Chapter fourteen

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«Heavy is the crown and yet she wears it as if it was a feather. There is strenght in her heart, determination in her eyes and the will to survive within her soul. She is you. A warrior, a champion, a fighter, a queen»

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«Papà!» urlò Mi-Young «non puoi proclamare guerra contro colui che sarà il mio futuro marito!»

«ti sbagli» si ricompose il re «perchè l'ho giá fatto». Mi-Young sentì gli occhi inumidirsi a quelle parole. «e poi il tuo matrimonio è annullato»

«come sarebbe a dire?» sussurrò Mi-Young. Annullato? Ora che aveva finalmente scoperto le carte in tavola? Ora che finalmente sarebbe potuta stare con Taehyung?

«hai sentito bene. Non lascerò sposarti con Kim Taehyung, per nulla al mondo!» esclamò il padre.

«ma io lo amo

Ci furono attimi di silenzio dopo quella frase. Mi-Young stessa non si era resa conto delle parole che aveva appena pronunciato. I suoi sentimenti avevano preso il sopravvento, controllandola completamente.

«tu... tu non lo ami davvero» annunciò il padre «fino a neanche un mese fa volevi solo andartene, scappare, non sposarlo. Non puoi amarlo»

«che tu ci creda o no è così!» le lacrime di Mi-Young sgorgavano ormai dai suoi occhi.

«Mi-Young, lo dimenticherai. Adesso va'» la principessa singhiozzò, girandosi di spalle e andandosene, sbattendo la porta dietro di se'. Non avrebbe mai potuto dimenticare Taehyung, per nulla al mondo.
Tornò in camera sua, stendendosi sul letto e sprofondando la faccia sul cuscino. Tutto questo era assurdo, assurdo. Tutto era nato da un matrimonio forzato e non voluto e quando era finalmente nato l'amore, il matrimonio era annullato e i regni entravano addirittura in guerra? E poi, davvero il re si era fatto raggirare da una donna così malefica? Suo padre non si fidava di lei, non la credeva. A chi altri si sarebbe potuta affidare? Era rimasta totalmente sola. Sospirò. Forse non c'era davvero nulla da fare. Forse non avrebbe davvero mai più rivisto Taehyung. Taehyung. Il suo nome suonava così dolce nella sua testa. Tra una lacrima e l'altra, la ragazza si addormentò.


"Young-ah" una voce angelica la chiamò "Young-ah, mi senti?"
La ragazza aprì gli occhi e fu accecata da una luce bianca di fronte a sè.

"Chi sei tu?" sussurrò la ragazza, socchiudendo gli occhi, per vedere meglio la figura all'interno del bagliore "aspetta un momento..." si immobilizzò

"...mamma?"

La donna all'interno del bagliore le sorrise dolcemente. "ti ricordi ancora il mio viso, ne sono felice"

"non potrei mai dimenticarmelo, sei pur sempre la mia mamma" ammise la principessa, incantata alla vista della sua adorata madre.

"cosa c'è che non va Mi-Young-ah? Cosa ti turba?" domandò la donna. Mi-Young abbassò lo sguardo.

"non so cosa fare mamma, sono sull'orlo di un precipizio. C'è una persona a me cara in pericolo lì fuori. Potrei perderla per sempre, ma allo stesso tempo mi sento impotente, non ho nessuno" sospirò la principessa "anche tu mi hai lasciata sola".
La donna sorrise, avvicinandosi e accarezzando la sua bambina.

"continua ad andare avanti" parlò "non arrenderti proprio adesso. Sei forte, sai? Combatti per ciò che ami, non lasciare che ti venga strappato via. Io ho fallito, per questo confido in te. Ripongo le mie speranze in te". Mi-Young sollevò la sua mano, poggiandola su quella della madre che le accarezzava il viso.

"mi manchi tanto, avrei voluto passare più tempo con te, mamma. Mi dispiace per tutto ciò che ti è accaduto" la ragazza a quel punto aveva iniziato a piangere, strizzando gli occhi, lasciando che le lacrime le cadessero dal viso.

"mi manchi anche tu bambina mia. Ma non preoccuparti per me, io ora sto bene" la donna tolse la mano dalla testa di Mi-Young, girandosi verso la forte luce "devo proprio andare. Ti voglio bene» la figura della donna iniziò ad allontanarsì sempre più, lasciando una Mi-Young singhiozzante al suolo.

"ti voglio bene anche io" rispose la ragazza.
"e sappi" iniziò la madre, "che non sei mai sola. Ci sono io che ti guardo da lassù" finì, scomparendo del tutto, insieme al bagliore, rimpiazzato dal buio.


Mi-Young aprì gli occhi lucidi. Era stato solo un sogno. O forse no. Ma ora sapeva che non poteva arrendersi. Doveva farlo per sua madre, per Taehyung, per proteggere i suoi sogni. Si alzò in piedi nuovamente e pensò cosa fare. Era mattina presto, ma il sole non era ancora sorto. Innanzi tutto, doveva mettersi in contatto con Taehyung, ma il palazzo era tappezzato di guardie, soprattutto dopo il suo rapimento. Non poteva uscire, era bloccata all'interno, e comunque sia non sarebbe mai potuta arrivare a Baekje senza un cavallo. Non poteva chiedere di spedire lettere perché le guardie non avrebbero mai messo piede nel territorio del regno di Baekje, soprattutto non dopo la proclamazione di guerra da parte del re. Avrebbe dovuto trovare un modo, avrebbe dovuto trovare qualcuno a cui non sarebbe interessato di tutto ciò, qualcuno esterno ai regni, qualcuno che avrebbe obbedito solo a lei, senza sottostare agli ordini di suo padre. Ma c'era davvero qualcuno così? Improvvisamente si fermò. Forse aveva in mente qualcuno. Si precipitò all'esterno del castello, nell'edificio che si innalzava accanto ad esso. Quell'edificio vecchio e malmesso non era altro che la prigione per coloro che avevano cercato di tradire il re, uomini corrotti, spie, rivoluzionari. Il re li rinchiudeva lì, per tenerli sotto controllo piuttosto che mandarli in prigione in città o giustiziarli direttamente. Era convinto di poter spulciare qualche informazione o capire da dove essi venissero e sotto gli ordini di chi fossero. Ma quasi nessuno parlava, ovviamente. La ragazza arrivò alla porta della prigione, due guardie le si piazzarono davanti.

«dove crede di andare, principessa?» chiese una delle guardie.

«ho bisogno che voi mi diate le chiavi della prigione, ho bisogno di incontrare un prigioniero. Ordini di mio padre il re, ovviamente» rispose la ragazza con diplomazia. Le guardie si guardarono per un momento, poi annuirono. Mi-Young era divertita da come per lei era diventato ormai facile ingannare le guardie di suo padre, ma la questione era più seria di quanto sembrasse, non poteva neanche permettersi di pensare a qualcosa di divertente. Una delle due guardie si schiarì la voce.

«chi ha bisogno di incontrare, principessa?»
La ragazza deglutì un momento, chiudendo gli occhi, poi li rialzò, aprendo bocca.


«Park Jimin»

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heilà, é la prima volta che faccio uno spazio autore per questa storia, ma prima non c'erano abbastanza lettori (non che ora ce ne siano molti invece). Onestamente, ho inziato a scrivere questa storia per puro caso e divertimento, nulla di serio e lo avrete notato anche dal fatto che non aggiorno con regolarità. Ora invece mi ha preso tantissimo, ho un sacco di idee su come continuarla, anche se ci stiamo già avviando al finale. Non vi chiedo di votarla o commentarla perché ripeto, io scrivo solamente per il puro piacere di condividere le mie idee, i miei "film mentali", ma se vi va, potete farlo, mi rendereste ancor più felice ahahah vi ringrazio tanto di leggerla e se vi va date un occhiata anche all'altra storia che sto scrivendo

baci a tutti/e,
Federica

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