Capitolo 11

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"Perché nuoce solo a voi."

"In che senso?" chiede Peeta inarcando un sopracciglio.

"Vi odieranno per il vostro comportamento."

"Chi?" domando.

"Tutti." risponde sogghignando "E, odiandovi, non vi aiuteranno nelle ricerche, sappiatelo."

La televisione si spegne e rimaniamo in silenzio.

"A chi farà vedere le immagini?" chiedo preoccupata.

"Fammi capire: sei in pensiero su a chi farà vedere queste immagini mentre prima stavi per uccidermi?"

"Ci ha detto che questi non ci aiuteranno più nelle indagini. Non sarai il primo e né l'ultimo che ho provato a uccidere." rispondo freddamente "E comunque hai detto tu stesso che non ci riuscirò mai."

"Ragazzi, Capitol City vi si ritorcerá contro se continuate così. Penseranno veramente che tutti questi anni sono stati pieni di menzogne e che l'amore tra di voi non ci sia mai stato... Dovete far finta, anzi, dovete e basta andare d'accordo."

Io e Peeta ci guardiamo. Entrambi sappiamo che dobbiamo farlo se vogliamo rivedere Prim e Mitch... O almeno speriamo...

"Mi spiace per prima." si scusa.

"Dispiace anche a me... Quest'anno è tremendo... Più degli altri..."

Vado vicino alla parente su cui ho lanciato la tazza e mi chino per raccogliere i frammenti, ma un senza-voce mi blocca e svolge il suo compito.

È incredibile. Anche se Snow è morto questa cosa dei camerieri con la lingua mutilata c'è ancora. Con la Paylor era sparita ma, quando Plutarch è diventato presidente, è ritornato tutto quasi come prima. L'unica cosa differente è che gli Hunger Games non si svolgono più, almeno.

"Grazie." dico al ragazzo dai capelli neri e dagli occhi verde smeraldo. Lui ricambia con un cenno del capo.

"Non ringraziarlo. È il suo lavoro." sottolinea nuovamente Effie.

"Dalle mie parti si ringrazia sempre. Capitol City è diversa dal Distretto 12."

All'improvviso la porta del vagone si apre e compare nuovamente Haymitch con una bottiglia di liquore in una mano. La sfuriata di prima deve averlo turbato e non poco.

"Allora? Avete finito a litigare?" chiede barcollando e aggrappandosi a me prima di cadere a terra.

"Diciamo di sì." risponde Peeta avvicinandosi a lui e prendendolo sotto braccio per poi farlo sedere sulla poltrona.

"Oh! Finalmente avete capito che essendo in questa situazione è meglio collaborare che andarsi contro l'un l'altra." ha il viso particolarmente arrossato e ha anche iniziato a singhiozzare e a ridere senza motivo.

Appena Peeta finisce a poggiarlo, Haymitch cerca di baciarlo, ma fa appena in tempo a scansarsi per evitare la bocca.

"È proprio sbronzo." commenta tornando da me e da Effie.

"Voi andate a pranzare, ci penso io a lui."

"Okay" rispondiamo in contemporanea e ci dirigiamo verso il vagone ristorante.

Durante il tragitto punto lo sguardo per terra finché non vengo bloccata da Peeta che mi salva da una testata contro il muro.

"Troppi svenimenti e cadute. Evitiamo."

"Che sbadata..."

Per il "finto disagio" mi metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio

《24 ore al Distretto 1》

24 ore... Grazie al cielo...

"Un giorno." sussurra.

Annuisco e continuiamo a camminare verso il vagone.

"Che prendi?" mi domanda appena seduti.

"Penso uno stufato di coniglio, tu?"

"Avrei voluto un succulento scoiattolo, ma mi accontenterò delle costine di maiale."

"Prometto che quando saremo a casa andrò a cacciare e te ne prenderò uno."

Sorride. Si vede che è finto. Chi lo conosce bene può dirlo.

Dopo qualche minuto i nostri piatti arrivano e nel più totale silenzio iniziamo a mangiare. Dopo aver finito, decidiamo di passare direttamente al dolce.

"Scelgo io?" domanda Peeta.

"Va bene."

Sussurra qualcosa al senza-voce e, passati dieci minuti, ritorna portando con sè due torte al cioccolato. Pensavo che avrebbe ordinato dei dolci più sofisticati, invece sono molto, molto semplici.

"Non sono da mangiare." mi avvisa ridendo forse dopo aver scrutato la mia espressione "Sono da decorare."

"Decorare? Fai tu vero?"

"Mhm... Con un piccolo aiutino..."

"Non sono brava nel disegno..." dichiaro arrossendo leggermente.

"Fa nulla. Non serve essere bravi."

Un altro senza-voce arriva con due sac à poche con dentro una crema verde e una arancione tenue. Peeta le prende e mi porge quella del suo colore preferito.

"Bene. Tu stupisci me con il mio colore preferito e io stupisco te."

"Non ci riuscirò."

"Neanche ci hai provato."

Sbuffo e cerco un'idea che possa stupirlo e come dal nulla compare il colpo di genio: tenterò di disegnare un tramonto. Sarà un po' difficile poiché ho solo un colore, però devo provarci.

Non finisco a poggiare la punta sulla torta che già mi sono sporcata le mani.

"Prometti che non ti spaventerai." lo avviso ridendo.

"Spero che non sarai tu a farlo."

Forse passa un'ora... Un'ora e mezza... E finalmente finisco quello che si può definire un pasticcio colorato. Non assomiglia neanche lontanamente ad un tramonto, ma alla fine lo sapevo.

"Al mio tre le mostriamo, okay?"

"Uno..."

"Due..."

"Tre!"

Giriamo le torte verso la direzione dell'altro. Non posso credere ai miei occhi... È... È un mio ritratto... Come ha fatto?!

"Peeta è.. Oh mio Dio... Wow!"

"Anche il tuo è molto wow."

Lo guardo per vedere se stia ridendo e infatti sta abbozzando un mezzo riso così, per rendere le cose più divertenti ed interessanti, prendo la mia torta e gliela tiro dritto in faccia.

La base di cioccolato cade a terra e la crema gli rimane impressa in faccia. Inutile dire che scoppio in una risata sguaiata.

Intanto mi guarda serio mentre prende la sua di torta.

"No Peeta... No... No no no!" e anche io sono ricoperta di crema verde.

Inizia una strana guerra fatta di glassa, molliche e crema che sembra non finire più.

Gli salto addosso e cadiamo entrambi sul pavimento ridendo come se non ci fosse un domani.

"Eccolo il sorriso spensierato." dice baciandomi.

Non capisco se lo stia facendo per le telecamere o per davvero, ma credo la prima opzione.

Inizia a baciarmi nonostante la crema e non rifiuto ma, visto che lo sta facendo esclusivamente per Capitol City, mi intristisce.

Sono sotto di lui quando la porta del vagone scorre ed entra...

𝐇𝐮𝐧𝐠𝐞𝐫 𝐆𝐚𝐦𝐞𝐬-𝐈𝐥 𝐒𝐮𝐜𝐜𝐞𝐬𝐬𝐨𝐫𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora