«You think you know what you're looking for until what you're looking for finds you»---
3 giorni erano passati ed era il momento di partire. Era mattina presto e Mi-Young era vestita con il suo più bell'abito, le sue ancelle l'avevano persino truccata un po'. Il re e sua moglie l'attendevano in carrozza. In quei tre giorni la ragazza aveva pensato ad una soluzione, e l'aveva trovata. Aveva raggomitolato un vestito piú comune e rozzo che si era fatta prestare da una sua serva in una sua borsetta, che poi avrebbe portato con se'. La principessa aveva pensato di camuffarsi da donna del popolo una volta arrivata a Baekje, nessuno l'avrebbe riconosciuta in quel regno.
Uscí dal palazzo e salí in carrozza. Il viaggio sarebbe durato metà giornata. Mi-Young si sedette vicino al finestrino e prese a fissar fuori, come suo solito fare alla finestra di casa sua.
«Ti vedo più tranquilla, hai finalmente capito che ció che sto facendo è per il tuo bene?» Disse il re, con voce dolce, come per volersi far perdonare di ció che stava imponendo alla figlia.
La principessa sospiró, lo guardó per un attimo e poi poggiò nuovamente la testa sulla sua mano, guardando fuori. Per tutto il viaggio, la ragazza non accennó ad aprir bocca, non perchè non aveva niente da dire, ma perchè stava escogitando il suo piano di fuga.
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«Sire, siamo alle porte del regno di Baekje»
disse il cocchiere, indicando davanti a se. Davanti alla grande porta della cittá, le guardie reali di Baekje accolsero la carrozza con un inchino e la lasciarono entrare nella città. Mi-Young si sporse un po' fuori dalla finestrella della carrozza, che attraversava il paese. Un gran caos di voci addobbava quel luogo. Bancarelle, gente, bambini che correvano qui e là. Baekje sicuramente era un paese abbastanza prospero da quanto la principessa poteva vedere. Finchè poi, dopo un po' di cammino, le mura del castello apparvero davanti a loro. Il palazzo era grande più o meno quanto casa sua, con un immenso giardino che lo precedeva. La carrozza oltrepassó il giardino e si fermó davanti alla porta principale dell'edificio. Mi-Young si guardó un po' in giro, per capire al meglio la fisionomia del territorio. Era pomeriggio presto ancora e, quanto riferitogli dal padre, avrebbe avuto ancora un po' di tempo prima del suo incontro con il principe.«Ora io e Min-Hee andremo ad incontrare il re, Kim Jumong, tu se vuoi esplora il giardino» e detto ció, il re e la donna dai capelli corti entrarono nel palazzo, lasciando la principessa con una sola guardia.
«Tempismo perfetto» pensó Mi-Young, iniziando a camminare e guardandosi intorno. Ma piú camminava in quella selva, piú si dimenticava del suo scopo. Infatti, il giardino era stracolmo di fiori e piante. «Il principe deve davvero amare i fiori, quasi quanto me» pensó, avvicinandosi ad un albero di fiori di ciliegio in fioritura in prossimità delle mura.
Era primavera ormai, e i ciliegi erano in fiore, sprigionando il loro profumo delicato che inondava tutto il paese. La ragazza si sporse un po' per odorare, quando vide un paio di mattoni messi l'uno sopra l'altro che erano perfetti come scala per salire sull'albero e oltrepassare le mura.
«Bingo!» Pensó, mentre le sue labbra si curvavano in un sorrisino soddisfatto. «Forse sono questi fiori che mi portano fortuna»
Il pomeriggio passó e fu quasi ora di vedere il principe. La ragazza entró nel castello, scortata ancora dalla guardia, pronta ad incontrarlo, o meglio, pronta per mettere in atto il suo piano.
«Vado un attimo in bagno» disse all'uomo che la scortava, il quale la fissó e poi fece cenno di sì con la testa, non potendola ovviamente seguire anche lì. La ragazza, una volta raggiunto il bagno, si affrettó a cambiarsi abito, mettendo quella veste che pareva più uno straccio portatasi da casa. Piegò il suo abito principesco nella borsetta che si portò con sè. Uscì dal bagno in modo più silenzioso possibile e si avvió verso la porta di uscita del palazzo. Vide un mantello appeso al muro e decise di prenderlo. Si diresse con cautela verso l'albero di ciliegio visto qualche ora prima, salí in piedi su quel piedistallo di mattoni, dandosi slancio per scalare quell'albero. Una volta in cima, scavalcó le mura, per poi, con un gran balzo scenderle e ritrovarsi all'esterno, atterrando su un cumulo di fieno lì vicino. Non appena toccato il suolo esterno al castello, la ragazza sghignazzò, ringraziando per una volta la sua agilitá e mascolinità, si mise il cappuccio del mantello in testa e si avvió con aria sospetta in quello che era il paese.
Quello che la ragazza vedeva era un mondo sconosciuto a lei. Non era mai stata fuori dal castello, o meglio, non era mai stata fuori dal castello senza la sua squadra di guardie del corpo, più viste come stalkers da lei. Il paese era rumoroso e incasinato e, nonostante fosse pomeriggio inoltrato, la gente girovagava per il mercato. La ragazza camminava coprendosi il volto con il mantello, per evitare di farsi riconoscere, ma in fin dei conti, chi l'avrebbe riconosciuta in un paese che non era manco il suo? Guardò il cielo e dall'orario capí che dovevano essere circa le 5 di pomeriggio. Sarebbe tornata al castello appena avrebbe fatto buio. La ragazza passava tra le bancarelle, fermandosi a vedere nastrini, gioielli, scarpe, che in confronto a ciò che poteva permettersi di indossare, non erano che spazzatura.
Una bancarella attirò la sua attenzione: un piccolo banco da cui proveniva un profumo floreale, dove erano esposti fiori colorati. Mi-Young si avvicinò per sentirne meglio l'odore e chiuse gli occhi, trasportata dal profumo. Quando li riaprí lentamente, sentí voci, voci troppo familiari a lei. Alla sua sinistra, poco distante da dove si trovava lei, c'erano le guardie di suo padre il re che si guardavano in giro come cani segugi in cerca della loro preda. E quella preda, non poteva che esser lei. Si girò di scatto e si affrettò a coprirsi meglio con il cappuccio, ma i suoi movimenti furono troppo lenti.
«Eccola, deve essere lei» sentí dire e a quel punto, la ragazza iniziò a correre per il mercato, senza meta, per scappar via alle guardie.
«Troppo presto» pensava «è ancora troppo presto per tornare. Non voglio sposarmi, non voglio vedere il principe». Ormai le guardie erano alle sue calcagne. La ragazza imboccò una stradina. «Non voglio» ripensò mentre gli occhi le diventavano lucidi, un po' per la lunga corsa, un po' per lo stato d'animo «che qualcuno mi aiuti-» una mano uscente da un vicolo le afferrò il polso e la trascinò via, coprendogli la bocca con l'altra mano. La principessa si trovò di spalle contro il petto di qualcuno, qualcuno che doveva essere molto più alto di lei, molto più forte di lei, vista la presa con forza. Cercò di liberarsi, tentando di scappar via, ma la persona che l'aveva catturata sussurrò un "shhh". Mi-Young vide le guardie del padre sorpassare la stradina e superarle e in quel momento tirò un sospiro di sollievo, chiudendo gli occhi, ma pochi momenti dopo li spalancò, ricordandosi della situazione in cui si trovava.
«Cosa ci fa una ragazza come te inseguita da tutte quelle guardie, per di più guardie reali mi è parso di vedere» una voce profonda e mascolina le sussurrò nell'orecchio.
La ragazza si dimenò e la persona dietro di lei lasciò la presa, permettendole di girarsi.
In quel vicolo era buio, quindi non riuscí a veder bene chi ci fosse di fronte a lei. Era un ragazzo, questo era sicuro, più alto di lei, snello. Ciò che riuscí a distinguere fu la chioma bruno-dorata che gli incoronava la testa, distinguibile anche in penombra. La ragazza non aprí bocca, non sapendo se dover ringraziare quel ragazzo per averla salvata da quella mandria di inseguitori o essere offesa per averla trascinata in quel modo brusco.«Allora, mi ringrazi o no? Potrei portarti io stesso dalle guardie reali, sai» insistette il ragazzo.
«Guarda che io non ho fatt-» iniziò la ragazza, alzando la voce, ma il giovane la fermò, mettendole una mano sulla bocca per farla zittire, girandosi verso la fine del vicolo.«Deve essere qui vicino, è qui che l'abbiamo persa». Le guardie del re erano tornate.
«Sarà meglio sparire di qui, poi mi racconterai tutto» sussurrò il ragazzo, prendendo ancora una volta la ragazza per un polso e trascinandola via.
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Next to you ; kth
Fanfic[COMPLETED] Questa è la storia di due sconosciuti, di una principessa e di un principe e di come il destino li abbia collegati da quel filo rosso legato al mignolo, che va oltre ogni tipo di situazione, ogni tipo di ostacolo, ogni persona che imped...