Chapter three

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«Sometimes you meet someone and even though you never liked brown eyes before, their eyes are your new favorite color»

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«Dove mi stai portando?» Chiese Mi-Young, mentre seguiva il ragazzo che camminava davanti a se'.

«Te l'ho detto, in un posto più sicuro» rispose il giovane.

«E come faccio a fidarmi di te?» domandò la ragazza.

«Hai altra scelta in questo momento? Fidati di me» affermò il ragazzo. La principessa continuò a fissargli la spalla, senza dire una parola, poi il suo sguardo ricadde sulla mano di lui che stringeva il suo polso. Nonostante la tenesse ben salda, il tocco era gentile e delicato, quasi come se stesse controllando la sua forza.
Ma chi poteva essere quel ragazzo?
Dall'aspetto, era sicuramente un popolano. Indossava abiti vecchi e sgualciti e anche lui un mantello con il cappuccio. Che fosse stato ladro? Un assassino? Qualcuno che l'avrebbe rapita e poi venduta? A questo pensiero, la ragazza rabbrividì ed impuntò i piedi per terra, costringendo il giovane ad arretrare e a girarsi a guardarla.

«Che cosa c'è ora?» chiese lui, con un tono un po' scocciato.

«Chi mi dice che non sei un malvivente? O un pervertito?» Domandò la ragazza e il giovane roteò gli occhi al suono di quella domanda.

«Eravamo soli in un vicolo, al buio, molto vicini, se avessi voluto, avrei potuto farti di tutto, non credi? E poi allora avresti davvero potuto chiamarmi pervertito. Ora andiamo» e riprese a camminare, ma Mi-Young si fermò un altra volta.

«Io non so neanche come ti chiami» affermò lei.

«V, mi chiamo V. Ora sei più felice? Siamo quasi arrivati, parleremo lí» e per la terza volta, il ragazzo continuò a camminare, trascinando con se' la ragazza.

«V? Che razza di nome è V?» Ridacchiò lei divertita.

Arrivarono in un posto in campagna, più isolato, ma non troppo distante dal paese. C'era una casa, più una baracca, davanti a loro. I due entrarono. Mi-Young si guardò intorno. La casa era vecchia e poco arredata. C'era un letto, un tavolo di legno che il tempo aveva consumato un po', delle dispense e un armadio. Al lato una piccola finestrella mostrava il panorama, mostrando un albero di ciliegio sul retro. Alla vista di quello, la ragazza sorrise un po'.

«È qui che vivi tu?» Chiese Mi-Young, confusa, poichè la casa sembrava tutt'altro che abitabile.

«Diciamo di sì» rispose il giovane. «Hai sete? Accomodati»

La principessa si sedette al tavolo e il ragazzo che aveva detto di chiamarsi V le porse un bicchier d'acqua. Poi si sedette di fronte a lei, appoggiò i gomiti sul tavolo e la testa sulle mani, osservandola.

«Allora, dicevamo-»

«Quindi ti chiami V?» richiese la ragazza, non permettendogli di finire la frase.

«Si, proprio cosí» recitò lui, un po' seccato dal fatto che la ragazza l'avesse interrotto.

«Che nome strano... E cosa fai? Sei un mercante? Un commerciante? O semplicemente un contadino? O un poveraccio forse?» chiese la principessa con un po' di arroganza.

«Beh.. faccio quel che posso per vivere. Ma poi, tu che parli con questi toni a me, non sembri essere tanto diversa. Si può sapere chi sei?»
Le sopracciglia del ragazzo si erano corrugate e squadrava ancora più da vicino il viso di Mi-Young.

«Ma come ti permetti io sono la princ-» si fermò un momento a pensare. Era davvero giusto rivelargli la sua identità? O il suo vero nome?

«...sei chi?» V abbassò leggermente la testa per vedere meglio l'espressione della ragazza.

«Young-ah, sono solo Young-ah»

«E dimmi un po', Young-ah, cosa ci facevi inseguita dalle guardie del re?» Chiese il ragazzo ironicamente.

«Non saprei... forse mi avranno scambiato per qualcun'altra» rispose la ragazza, evitando di guardarlo fisso negli occhi.

«Allora perchè scappavi? Una volta essersi accorti che la persona che cercavano non eri tu, sono convinto che ti avrebbero lasciata in pace»

«Beh, avevo paura.. non voglio trovarmi in nessun casino che riguardi il re», ribattè la ragazza, incrociando le braccia al petto.

«Perchè? Sei contro la monarchia?»

«No, semplicemente quel posto non fa per me» Mi-Young, o meglio Young-ah si toccò una ciocca di capelli che le cadeva sulla spalla.

«Ah, se è per questo, non fa manco per me. Hai visto, abbiamo qualcosa in comune» sorrise il ragazzo.

Per un momento la ragazza si soffermò a fissarlo meglio, ora che c'era la luce. I capelli alla luce erano di un dorato ancora più acceso, gli occhi a mandorla erano di un marrone scuro, arricchiti da lunghe ciglia. Sul naso aveva un piccolo neo che lo addobbava. Ma la cosa che più attirava l'attenzione della ragazza era la bocca, la quale formava quasi un cuore ogni qualora il ragazzo sorrideva mostrando i denti. Il corpo era snello ed alto, le mani lunghe e le dita affusolate. La carnagione era color miele. Era davvero bello, di quelle bellezze che non si vedono spesso in giro.

«Che cosa hai da guardare cosí?» Chiese il ragazzo, passandosi una mano sulla faccia.

«Niente» subito rispose la ragazza un po' imbarazzata e guardò fuori dalla finestrella per evitare il contatto visivo.
«Si sta facendo tardi, dovrei rientrare» si affrettó a dire, notando che il cielo si stava oscurando e la notte era ormai vicina.

«Ti accompagno-"

«NO!» Urló lei «Voglio dire, non ce n'è bisogno davvero posso tornare da sola, credimi è meglio cosí» affermó, ricomponendosi e schiarendosi la voce. Di certo non avrebbe potuto dirgli di riaccompagnarla al palazzo reale.

«Se proprio insisti..» disse lui perplesso.

«Grazie di avermi aiutata, è stato un piacere conoscerti» sorrise Young-ah, mettendosi dinnanzi a lui. «Addio, V» sospirò e con quelle parole, uscí dalla casetta e si avvió a passo svelto verso il castello.

Chissá cosa avrebbe detto il padre vedendola riapparire a quell'ora. Chissà se era arrabbiato con lei. Chissà cosa avrebbe pensato il principe di lei, di una principessa che non si era presentata al loro primo incontro. Beh, non che le importasse molto. Arrivó alle mura del castello, si arrampicó velocemente su quella parete di mattoni, incastrando prima un piede e poi un altro, scavalcò e passó su quel ciliegio profumato che tanto le piaceva, poi scese e si ritrovó nuovamente all'interno del giardino del castello. Con cautela entró nell'edificio e si avvió verso la prima stanza libera che trovó, cambiandosi vestito, aggiustandosi i capelli, per poi tornare ad essere la principessa Mi-Young. Sghignazzò sotto i denti, guardandosi allo specchio e pensando che ancora una volta l'aveva fatta al re. "Dovrebbero aumentare la sorveglianza a palazzo" ironicamente parlò tra sé e sé. La cittá era piena di avventure e di gente nuova che avrebbe potuto conoscere. Come quel ragazzo dai capelli dorati che aveva incontrato oggi, V. Che strano nome che aveva.

Ma poi, era davvero il suo vero nome?

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