Unico fra tanti.

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La mattina dopo, Noemi, Roberta e io saremmo andate a fare colazione. Alla fine abbiamo accordato un bar nelle vicinanze. Lei poi sarebbe scappata al lavoro, io avrei camminato pò con mia figlia. Ci incontriamo vicino casa, procedendo a piedi.
Parliamo molto di Dennis, di come procedesse la loro convivenza, di quanto ancora provasse rancore per Stefano. Neanche lui aveva sopportato la mia fine della mia storia proprio nel momento in cui io stavo per diventare madre. Ribadisce che vorrebbe ucciderlo, ma per me era una storia chiusa. Stefano aveva perso davvero qualcosa. Me, soprattutto la bambina. Una splendida bambina che gli somiglia. Forse l'avrebbe capito tardi il suo errore, ma Noemi è una Valle a tutti gli effetti.
:- Tu, invece, qualcuno l'hai trovato?
:- Vorrei, ma tutti scappano non appena dico che sono mamma.
:- Non è colpa tua, sono loro che dovrebbero capirlo.
:- Lo so, a volte mi spiace pure, ma oramai lei è nata, è mia figlia, e non posso metterla al secondo posto.
:- Hai ragione. Troverai chi accetterà te e lei.
:- Lo spero. È importante per una bambina avere un padre.
:- Vero, ma devi trovare quello giusto.
:- Penso sia difficile, però.
:- Non credo, ci sono gli uomini che accetterebbero te e lei.
:- Tu dici?
:- Si, perché no.
:- Grazie..
Alla fine non era così antipatica, conoscendola da questo punto di vista. Ci fermiamo in un bar, ci sediamo, aspettando che il cameriere ci portasse l'ordinazione. Prendo Noemi dal passeggino, poggiandola sulle gambe. Roberta la guarda sorridendo.
:- Ti somiglia.
:- Mica tanto, è più Stefano.
:- Ma no, gli occhi sono i tuoi.
:- Si, gli occhi si. Dico, stringendole la manina.
:- Che si prova ad essere mamma?
:- In un momento, davvero, ti rendi conto che non sei più sola, e che hai qualcuno a cui badare. Anche se hai paura, Alla fine non smetterà mai di stupirti.
:- Vorrei essere mamma anche io. Più guardo voi, più capisco ch'è una cosa meravigliosa.
:-... Ne hai parlato con Dennis?
:- Veramente no, non so come dirglielo.
:- Lo prendi, gli parli. Siete una coppia, sono discorsi che vanno affrontati.
:- Non so se ha più intenzione di sposarmi, o meno.
:- Indipendentemente, devi parlare e chiarire. Almeno vedi il suo punto di vista.
:- Secondo te si arrabbia?
:- Non credo, ma comunque hai ventisei anni ed è giusto che a questa età inizi a fare un programma di vita.
:- Tu volevi Noemi?
:- Sinceramente, all'inizio ero già molto pessimista. Alla fine quella notte li, io ho pensato solo a fare l'amore con Stefano, anche perché ero convinta che se fossi rimasta incinta, lui sarebbe rimasto. Quando mi sono resa conto che non era così, mi sono sentita morire dentro. Poi però, mese dopo mese, ho capito che dovevo assumere le mie conseguenze.
:- E ora?
:- Ti rendi conto che non puoi farne più a meno. Per me, guai chi mi tocca Noemi.
:- Ci tieni molto, eh?
:- Più della mia stessa vita. Ogni volta che vado in ospedale ho il terrore.
:- Hai preso l'appuntamento?
:- Venerdì pomeriggio.
:- Va bene, se vuoi andiamo insieme.
:- Ok, dai.
Circa un'ora dopo, lei deve andare a lavoro. Io faccio un giro con Noemi, portandola al mare, al parco. Io mi tenevo in forma, lei respirava aria buona. Utile al dilettevole.
Arrivo nella zona del negozio dove lavoro, il capo era fuori a fumare. Mi avvicino, anche per presentarle la bambina.
:- Salve!
:- Ciao Nicole! Come stai? Com'è da queste parti?
:- Un giro con la bambina.
Si avvicina, notando gli occhi e le mani di Noemi.
:- Che carina. Dice, estasiata.
Ero molto soddisfatta, Noemi mi faceva fare belle figure.
Parliamo del più e del meno, di come mi trovassi nel ruolo di mamma. Anche lei aveva figli, poteva capirmi.
:- Ma fatti chiedere una cosa..
Domanda, io già stavo andando nel pallone.
:- Con quel cliente che ti fa la Corte..l'amico di Dries, dai.
:- Non è il mio tipo.
:- Ho visto che ti corteggia spudoratamente.
:- Lasciamo perdere.
:- Non sei mai uscita con lui?
:- E mai ci uscirò. Non volevo neanche sapessero avessi una bambina, ma poi mi hanno visto mentre passeggiavo.
:- Perché non vuoi?
:- Tutti mi evitano quando scoprono che ho una bambina.
:- Perché?
:- Non lo so.
:- Beh, ci sarà chi apprezzerà te e Lei. Se il suo unico interesse è quello di portarti a letto, lascialo pensare. Tu hai una bambina, devi pensare a te e soprattutto a lei, permettendo che si avvicinino solo uomini giusti.
:- Hai ragione.. Ha, scusi.
:- Va bene hai, ci possiamo dare del tu quando siamo fuori. Dentro l'importante é che mi tratti come il tuo capo. Non per me, ma per le altre.
:- Va bene, certo.
:- Ora rientro, arrivano i contatti con cui sto lavorando per importanti strategie.
:- Va bene, ci vediamo dopo.
:- Ok. Ciao Noemi. Dice, accarezzandole delicatamente il volto.
Riporto la mia bambina a casa. Le do la pappa. Mi guarda con quegli occhioni grandi verdi mentre avvicinavo il cucchiaio, come un aeroplano. Si agita freneticamente, sorridendo e muovendo le mani.
Che bella che era. Che bello saperla mia. Chissà che bello, però, poterla condividere con qualcuno. Condividere i primi passi, i primi denti e parole. Tempo al tempo mi dicevo, ma ogni giorno che passava iniziavo a sentirmi sola.. avevo bisogno di amore, avevo bisogno, per una volta, sentirmi io la "bambina" per qualcuno. Spero che in questo mondo di sette miliardi di persone, un'anima Santa disposta a star con me e con lei si trovi. Mi auguro non nell'altro continente.
Accarezzavo Noemi, lei allarga le braccia, credo volesse essere presa. La tolgo dal seggiolone, abbracciandola. In quell'abbraccio trovo tutto. Trovo la pace, il coraggio, la forza, la sicurezza. Era solo un abbraccio innocente con mia figlia, ma lei sapeva darmi una grande carica ed energia. Lei mi stringe, appoggiando la testa sulla spalla, con quel ciuccio bianco che perdeva ogni due e tre.
Le accarezzo la guancia, baciandola.
..
Pov Dries.

Resta ancora un po'. ||Dries Mertens||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora