2. Galeotto fu quel balcone

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«Shawn, dovresti scendere dal davanzale» consigliò Finn. Il principe se ne stava comodamente seduto sul balcone, con i piedi verso l'interno e la schiena rivolta verso il vuoto, e canticchiava, allegro.

«Rilassati, non mi succederà nulla»

«Dico davvero! Come posso essere la tua guardia personale se non mi ascolti?» sbottò. Era la prima volta che tentava di far valere la sua autorità, ma non avrebbe comunque funzionato con l'altro. Infatti, il biondo rise, muovendosi pericolosamente verso il precipizio.

«Comincia a prendere lezioni di combattimento, poi ne potremo riparlare»

Finn si imbronciò, curvando la bocca in modo adorabile. Sembrava che Shawn gli avesse appena rubato un dolcetto, perciò il principe gli sorrise con affetto e qualcosa simile al pentimento scintillò nei suoi occhi.

«Non te la prendere, cavaliere. Forse, un giorno, potrai anche sfidarmi a duello» fece una pausa, piegando la testa. «Forse»

«Come vuoi» sospirò. «Ora scendi da lì»

«È totalmente sicuro» rise, iniziando a dondolarsi. Fu un attimo prima che perdesse l'equilibrio, a un passo dal baratro. Il principe sentì l'aria avvolgerlo e chiuse gli occhi ormai rassegnato alla morte imminente.

«Shawn!» gridò il piccoletto, afferrandolo per un braccio e trascinandolo con forza. L'adrenalina in corpo gli aveva dato abbastanza energia da salvare l'amico. Forse, gliene aveva data persino troppa. Nel poco spazio del balcone, Finn si trovò con la schiena contro il muro e il corpo di Shawn sul suo. Arrossì di colpo, sorpreso.

«Ehm, scusa» bisbigliò il più basso, guardandolo negli occhi castani. Ormai, aveva capito che in quegli occhi non avrebbe mai potuto trovare nulla di spaventoso. Solo affetto e gratitudine in un delizioso miscuglio di sfumature di marrone.

«Figurati, mi hai appena salvato la vita» disse, a sua volta a bassa voce, il biondino. Aveva poggiato le mani ai lati della testa dell'altro per sorreggersi, ma non aveva alcuna intenzione di rimuoverle. Nelle sue parole, non vi erano nemmeno espresse emozioni, essendo la sua attenzione attirata da quel mare profondo davanti a sé. Da vicino, gli occhi di Finn erano persino più luminosi e blu. Shawn deglutì e cercò di regolarizzare il suo respiro, invano. Cos'era quella strana sensazione che gli attanagliava lo stomaco? Era come se un milione di farfalle si stessero librando in volo nel suo stomaco o come se fosse lui stesso la farfalla pronta a spiccare il volo verso un prato fiorito. Totalmente rapito, staccò una mano dal muro e raggiunse la guancia destra di Finn, a cui si bloccò il respiro in gola. Cosa stava combinando? Perché lui, invece, non riusciva a muoversi?

Perché?

Perché quel contatto tra la sua pelle calda e le mani fredde di Shawn era il contrasto più piacevole, a cui fosse mai stato sottoposto. Chiuse gli occhi per un attimo, sospirando. Sentiva il respiro caldo di Shawn infrangersi sul suo viso e quel calore lo stava mandando in estasi. Riaprì gli occhi e incontrò ancora una volta lo sguardo caldo del principe.

«Ciao» sussurrò, non riuscendo a fermarsi. Shawn sbuffò quella che somigliava a una risata.

«Ciao, Finn»

Fece scendere lo sguardo dalle sue dita alle labbra dell'altro, così screpolate e secche da rasentare il deserto più arido. Si avvicinò attratto da forze sconosciute. Guardò un'ultima volta quegli occhi meravigliosi, prima far sfiorare le loro bocche. Inutile dire che le farfalle nel suo stomaco morirono nell'esplosione che sentì all'altezza del petto. Un fuoco arse vivo nel cuore, ma si staccò, spaventato da quelle sensazioni nuove e troppo piacevoli.

Nonostante fosse stato un semplice sfioramento, Finn sembrava essere stato investito da una carrozza. Trainata da quattro purosangue. Su una strada sterrata. Improvvisamente, spalancò gli occhi e scostò l'altro. Corse fino alla porta della stanza e la sbatté alle sue spalle, facendo tremare il quadro appeso alla parete.

Shawn fissò le ceramiche sugli scaffali tintinnare prima di lasciarlo da solo, nel silenzio. A cosa stava pensando? Evidentemente, a nulla. Quegli occhi lo avevano distratto e il suo cervello si era spento automaticamente. Sbuffò, raggiungendo il letto, e si addormentò, sognando un piccoletto dai capelli neri e gli occhi color del mare.

The Prince's Affair [Sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora