okay?" dice Effie baciandomi rumorosamente entrambe le guance.

"Certo." rispondo sorridendo pallidamente "Grazie ancora per aver provato a salvarmi."

La donna sorride timidamente e aspetta che Haymitch la raggiunga per andare.

"A domani dolcezza e... Grazie ancora..."

Tutti escono tranne Peeta che è stato autorizzato a restare.

"Ho avuto paura Katniss. Questa volta più delle altre. Hai perso molto sangue e c'era oltre il 50% di non riuscita dell'operazione... E poi abbiamo saputo del bambino..." le lacrime iniziano a solcargli il viso.

"Hey... Sono qui ora, sto meglio, sono viva... E il bambino è ancora qui con me, con noi..."

Questa forse è la gravidanza più strana che abbia mai avuto. Durante questi otto mesi non ho avuto nessun sintomo. Né vomito, né voglie, niente. Niente di niente.

"Ho bisogno di voi..." sussurra appoggiando la testa sul lettino di fianco al mio braccio.

Alzo piano la mano e gli accarezzo i capelli biondi mentre chiudo gli occhi.

Appena li riapro è sera e il tramonto variopinto mi ricorda troppo il sangue che è stato versato ingiustamente.

Peeta è ancora qui, nella stessa posizione in cui l'ho lasciato.

"Peeta... Hey..." lo sveglio "Torna da Effie e Haymitch... È tardi..."

"Voglio stare con te." sussurra.

"Appena mi dimetteranno staremo insieme, ma ora hai bisogno di riposare. Lo si vede dai tuoi occhi..."

"Non voglio lasciarti sola."

Sospiro e guardo attraverso le tapparelle il color rosso che svanisce e lascia spazio al blu della notte.

È la seconda volta che mi sparano... E sono sopravvissuta. Non riesco a crederci neanche io. Come non riesco a credere che Plutarch volesse uccidere Haymitch e Peeta. Non glielo perdonerò mai. Ho già perso parte della mia famiglia, non posso perderne un'altra.

"È un maschio o una femmina?" ricaccio fuori il discorso.

"Non lo sappiamo ancora... Se domani starai meglio, hanno detto che ti faranno la visita, altrimenti no."

"A te come piacerebbe di più?"

"Non ho preferenze, basta che stia bene." risponde accarezzando la pancia che praticamente non si vede quasi per nulla.

"Se solo l'avessi saputo, avrei cercato di stare più tranquilla, di mangiare meglio, ma non ho avvertito neanche un sintomo della gravidanza... Spero con tutto il cuore che nasca sano..."

Da fuori la stanza si sente un via vai di dottori e lettini cigolanti che sembra non terminare più.

Peeta si riaddormenta e qualche volta sussulta ma, sentendomi accanto a sè, si tranquillizza e torna nel mondo dei sogni.

È stanco, molto stanco... Non so se ha passato gli ultimi tre giorni con me come sta facendo ora, ma se fosse successo a lui avrei fatto la stessa cosa. Passeremo il resto della nostra vita a proteggerci, come abbiamo sempre fatto d'altronde.

𝐇𝐮𝐧𝐠𝐞𝐫 𝐆𝐚𝐦𝐞𝐬-𝐈𝐥 𝐒𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨𝐫𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora